Arrestati dalla Polizia di Stato gli autori della rapina alla Banca di Credito Cooperativo del Circeo e del Privernate di Fondi
All’alba di stamane 15 maggio i poliziotti della Squadra Mobile di Latina e del Commissariato di Fondi, diretti rispettivamente dai vice questori Mattia Falso e Raffaele Iasi, con la collaborazione della Squadra Mobile di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, nei confronti di due cittadini italiani di 56 anni e di un terzo di 54 anni, tutti residenti in provincia di Roma. Tutti e tre gli uomini arrestati sono pregiudicati, anche per reati specifici quali la rapina: in sostanza, dei “professionisti”: si tratta dei 56enni Angelo Cesaretti e Riccardo Carducci, entrambi residenti a Pomezia, e del 54enne Nello Fratocchi, residente a Fiumicino. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Martina Taglione.
Gli indagati sono gravemente indiziati di essere gli autori della rapina avvenuta nel pomeriggio del 17 gennaio scorso, intorno alle 15,30, presso una filiale della Banca di Credito Cooperativo del Circeo e del Privernate di Fondi. In quell’occasione, dopo aver minacciato i dipendenti con un coltello, attesero per circa 40 minuti l’apertura della cassa temporizzata. Dopo essersi impossessati di 64.000 euro circa, fuggirono a bordo di una macchina, rinvenuta qualche giorno dopo alla periferia della città.
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L’attività di indagine dei poliziotti della Squadra Mobile di Latina, coadiuvati dai colleghi del Commissariato di Fondi, si è sviluppata, in primo luogo, con l’analisi delle immagini registrate dalle telecamere della banca, di alcuni esercizi commerciali della zona e del circuito di videosorveglianza cittadino. In tal modo, oltreché a indirizzare le indagini su di alcuni soggetti pregiudicati per reati specifici, riconosciuti dai dipendenti della banca nel corso delle individuazioni fotografiche, è stato possibile ricostruire il compimento di un sopralluogo, effettuato due giorni prima della rapina.
Inoltre, si è proceduto all’analisi dei tabulati telefonici dei cellulari in uso agli indagati, grazie alla quale è stato possibile appurare la stretta relazione esistente tra loro, la presenza nel corso del sopralluogo, l’avvicinamento e la fuga dall’obiettivo.
Inoltre, le attività di intercettazione hanno consentito di registrare riferimenti criptici tanto con riguardo all’evento del 17 gennaio, quanto relativi alla predisposizione di ulteriori progetti criminosi e alla ricerca di armi. In ragione di tale ultima circostanza e a conferma del legame esistente tra gli indagati, i poliziotti hanno svolto numerosi servizi di osservazione e pedinamento nei loro confronti.
Nella mattinata odierna è stato eseguito un decreto di perquisizione emesso dalla locale Procura della Repubblica nei confronti dei tre indiziati e di una 35enne, denunciata per ricettazione in ragione della possibile disponibilità di parte della refurtiva depredata il 17 gennaio scorso. Al momento della rapina, così come ricostruito dalle indagini, i tre uomini entrarono in banca a volto scoperto, senza utilizzare tante accortezze e parlando per quaranta minuti con sei dipendenti della banca (di cui un’addetta alle pulizie) che furono sequestrati e costretti a sedere per terra. Leggerezze che hanno agevolato le pur complesse indagini della Polizia di Stato.
A capo della banda ci sarebbe stato Cesaretti, il primo ad entrare a volto scoperto e che avrebbe minacciato con un coltello i dipendenti della banca. Successivamente, gli altri due compici – Carducci e Fratocchi – coperti con due cappelli. Da lì, le minacce, anche con la presenza di un taglierino nelle mani di uno dei due, e l’attesa per l’apertura della casa temporizzata. I soldi, una volta ottenuti, sono stati messi in buste, dopodiché i tre sono fuggiti via a bordo di una Lancia Musa, poi ritrovata, a distanza di cinque giorni, in via Fosso di Lenola. Il mezzo era stato rubato a Roma nel mese di ottobre 2023, sebbene non sia l’unica auto utilizzata per il colpo: le indagini fanno emergere che, qualche giorno prima, i tre soggetti avrebbero utilizzato una Volkswagen Golf per fare un sopralluogo. Un’auto che sarebbe usata come staffetta anche nel giorno della rapina e per fuggire via da Fondi una volta abbandonata la Lancia Musa, così da confondere le tracce.
Uno degli indagati è stato rintracciato in provincia di Livorno, mentre gli altri due indagati presso le rispettive abitazioni e, al termine degli atti di rito, sono stati tradotti presso le case circondariali di Livorno, Velletri e Civitavecchia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.