“La sciagurata Legge Del Rio, del 2014, – si legge in una nota della Cnal Latina (Confederazione Nazionale Lavoratori) – prevedeva una rimodulazione delle province, trasformate in enti di secondo livello, per le quali non sono più previste le elezioni dirette. La mancata modifica costituzionale ha lasciato le Province in sospeso tra la percezione di essere enti inutili o raccordo tra Regioni e Comuni.
Il risultato è un ibrido poco definito che, a fronte di una generale sensazione di “smantellamento progressivo”, vede aumentare, di nuovo, competenze e funzionalità, senza però un riconoscimento del ruolo peculiare che rivestono.
Il taglio delle risorse, anche umane, ha reso sempre più difficile la programmazione, se non anche l’ordinaria amministrazione, con il risultato che gli stessi dipendenti, privati anch’essi di ogni riconoscimento, vivono la persistente sensazione di essere lavoratori di serie “B”.
Le Province potrebbero, e possono, fare molto di più, ma per restituire efficienza e dignità è indispensabile ripensare il loro ruolo, l’impatto che hanno sulla vita dei cittadini e le modalità di funzionamento. Proprio per questo motivo sarebbe auspicabile che il nuovo governo ponga fine a questa situazione e, possibilmente, reintroduca l’elezione diretta degli organi politici”.
“Necessaria una rivisitazione dei ruoli delle provincie e ridare dignità al personale, – dichiara il segretario generale Cnal, Marco Marini – il ripristino del ruolo di coordinamento tra comuni e regioni oltre che il loro ruolo di ente di programmazione anche in vista dei progetti del PNRR”.