Erano partiti a novembre 2023 gli espropri tra Campoleone e Aprilia per il progetto del raddoppio della linea ferroviaria
Era per via di un ricorso di uno dei proprietari dei terreni da espropriare che il Tar, a gennaio, 2024, aveva bloccato gli stessi espropri sulla tratta dove insistono i lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Nettuno.
Il Tribunale amministrativo di Roma chiedeva a Rete Ferroviaria Italiana se l’esecuzione delle opere preordinante alla realizzazione del progetto di “Ammodernamento e potenziamento della lina ferroviaria Campoleone-Aprilia, come aggiornato dalle modifiche approvate nella Conferenza convocata per il 5 luglio 2022, determinasse effettivamente una interclusione temporale o definitiva della proprietà della parte ricorrente e, in caso affermativo, se tale interclusione fosse altrimenti rimediabile, in sede di esecuzione progettuale, al fine di assicurare il minor sacrificio possibile al proprietario ablato, correndando tale chiarimenti da relativi estratti di progetto illustrati”.
Il Tar di Roma, inoltre, chiedeva a Rete Ferroviaria Italiana di corredare anche il chiarimento con “il piano particellare e l’elenco delle ditte allegato al progetto”.
Ora, lo stesso Tar ha bocciato il ricorso di un cittadino, dando il via libera al secondo binario tra Aprilia e Campoleone. Il privato cittadno aveva presentato il ricorso dopo la notifica del “decreto di occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione” e “occupazione temporanea non preordinata all’espropriazione” relativo all’area ricompresa nel parco pertinenziale della propria abitazione in via dei Prati.
Il cittadino nel aveva ricordo anche contro il Ministero dei Trasporti, la Regione e il Comune di Aprilia. Secondo il privato, non era stata ricevuta alcuna notifica del progetto definitivo e la revisione del progetto, di cui non era stato messo a conoscenza, avrebbe inficiato la sua proprietà.
Il tribunale amministrativo però ha spiegato che “l’esecuzione delle opere non determina una interclusione, né definitiva né temporanea, della proprietà”; venendo “garantito l’accesso dalla viabilità di progetto, sia nella configurazione definitiva sia in ogni fase realizzativa delle opere”.
Il Tar ha inoltre stabilito, nel respingere il ricorso, che “la prima ipotesi progettuale, meno incisiva per la proprietà della parte ricorrente, è stata oggetto di osservazioni e prescrizioni da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il cui parere è obbligatorio. Ciò ha reso inevitabile e non altrimenti derogabile la modifica che ha condotto a una modifica dimensionale della incidenza rispetto alla proprietà di parte ricorrente, che tuttavia deve considerarsi necessaria e per questo proporzionale allo scopo”. Il cittadino soccomebente dovrà corrispondere 1.500 euro a Rete Ferroviaria Italiana, altri 1.500 euro al Ministero dei Trasporti e alla Presidenza del Consiglio, oltreché 700 euro al Comune di Aprilia.
Dopo dodici anni di iter burocratico, a novembre 2023, si era entrati nella fase operativa del progetto di raddoppio della linea ferroviaria Roma-Nettuno con la costruzione di un secondo binario nella tratta tra Campoleone e Aprilia, con un investimento totale di 45 milioni di euro ed espropri di terreni.
Anche il Comune di Aprilia aveva pubblicato il decreto di esproprio dei terreni che devono servire al raddoppio della ferrovia. Ad essere coinvolte 82 proprietà con circa 500 tra soggetti privati e società coinvolte. Tutti i soggetti coinvolti erano stati convocati a Roma tra il 4 e il 7 dicembre per la sottoscrizione dell’esproprio.
Ad essere destinatari degli espropri tra Campoleone e Aprilia ettari di terreni, alcuni dei quali coltivati a vigneti o frutteti, mentre altri adibiti a parcheggi di ditte o cortili di abitazioni. Gli espropri sono pagati a prezzi di mercato, con Ferrovie dello Stato che ha garantito che all’atto della sottoscrizione sarebbe stato versato l’80% dei soldi.
Il raddoppio della tratta Campoleone-Aprilia della linea Roma-Nettuno era inserito nel Piano Industriale per il 2022-2031 del gruppo Ferrovie dello Stato. Riguarda un tratto di circa 6 km con l’adeguamento degli apparati di gestione della circolazione e dei sistemi di informazione al pubblico.