Nelle aree costiere italiane crescono gli eventi meteo estremi: 816 registrati dal 2010 a giugno 2024 in 265 comuni costieri, 104 eventi solo nell’ultimo anno (+14,6% rispetto al bilancio dello scorso anno).
Il Mezzogiorno l’area più colpita della Penisola con al primo posto la Sicilia con 170 eventi (quasi il 21% del totale nazionale), seguita da Puglia (104), Calabria (82), Campania (78). Si aggrava anche l’erosione costiera. E impazza il “Far west” delle concessioni balneari.
Le aree costiere sono una straordinaria risorsa ambientale, turistica e culturale ma sono sempre più minacciate da erosione, consumo di suolo ed eventi meteo estremi.
Dati alla mano, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, dal 2010 a giugno 2024 è aumentato il numero degli eventi meteo estremi nei comuni costieri: 816 (+14,6% rispetto al bilancio dello scorso anno in cui erano stati 712) su un totale nazionale di 2.086 (ossia il 39,1%) avvenuti in 265 dei 643 comuni costieri (pari al 41,2%). 104 eventi estremi solo nell’ultimo anno. Il Mezzogiorno l’area più colpita della Penisola: la Sicilia al primo posto con 170 eventi, quasi il 21% del totale nazionale degli eventi in aree costiere.
Seguono Puglia (104), Calabria (82), Campania (78) e, prima regione del nord, la Liguria (75). Rispetto ai comuni al primo posto Bari con 44 eventi meteo estremi registrati, poi Genova (36), Agrigento (32) e Palermo (27). Degli 816 eventi meteo estremi 295 sono allagamenti da piogge intense, 226 i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 83 da mareggiate, 81 danni alle infrastrutture, 47 esondazioni fluviali, 23 danni da grandinate, 21 frane da piogge intense, 19 danni da siccità prolungata, 12 legati alle temperature record in città e 9 danni al patrimonio storico. Inoltre, secondo una recente mappatura di ISPRA¹, la superficie complessiva delle spiagge italiane misura appena 120 km², meno del territorio del solo municipio di Ostia a Roma, con spiagge che hanno una profondità media di circa 35m e occupano appena il 41% delle coste (3.400 km su un totale di più di 8.300 km). Spiagge che dovranno fare i conti, infine, con una crescente erosione costiera che caratterizza le nostre coste e che necessita di un approccio integrato per mettere a sistema tutte le criticità.
Il 60,6% della costa laziale ha subito modifiche significative nel periodo preso in esame, con un picco di erosione raggiunto nella provincia di Roma, registrando il 35,9%. Latina, in particolare, si distingue per il record di perdita di spiaggia lungo il proprio litorale. Al contempo, Minturno e Terracina si contraddistinguono per le percentuali più elevate di avanzamento costiero.
Tra il 2000 e il 2020, la percentuale complessiva di perdita di spiagge nel Lazio si attesta a -11,7%, con Roma in testa alla lista delle province più colpite. Al contrario, Viterbo e Latina hanno registrato cali inferiori. Roma, Fiumicino, e Ardea sono i comuni con le maggiori perdite in termini assoluti, mentre Cerveteri e Sabaudia hanno visto un aumento della superficie sabbiosa.
La presenza di attrezzature balneari occupa l’88% delle spiagge laziali, con Latina che detiene il primato in provincia. Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta e Formia sono i comuni che vantano la maggior parte delle spiagge destinate alle attività balneari, a conferma di una forte antropizzazione del litorale.
“Il litorale del Lazio è sotto un forte impatto di erosione e consumo di suolo, l’avanzata di cemento e asfalto non conosce sosta – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – con una continuità agghiacciante negli anni, peraltro a quarant’anni dalla legge Galasso che sanciva l’inedificabilità proprio nella fascia tra zero e trecento metri dal mare. Una delle cause dell’erosione è proprio la scomparsa degli ambienti naturali costieri. A tutti i sindaci e gli amministratori dei comuni costieri, alla Regione Lazio, alle autorità di ambito, chiediamo – spiega – politiche concrete, in primo luogo per fermare il consumo di suolo con una riduzione dei diritti edificatori, così da aggredire e contrastare l’erosione veramente e non con delle toppe temporali giusto per mettere qualche ombrellone”.