“Di criminalità organizzata in campagna elettorale si parla poco”, l’intervento dell’esponente pentastellato Francesco Furlan
“Uno dei temi di cui si parla meno in questa campagna elettorale regionale del Lazio, come già era accaduto qualche mese fa alle elezioni nazionali, è la lotta alla criminalità organizzata, vuoi perché tout court non è un tema di stretta competenza regionale, vuoi in particolare perché la sensibilità di tante persone verso la questione pare essersi annacquata negli ultimi anni: parlare di mafia sembra che non porti consenso, specie in territori come il nostro.
Secondo un recentissimo studio di Bankitalia, proprio la provincia di Latina risulta essere tra i territori italiani più esposti, tra i più inquinati economicamente dalla presenza della mafia. La nostra provincia in particolare risulta avere valori di infiltrazione alti per quanto riguarda reati di tipo mafioso tra cui sono compresi le imprese confiscate, reati relativi alla sfera delle attività illecite (contrabbando, riciclaggio, produzione e traffico di stupefacenti), indicatori relativi a acquisizioni insolite e finanziamenti anomali. Una piaga evidente se solo si pensa ai tanti processi dove è contestata l’aggravante mafiosa o alle interdittive antimafia emesse dalla Prefettura.
Una situazione che ho toccato per mano nei miei anni di giornalismo e che oggi continuo a vedere da cittadino, sempre più presente, sempre meno nascosta, più socialmente e tragicamente accettata: “eh ma sono gli unici che muovono soldi veri”, “eh ma spendono” mi sento dire quando tiro fuori l’argomento. “Sì”, rispondo, “ma a che prezzo?!”. Vedo in forti difficoltà attività economiche un tempo sane e floride. E non solo per le vicende economiche degli ultimi anni di covid e guerra, soprattutto per la concorrenza sleale che sono costrette a subire quotidianamente.
La Regione non ha competenze così ampie di contrasto al fenomeno né ispettive o di indagine, basti pensare alle tanti pesanti assenze registrate in Commissione regionale Antimafia quando i Sindaci sono stati chiamati a intervenire, ma può essere un veicolo di buone pratiche, di misure chiare all’insegna della legalità.
Come? Portando avanti il potenziamento degli strumenti regionali di contrasto al fenomeno dell’usura, del sovraindebitamento e dell’azzardopatia, che come denuncia la CEI ha numeri da far accapponare la pelle (nel solo sud pontino nel 2021 una giocata pro capite media ammontava a 2919 euro – 1883 la media nazionale – nonostante un reddito pro capite nettamente più basso), programmando iniziative sulla cultura della legalità nelle scuole, rafforzando gli investimenti destinati al recupero dei beni confiscati alle mafie, formando ancora maggiormente il proprio personale, sostenendo il reddito grazie a un nuovo Reddito di Cittadinanza regionale, le politiche occupazionali, bloccando i finanziamenti a chi sfrutta le persone come avviene con il fenomeno del caporalato, finanziando l’imprenditoria sana così dandole respiro. Non è facile ma va fatto perché la buona politica e il contrasto alla criminalità si fa con una buona politica economica.
E perché alla fine la domanda che dobbiamo farci è come vogliamo che sia il mondo in cui viviamo non domani o tra sei mesi ma tra venti anni”.
Così, in una nota, il candidato al Consiglio Regionale, Francesco Furlan (Movimento Cinque Stelle).