Sfruttamento della prostituzione nel night di Monte San Biagio: in dirittura d’arrivo il processo a carico degli imputati
È un processo che non vede più sul banco degli imputati il principale accusato: il classe 1947, Michele Antonelli, proprietario e gestore del locale night, il privée “Il Sentiero” a Monte San Biagio, dove sarebbero avvenute le prestazioni sessuali. L’uomo è deceduto di recente.
Oggi, 6 giugno, davanti al II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Elena Nadile, è stato ascoltato un testimone che è persona offesa in un altro procedimento connesso, dove si contesta la circonvenzione di incapace. A sedere sul banco degli imputati, accusati di sfruttamento della prostituzione, ci sono Luigi Vocella e Daniela Ripasci, collaboratori di Antonelli, sono originari di Monte San Biagio. I due imputati sono difesi dagli avvocati Leone e D’Arcangelo.
Nel 2021, lo stesso Antonelli aveva subito una condanna con sentenza irrevocabile a 3 anni sempre per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’uomo chiamato a testimoniare in udienza è stato interrogato dal pubblico ministero Giorgia Orlando. È emerso uno spaccato, definito dal testimone stesso, “squallido”, nel quale la vittima veniva chiamata nel locale e con la scusa di presentargli una compagna per la vita, gli veniva proposte prostitute con le quali non consumava alcun tipo di rapporto e che al contempo gli spillavano centinaia di euro. “Tornava sempre lì – ha spiegato l’uomo, il quale evidentemente fa e faceva a capire il contesto in cui si trova – perché volevo togliere una delle ragazze, Carolina, da quel locale e farla venire a casa mia. Io vivo da solo e volevo una compagna”.
L’uomo, come ha raccontato lui stesso, è tornato più volte al locale. “Davo a quelle donne i soldi. Una volta era la bolletta, un’altra l’affitto, una volta mi hanno portato anche in banca per prelevare i sodi”. Sarebbero stati degli amici a indirizzarlo nel locale “Il Sentiero”, dopodiché chiamato a più riprese da Antonelli e soprattutto dalla ragazze che si prostituivano l’uomo, sulla settantina, è stato letteralmente spolpato. “In una occasione, mi diedero da bere un bicchiere d’acqua, ma io poi mi sono sentito male e sono svenuto. Mi hanno lasciato sotto la pioggia”.
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A marzo 2024, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, aveva rinviato a giudizio Antonelli più gli altri due co-imputati.
Dopo l’ordinanza della magistratura, due su tre degli indagati, tra cui Antonelli, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere rispetto alle circostanze contestate nel night di Monte San Biagio dove si sarebbero consumati, secondo gli inquirenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina e condotte dai militari dell’Aliquota Operativa del N.O.R., sono state avviate nel novembre 2022, a seguito della denuncia di uno dei clienti del locale che, dopo van incontri con una delle donne a disposizione, era incappato in uno stato di circonvenzione, sborsando nel tempo, circa 15mila euro.
Le investigazioni, attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e video-riprese, anche all’interno della struttura, hanno documentato, fino al marzo del 2023, la quotidiana attività di prostituzione da parte di sette donne, tutte straniere (America Latina o Est Europa), domiciliate nella Capitale e reclutate, di volta in volta, dal gestore del locale, oppure dagli altri due indagati, che fungevano da “intemediari”, con il compito di agevolare lo spostamento delle donne, da Roma al night.
Le prestazioni, secondo l’accusa, venivano pagate ai due sodali per ogni singolo viaggio, direttamente dal gestore del locale. Le somme sborsate dai clienti finivano nelle mani del gestore del locale che, a fine serata, pagava una quota alle donne, a seconda delle consumazioni che riuscivano a fare, anche 400 euro a testa.
Il processo è stato rinviato al prossimo 13 gennaio quando verranno esaminati i due imputati.