PROCESSO SCHEGGIA: FISSATO IL CONFRONTO TRA CETRONE E AGOSTINO RICCARDO

Agostino Riccardo e Gina Cetrone
Agostino Riccardo e Gina Cetrone

Processo Scheggia: quasi alle battute finali il dibattimento del procedimento che vede sul banco degli imputati l’ex consigliera regionale Gina Cetrone

Un’udienza che sembrava non annunciare alcuna novità e che ne ha partorita, alla fine, una che diventa un unicum nella storia giudiziaria della città di Latina.

Oggi, in Aula, ad essere ascoltato come testimone della difesa è stato chiamato l’ex Capo della Squadra Mobile di Latina Carmine Mosca, al momento in forza alla Direzione Investigativa Antimafia di Catania.

Imputati, a vario titolo, per estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, più gli illeciti connessi alle elezioni amministrative di Terracina 2016 l’ex consigliera regionale Gina Cetrone, l’ex marito Umberto Pagliaroli, i due del clan Di Silvio – Armando detto “Lallà” e il figlio Gianluca – oltreché ad Agostino Riccardo.

La scorsa udienza era stato ascoltato il collaboratore di giustizia Angelo Riccardi, chiamato dall’avvocato Magnarelli che assiste la sunnominata Cetrone, e non erano mancati momenti di tensione. A tal proposito, oggi, l’avvocato Magnarelli ha depositato a favore del Tribunale la sentenza del Tar con cui il tribunale amministrativo ha annullato la revoca del programma di protezione e collaborazione con lo Stato a marzo 2022 (al momento è pendente un altro ricorso al Tar da parte di Riccardi, su un’affine revoca della sua collaborazione, che si discuterà il 23 luglio prossimo).

Tornando all’udienza odierna, anche con il testimone Carmine Mosca ci sono state difformità di vedute tra il Dirigente di Polizia e l’avvocato Magnarelli. Diversi gli interventi del Presidente del Collegio del Tribunale Caterina Chiaravalloti per richiamare a un corretto scambio tra il testimone e l’avvocato.

Il legale dell’imputata Cetrone ha chiesto conto all’ex Dirigente della Squadra Mobile di Latina Mosca rispetto all’informativa del 30 marzo 2019 che era figlia dell’informativa denominata “Alba Pontina” da cui è scaturito il processo al clan Di Silvio capeggiato da Armando detto “Lallà” e altri procedimenti.

L’informativa del 30 marzo 2019 – ha spiegato Mosca – scaturiva ed era arricchita dalle dichiarazioni dagli interrogatori dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, oltreché a intercettazioni, chat Messenger e altro, che hanno portato ad ipotizzare, tra le altre cose, l’estorsione facente parte del processo Scheggia. Un’estorsione che, come noto, sarebbe stata concretizzata dai Di Silvio, tramite l’allora affiliato Agostino Riccardo, oggi collaboratore di giustizia, ai danni dell’imprenditore di Pescara, per conto degli allora coniugi Umberto Pagliaroli e Gina Cetrone.

L’estorsione, così come ha chiarito Mosca in Aula, sarebbe avvenuta il 12 aprile 2016: furono ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile i rapporti commerciali tra Vetritalia (Cetrone e Pagliaroli) e l’azienda dell’imprenditore di Pescare che aveva commissionato un ordine di barattoli in vetro per una cifra di 200mila euro.

L’imprenditore non riuscì a pagare a causa di un ingente furto subito. Al che, secondo quanto ribadito in Aula da Mosca, Pagliaroli e Cetrone si rivolsero ai Di Silvio tramite Riccardo. Alla domanda dell’avvocato Magnarelli su ulteriori verifiche rispetto ad altri rapporti commerciali tra l’azienda di Cetrone/Pagliaroli e l’impresa di Pescara, Mosca ha risposto che non ve ne era stato bisogno poiché avevano appurato che si erano avvalsi dei Di Silvio e per gli organi investigativi ciò risultava una circostanza definitiva.

Finita la testimonianza di Mosca, il Collegio era pronto a dichiarare la chiusura dell’istruttoria dibattimentale. Tuttavia, su richiesta dell’avvocato Magnarelli, il Tribunale ha accolto la richiesta che si può definire come un unicum della storia giudiziaria latinense. La prossima udienza, infatti, vedrà il confronto tra Agostino Riccardo e Gina Cetrone. E per un pelo non è stata accolta la richiesta della difesa di avere un confronto dal vivo: a opporsi, per opportune motivazioni di sicurezza e incolumità di Riccardo, il Pm Luigia Spinelli.

Ad ogni modo una circostanza che non era mai stata accolta, seppur richiesta, neanche nel processo madre denominato “Alba Pontina” quando era stato proposto dalla difesa un confronto tra il medesimo Riccardo e il boss “Lallà” Di Silvio. Secondo la difesa di Cetrone, il Collegio ha accolto il confronto Riccardo/Cetrone perché ci sono aspetti dell’indagine da chiarire.

Ad ogni modo, il 13 settembre, data della prossima udienza, sarà un giorno da segnare sul calendario giudiziario.

Articolo precedente

TENTATO OMICIDIO AL NICOLOSI: RINVIATO A GIUDIZIO IL 44ENNE CHE ATTENTÒ ALLA VITA DI “CAVALLO” DI SILVIO

Articolo successivo

LATINA RIFIUTI. MIELE (LEGA): “SITUAZIONE DISPERATA”

Ultime da Giudiziaria