Rapina alla Banca dell’Etruria a Latina: a distanza di 12 anni dai fatti arriva a conclusione per l’imputato pontino
Noto nelle lande pontine per più di un episodio in cui è stato coinvolto, Cristian De Lucia non è nuovo a episodio di rapina. Uno per tutti, l’assalto al portavalori nel quartiere del capoluogo “Q4” nel 2018, per cui il 47enne è stato condannato. A maggio scorso, De Lucia ha incassato un’assoluzione per un reato insolito: ingresso arbitrario in luoghi dove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato.
Oggi, 23 settembre, il latinense, difeso dall’avvocato Leonardo Palombi, è stato nuovamente assolto dal secondo collegio del Tribunale di Latina composto dai giudici Nadile-Zani-Trapuzzano Molinaro: doveva rispondere di un’altra rapina, quella consumata alla Banca dell’Etruria e del Lazio, avvenuta ben 12 anni fa. Al termine della camera di consiglio, il Tribunale lo ha assolto dopo che, nel corso dell’arringa, l’avvocato difensore aveva invocato il proscioglimento, sebbene De Lucia vanti nel suo curriculum criminale rapina anche fuori dal territorio pontino.
De Lucia era accusato di aver fatto il palo a un secondo rapinatore – l’allora 26enne Sergio Andrea Barbona che ha patteggiato la sua pena già nel 2013 in udienza preliminare – nei confronti di una banca che, dopo 12 anni, non c’è più, a seguito della messa in liquidazione disposta dallo Stato. A disporre il processo per l’imputato fu, nel 2015, il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Cario.
Secondo gli inquirenti, De Lucia avrebbe fatto da palo al secondo rapinatore che, introdottosi nell’istituto di credito, mise a segno il colpo, fuggendo col non ingente bottino di circa quattromila euro. I fatti risalgono al 11 giugno 2013, quando un uomo armato di pistola e, a volto scoperto, faceva irruzione all’interno della Banca dell’Etruria di corso Matteotti mentre un complice parzialmente travisato da un casco, rimaneva con funzioni di “palo” dinanzi alla porta d’ingresso.
Il primo dei due si impossessava del contante presente nelle casse degli sportelli per un totale di oltre 4000 euro e fuggiva insieme all’altro a bordo di un’autovettura in direzione di via Carlo Pisacane.
Dall’attenta analisi delle immagini del circuito di video sorveglianza dell’istituto di credito, la Squadra Mobile selezionava alcuni pregiudicati locali, puntando l’attenzione investigativa proprio su Cristian De Lucia, già notoper altre rapine consumate con analogo modus operandi, che sulla base delle caratteristiche fisico somatiche poteva essere il palo rimasto davanti all’ingresso della banca.
Attraverso i dati incrociati acquisiti dal tabulato telefonico dell’utenza a lui in uso, si aveva contezza della sua presenza nei pressi della banca in un orario assolutamente compatibile con quello della rapina. Inoltre, i testimoni presenti in quel frangente davanti al’istituto di credito, lo riconoscevano con assoluta certezza nella foto segnaletica mostrata dalla Squadra Mobile.
Sulla base dei gravi indizi raccolti, l’allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Costantino De Robbio, su richiesta dell’allora sostituto procuratore Daria Monsurrò, emetteva una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Oggi, dopo 12 anni e tre mesi, De Lucia è stato considerato innocente.