QUESTION TIME A CORI, “L’ALTRA CITTÀ”: “ECCO LA NOSTRA PROPOSTA: “DOMANDE DEI CITTADINI”

Dopo le polemiche con il presidente del Consiglio Comunale, Annamaria Tebaldi, il capo gruppo dell’opposizione Evaristo Silvi torna sulla questione del Regolamento del Consiglio Comunale.
“Il regolamento del 1997 è fortemente datato e non è più in grado di soddisfare le legittime esigenze di accesso alle informazioni espresse dai cittadini anche per voce de L’Altra Città. Ci saremmo una proposta per superare i limiti del regolamento e rispondere alla cittadinanza”, sottolinea Silvi.

Infatti, a fronte delle numerose interrogazioni presentate dall’opposizione, “la Presidente del Consiglio Comunale, in nome di una presunta volontà di mettere ordine e di dare risposte articolate, ha invocato un articolo del Regolamento del 1997 secondo il quale in ogni Consiglio Comunale si possono trattare e discutere le interrogazioni presentate almeno otto giorni prima della seduta e per un tempo massimo di mezz’ora in ciascuna seduta”.

Così, nell’ultimo Consiglio Comunale del 27 luglio scorso, dopo la dura replica di Silvi che aveva ricordato la lunga lista di interrogazioni non evase, la Presidente del Consiglio, “avrebbe voluto trattare in mezz’ora i 16 temi delle interrogazioni mai affrontati”.

“Ho declinato l’invito, che ho trovato assolutamente irrispettoso del ruolo del Consiglio e del diritto dei cittadini di avere risposte alle loro domande. D’altra parte, questa forma non dà spazio perché ormai si fanno a male pena tre o quattro Consigli Comunali all’anno, giusto quelli per espletare gli obblighi di legge!”.

“La Presidente del Consiglio già a giugno si era espressa sulla necessità di un aggiornamento del Regolamento del Consiglio Comunale, ma in questi due mesi non mi risulta che si sia attivata, ad esempio con la convocazione di una Commissione per delineare le linee. Quindi, in questi ultimi giorni, in attesa di rivedere il Regolamento, abbiamo avanzato una proposta concreta: istituire delle sessioni di question time dedicate alle domande della cittadinanza. Riteniamo che introdurre in via transitoria le sedute di question time non presenti particolari problematiche, poiché non hanno natura deliberante, ma solo informativa. Ci auguriamo che la Presidente dia un segnale che fughi la persistente percezione che questa maggioranza eluda le richieste di informazione e chiarimenti”.

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