Costantino “Cha Cha”, il noto criminale pontino viene scarcerato dal Tribunale di Latina: lo scorso gennaio l’ultima condanna per estorsione nel processo Reset
È il terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, ad aver disposto, su istanza degli avvocati difensori Gaetano Marino e Angelo Palmieri, la scarcerazione per decorrenza dei termini di Costantino “Cha Cha” Di Silvio, il 58enne capo del sodalizio Travali-Di Silvio.
Il pontino, fino ad oggi in carcere per via di una condanna definitiva a 10 anni di reclusione derivante dal processo “Don’t Touch”, è stato condannato, lo scorso 10 gennaio, dallo stesso terzo collegio del Tribunale alla pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione per una estorsione commessa ai danni dell’avvocato di Latina, Gianluca La Starza.
La condanna è stata una delle poche emesse dal Tribunale nell’ambito del maxi processo denominato “Reset” che ha visto crollare le accuse formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. È venuta meno, infatti, con una sentenza sicuramente inaspettata e decisamente discussa, l’accusa di associazione mafiosa a carico di “Cha Cha”, dei nipoti Angelo e Salvatore Travali e di tutti gli altri componenti del sodalizio come Alessandro Zof e il narcotrafficante Gianluca Ciprian, entrambi scarcerati, così come il suddetto Salvatore Travali, al momento ai domiciliari.
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“Cha Cha” è un nome notissimo non solo negli ambienti della malavita pontina; nel passato, sono emersi contatti anche con personaggi del calibro di Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino e Ettore Mendico, due nomi di peso negli ambienti della malavita organizzata nel sud pontino. La presenza di “Cha Cha” è stata evidente a ogni livello, nel mondo di sotto e nel mondo di sopra del capoluogo di provincia: dalla curva del Latina Calcio fino alla frequentazione dell’allora Presidente ed ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta (grande amico di “Cha Cha”), il personaggio sfrecciava con il suo motociclo per la città incontrando il saluto e il rispetto di molti.
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Il 58enne pontino, recluso nel carcere di Voghera, torna quindi libero, nonostante la condanna in primo grado a 8 anni per l’estorsione con l’aggravante mafiosa consumata ai danni dell’avvocato di Latina, avendogli chiesto la somma di 30mila euro.
Al momento, Di Silvio deve affrontare anche un altro processo la cui accusa è sostenuta dalla DDA di Roma. Si tratta del processo che si concentra su lettere e messaggi di minaccia che “Cha Cha” voleva recapitare a due cittadini di Latina. Lettere che Di Silvio avrebbe scritto tra il 2020 e il 2021 per indirizzarle a un noto titolare di un esercizio commerciale di Latina che si occupa di vestiti, vittima delle estorsioni del clan Travali/Di Silvio (gli episodi sono rientrati nel processo Don’T Touch). L’altra destinataria dei messaggi minacciosi di Di Silvio è Claudia Costanzo, l’ex moglie di Gianluca Tuma, peraltro citata nelle carte dell’inchiesta Don’t Touch come intestataria di società del predetto Tuma. Società e beni che vennero colpite da provvedimento di sequestro e poi di confisca.
In tali lettere, Cha Cha avrebbe accusato il commerciante di averlo fatto condannare a una pena più alta nel predetto processo “Don’t Touch”, a causa delle dichiarazioni rese da testimone. Intercettate dalla Polizia di Stato, gli agenti della Squadra Mobile hanno accertato che quelle lettere sono state scritte da Cha Cha direttamente dal carcere. Per tale ragione è scattata l’imputazione di minaccia aggravata dal metodo mafioso. C’è un distinguo: mentre il commerciante di Latina ha querelato Cha Cha per le minacce ricevute, la donna, ex compagna di Tuma, è stata solo ascoltata a sommarie informazioni. Al momento, non risulta nessuna denuncia.