PROVA A RUBARE DENTRO UNA CASA E FUGGE VIA SUL TETTO: CONDANNATO 30ENNE DI LATINA

Tribunale di Latina
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Viene scoperto mentre sta rubando dentro casa e prova a fuggire arrampicandosi sul tetto: condannato il giovane di Latina

Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, ha condannato a 2 anni e 20 giorni di reclusione il 30enne di Latina, Antonio Costume, per furto. Il Pubblico Ministero aveva chiesto per il giovane, difeso dall’avvocato Renzi, la pena di 3 anni di reclusione.

Il fatto contestato al 30enne è accaduto di venerdì sera, 23 giugno, nel centro di Latina, in Via Guido Reni. Costume, già gravato da precedenti, è stato sorpreso a rubare dentro la casa di un uomo. Scoperto dallo stesso ha provato a darsi alla fuga salendo sul tetto della casa. All’arrivo degli agenti della Squadra Volante di Latina, però, il 30enne si è dovuto arrendere non prima di aver reagito provocando una ferita a uno dei poliziotti intervenuti.

L’uomo ha cercato di mettere a segno il colpo (alla fine avrebbe portato via materiale per un valore di circa 700 euro) ma è stato scoperto proprio dal proprietario della casa privata che ha dato l’allarme al numero unico per le emergenze 112. Quest’ultimo ha spiegato alla sala operativa che c’era un uomo che era riuscito a penetrare dentro il suo garage. Immediato è stato l’arrivo della pattuglia della Polizia che individuato subito il luogo e l’uomo il quale, come accennato, non si è arreso.

Il 30enne, infatti, con una discreta prontezza, si è arrampicato sul tetto della casa e ha provato a fuggire. Un tentativo andato a vuoto per via del pronto intervento dei poliziotti che hanno proceduto all’arresto del 30enne. Nell’arresto, ad ogni modo, un poliziotto si è ferito poiché il ladro ha provato a resistere: ne è nata una sorta di colluttazione per fortuna senza gravi conseguenze.

Nella mattinata del 24 giugno scorso, il 30enne fu portato dalla Polizia di Stato presso il Tribunale di Latina davanti al giudice monocratico di turno, Paolo Romano, che aveva concesso agli avvocati Renzi e Di Nardo i termini a difesa, l’obbligo di firma al giovane e fissato il rito direttissimo per l’11 settembre che oggi si è celebrato.

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