Di nuovo al centro delle indagini il night di Monte San Biagio: è stato interrogato il titolare del locale finito ai domiciliari
A inizio ottobre, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere due su tre indagati nell’inchiesta di Procura di Latina e Carabinieri di Terracina sul night di Monte San Biagio dove si consumavano, secondo gli inquirenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Oggi, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, è comparso il 76enne gestore del night, Michele Antonelli che, a inizio ottobre, per problemi di salute, non aveva potuto presentarsi. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni sostenendo che non c’è prostituzione, ma solo libero sesso tra clienti che decidono deliberatamente di avere rapporti.
A ottobre, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, aveva convalidato le misure cautelari e l’avvocato dei tre, Massimo Basile, aveva comunque presentato istanza al Riesame di Roma per l’annullamento dell’ordinanza.
Il caso risale allo scorso 29 settembre, quando i Carabinieri della Compagnia di Terracina hanno dato esecuzione all’ordinanza dispositiva di misura cautelare, emessa dal Gip Bortone, nei confronti dei 3 soggetti, due uomini e una donna, indagati per concorso in favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Con l’aggravante della recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, per uno dei due uomini, classe 1947, Michele Antonelli, proprietario e gestore del locale night, il privée “Il Sentiero” a Monte San Biagio, dove avvenivano le prestazioni sessuali. Nel 2021, l’uomo aveva subito una condanna con sentenza irrevocabile a 3 anni sempre per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina e condotte dai militari dell’Aliquota Operativa del N.O.R., sono state avviate nel novembre 2022, a seguito della denuncia di uno dei clienti del locale che, dopo van incontri con una delle donne a disposizione, era incappato in uno stato di circonvenzione, sborsando nel tempo, circa 15mila euro.
Le investigazioni, attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e video-riprese, anche all’interno della struttura, hanno documentato, fino al marzo del 2023, la quotidiana attività di prostituzione da parte di sette donne, tutte straniere (America Latina o Est Europa), domiciliate nella Capitale e reclutate, di volta in volta, dal gestore del locale, oppure dagli altri due indagati, che fungevano da “intemeediari”, con il compito di agevolare lo spostamento delle donne, da Roma aò night.
Le prestazioni venivano pagate ai due sodali per ogni singolo viaggio, direttamente dal gestore del locale. Le somme sborsate dai clienti finivano nelle mani del gestore del locale che, a fine serata, pagava una quota alle donne, a seconda delle consumazioni che riuscivano a fare, anche 400 euro a testa.
In ragione del pericolo di reiterazione dei reati, la Procura ha richiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo del locale, eseguito dai militari nel corso delle operazioni. II gestore è stato posto agli arresti domiciliari mentre per gli altri due indagati è stato disposto l’obbligo quotidiano di presentazione alla Polizia Giudiziaria.