QUELLO CHE GIORGIA MELONI NON DICE NEL SUO VIDEO

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Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

“La Repubblica” ha pubblicato ieri (sabato 6 marzo) alcune parti di un verbale in cui il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo fa il nome di Giorgia Meloni. Lo specifico riferimento riguarda la consegna al clan Travali di Latina da parte del partito Fratelli d’Italia di una somma di 35.000 euro in contanti per attività inerenti alla campagna elettorale del 2013. Oggi, 7 marzo, altri stralci di uno dei verbali del pentito Riccardo in cui cita di nuovo il consigliere regionale della Lega Angelo Orlando Tripodi: “Tripodi puntava al consiglio regionale del Lazio, dicendo che aveva un milione di euro da destinare all’acquisto dei voti…Lo disse a me nel 2016 dopo che perse le elezioni comunali“. E ancora altri nomi, già usciti dalle dichiarazioni dei pentiti ascoltati dalla DDA di Roma in precedenti fasi di questi anni terribili per la credibilità della politica pontina: Andrea Fanti (imprenditore ed esponente leghista di Latina) candidato alle Comunali di Latina 2016 con Cuori Italiani e il consigliere comunale di Latina Giorgio Ialongo (eletto nell’assise di Piazza del Popolo con Forza Italia, ora passato a Fratelli d’Italia): “Non volle che ci occupassimo dei manifesti ma solo dei voti“. Entrambi avrebbero dato ai “ragazzi” del Clan Travali/Cha rispettivamente 5mila e 8mila euro.

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Tornando al fatto centrale sulla leader di Fratelli d’Italia, ossia alla vicenda che più di tutte ha generato attenzione nell’opinione pubblica non senza strumentalizzazioni e insulti da stadio, a conclusione del suddetto articolo (vedi link) ieri Latina Tu ha pubblicato integralmente il video realizzato da Giorgia Meloni (10 minuti e 15 secondi) a seguito dell’articolo di “La Repubblica”.

Nel video, la Presidente di Fratelli d’Italia si ritaglia un ruolo di perseguitata politica contro cui si scatena la “macchina del fango”. Ammiccando alla telecamera, collega la vicenda al fatto che lei è la leader dell’unico partito di opposizione oggi in Italia e alla circostanza che tutti i sondaggi danno “Fratelli d’Italia” in forte crescita.

Pasquale Maietta e Giorgia Meloni
Pasquale Maietta e Giorgia Meloni

Si avventura quindi a parlare di metodi da regime e a paragonarsi addirittura, con una incredibile faccia tosta, ad Aung San Suu Kyi, che, dopo aver vinto le elezioni in Myanmar (Birmania), è stata arrestata nel corso di un colpo di Stato da parte dell’esercito. Stiamo parlando di un personaggio politico di caratura internazionale che da oltre trenta anni, tra un arresto e l’atro, combatte contro il regime dittatoriale, tanto da avere ottenuto anche il riconoscimento del Nobel della pace.   

Le cose non stanno assolutamente come le racconta Giorgia Meloni, la quale ha confezionato un video ambiguo caratterizzato da omissioni importanti e da ponderate imprecisioni.

GIORGIA MELONI DIMENTICA PASQUALE MAIETTA

Nel racconto del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo il ruolo chiave è quello di Pasquale Maietta, candidato nel 2013 alla Camera dei Deputati per “Fratelli d’Italia”.

È infatti quest’ultimo ad avere frequentazioni con personaggi legati alla criminalità organizzata locale e, secondo le dichiarazioni di Agostino Riccardo, sarebbe stato proprio lui a chiedere a Giorgia Meloni un pagamento a favore dei suoi sodali.

Ricordiamo che Pasquale Maietta era all’epoca dei fatti l’uomo di punta di Fratelli d’Italia a Latina.

Assessore al bilancio, vicepresidente (e poi presidente) del Latina Calcio che mieteva successi sul campo tanto da sfiorare la serie A (salvo poi finire in fallimento e bancarotta fraudolenta), Maietta fu appunto candidato da Fratelli d’Italia alle elezioni politiche del 2013,

Risultò il primo dei non eletti nel collegio laziale che comprendeva Latina. Fabio Rampelli (responsabile regionale del partito), che era stato eletto in entrambi i collegi del Lazio, scelse quello di Roma per lasciare il posto libero a Maietta a Latina.

Un atteggiamento, quindi, di grande stima e considerazione nei confronti di Maietta, confermato poi dalla nomina a Tesoriere del gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati e ribadita con la candidatura alle elezioni europee nel 2014.

Pasquale Maietta alle Europee 2014

Insomma, la neo-proclamatasi perseguitata politica Giorgia Meloni omette di riferire in merito al punto cruciale della vicenda: i rapporti di Pasquale Maietta con il mondo della criminalità organizzata locale e il grande investimento politico operato da Fratelli d’Italia proprio su Pasquale Maietta.   

Si tratta di una omissione importante, ma necessaria e funzionale al suo racconto da perseguitata politica. Infatti, come avrebbe potuto conciliare tale ruolo con il fatto di aver avuto costantemente a che fare per oltre cinque anni con un personaggio come Maietta, tra l’altro proprio nel collegio (quello di Latina) in cui Giorgia Meloni è stata eletta sia nel 2013 sia nel 2018?

Citare Pasquale Maietta avrebbe comportato che sarebbero state portate all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale le gravissime vicende giudiziarie in cui quest’ultimo è coinvolto:

  • irregolare gestione degli appalti e dei fondi del Comune di Latina  (inchiesta Olimpia secondo filone) ;
  • illeciti finanziari legati alla gestione dell’U.S. Latina Calcio (inchiesta Starter);
  • associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio aggravato, al trasferimento fraudolento di valori, alla bancarotta fraudolenta e a reati tributari e societari (inchiesta Arpalo).

GIORGIA MELONI TRA AMNESIE E IMPRECISIONI

Giorgia Meloni, al fine di rendersi credibile come perseguitata politica, afferma furbescamente che è molto strano che fatti risalenti al 2013 vengano fuori solo ora dopo otto anni. La disinformata Giorgia Meloni dimentica però che la collaborazione di giustizia di Agostino Riccardo è iniziata nel 2018, per cui le rivelazioni sono abbastanza recenti. Tra l’altro molti verbali sono stati nel frattempo pubblicati (anche se con molti omissis). Pertanto “La Repubblica” ha dato risalto a uno dei verbali ancora non pubblicati o, forse, è semplicemente riuscita a togliere il velo degli omissis.

Giorgia Meloni, al fine di rendere inverosimile il racconto del collaboratore di giustizia, fa credere furbescamente che quest’ultimo abbia dichiarato che la consegna dell’importo di 35.000 euro in contanti in una busta del pane presso un distributore di benzina vicino all’EUR sarebbe avvenuta alla presenza di Giorgia Meloni. Non è affatto così. Secondo la ricostruzione del collaboratore di giustizia la consegna sarebbe avvenuta da parte di una persona a lui ignota, ma che sarebbe in grado di riconoscere.  

Giorgia Meloni ironizza poi sul fatto che quei 35.000 euro eventualmente li avrebbe spesi male, ricordando che il suo partito all’epoca ottenne l’1,95%. Il dato che indica però è quello nazionale e si dimentica della percentuale ottenuta su Latina città, pari al 7,38%.

GIORGIA MELONI, IL DUBBIO E LE CERTEZZE

Ovviamente sulla specifica vicenda dell’importo di 35.000 euro in contanti rimane il dubbio.

Al tempo stesso, però, rimangono tante certezze, vale a dire quelle dei rapporti di Giorgia Meloni con Pasquale Maietta.

Rimane ad esempio la certezza che all’epoca della prima richiesta di arresto da parte della Procura della Repubblica di Latina (novembre 2016) Fratelli d’Italia si schierò compatta dalla parte di Pasquale Maietta difendendolo a spada tratta e adoperandosi affinché il Parlamento negasse l’autorizzazione all’arresto.

Maietta meloni e calandrini
Pasquale Maietta, Giorgia Meloni e Nicola Calandrini in una foto d’archivio Credits: LatinaCorriere.it

Rimane poi la certezza che non c’è mai stata una dichiarazione di Giorgia Meloni o di altro dirigente nazionale/regionale del partito (e meno che mai a livello locale) di presa di distanza e di condanna nei confronti di Pasquale Maietta.   

Proprio per tali ragioni le parole conclusive del video di Giorgia Meloni sono a dir poco irritanti, se non addirittura vergognose.   

Pretende di accreditarsi come una combattente per la libertà e la giustizia contro il tentativo di instaurare un regime liberticida.

Paradossalmente, però, è da condividere in linea generale la seguente specifica affermazione contenuta nel video:  

In Italia le persone libere non piacciono. In Italia le persone non ricattabili non piacciono. In Italia piacciono le persone serve e quelle che si possono ricattare”.

Il problema è che proprio Giorgia Meloni, con il suo ostinato e inquietante silenzio sulla vicenda Maietta, dimostra di non essere una persona libera e, forse (chissà), di non essere nemmeno una persona non ricattabile.  

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