Mafia apriliana, prosegue il processo presso il Tribunale di Latina riguardante il sodalizio criminale di Forniti e le infiltrazioni mafiose nel Comune
È ripreso il processo, dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Nadile-Zani-Trapuzzano Molinaro, derivante dall’imponente operazione di DDA, DIA, Carabinieri e Polizia di Stato denominata “Assedio” che ha portato al commissariamento per infiltrazione mafiosa del Comune di Aprilia. Parti civili, oltreché all’ente comunale, difeso dall’avvocato Massimo Sesselego, l’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, difesa dall’avvocato Benedetta Manasseri, l’associazione “Rete di Giustizia. Il Sociale contro le mafie”, assistita dall’avvocato Fabio Federici e, infine, Libera, difesa dagli avvocati Vincenza Rando e Demetrio Villani.
A rappresentare l’accusa il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Alessandro Picchi. Oggi, 5 dicembre, l’udienza ha visto la ripresa del lungo esame del colonnello dei Carabinieri, Riccardo Barbera, oggi in forza al Ros di Roma, ma all’epoca dei fatti Comandante della Stazione di Aprilia.
A inizio udienza, si apprende che l’avvocato Francesco Vasaturo ha rinunciato a tutti i mandati dell’imputato Antonio Fusco detto Zì Marcello, arrestato recentemente per la tentata estorsione al ristorante in amministrazione giudiziaria “Giovannino”, sul lungomare di Latina. L’avvocato, come noto, è stato in un primo momento coinvolto con l’emissione a suo carico dell’interdizione dall’attività lavorativa per due mesi. Dopo una settimana, il legale, difeso dagli avvocati Angelo e Alessandro Farau, è riuscito a dimostrare di essere completamente estraneo alla vicenda, ottenendo la revoca del provvedimento da parte del giudice per le indagini preliminari di Roma, Francesco Patrone. Al contempo, Fusco, finito in carcere per la stessa vicenda, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Una circostanza che probabilmente ha inciso nella decisione dell’avvocato Vasaturo di rinunciare a difenderlo.
Il resto del collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Cincioni, Massimo Biffa, Francesco Mercadante, Oreste Palmieri, Donato Felline, Pietro Pomanti, Gianluca La Penna, Fabrizio D’Amico, Gianluca Tognozzi, Andrea Barbesin, Emilio Siviero, Gianluca Agostini, Pierpaolo Dell’Anno e Francesco Vasaturo.
In mattinata, è stata riunita la posizione del genero di Forniti, Salami Nabil , precedentemente stralciata. Nabil verrà processato insieme agli altri imputati.
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Tornando al processo odierno, sono, come noto, 19 gli imputati. mancando Patrizio Forniti e la moglie Monica Montenero arrestati lo scorso 14 novembre in Marocco dopo una latitanza che durava dal luglio 2024 quando scattarono gli arresti derivanti dall’operazione “Assedio”. Tra gli imputati che devono affrontare il processo, l’ex sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi. Tra di loro anche Luca De Luca, considerato dalla DDA il braccio destro di Patrizio Forniti per il quale, essendo latitante, e Luigi Morra.
Tra gli imputati anche Sergio Gangemi, l’uomo vicino alla ‘ndrangheta di Reggio Calabria e molto attivo, da anni, in diversi campi di interesse, tra Aprilia, Latina e Roma. Quest’ultimo, però, insieme ai co-imputati Gianluca Vinci e Gianluca Mangiapelo, sarà giudicato col rito abbreviato.
A giudizio anche l’imprenditore apriliano Marco Antolini, Ivan Casentini (nipote del boss Forniti), Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo detto Roberto Venditti (del bar la Primula), Sergio Gangemi, Simone Amarilli, Sergio Caddeo, Massimo Picone, Matteo Aitoro, Gianluca Micheli, Gianluca Ambrosini e Giulia De Rosa. Accusati di associazione mafiosa Luca De Luca, Marco Antolini, Invan Casentini, Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo Venditti, oltreché a Patrizio Forniti, Monica Montenero e Maurizio Dei Giudici. Deve rispondere del reato del 416bis, anche l’ex primo cittadino Lanfranco Principi. Tra i reati contestati, a vario titolo, oltreché al concorso esterno in associazione mafiosa all’ex sindaco Lanfranco Principi, traffico di sostanza stupefacente (cocaina, hashish e marijuana), estorsione aggravata, rapina, lesioni e minaccia, usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria e detenzione e porto d’armi.
Barbera, interrogato dal pm Picchi, ha continuato a ripercorrere le circostanze che hanno delineato la maxi operazione “Assedio”, richiamando le vicende della rischiata mancata costituzione civile del Comune di Aprilia nei confronti dell’estorsione mafiosa a colpi di kalashnikov commessa dai fratelli Gangemi e Forniti. In una delle conversazioni citate dal colonnello, anche quella intercorsa tra Lanfranco Prinicipi e il deceduto Maurizio Dei Giudici (considerato intraneo al clan Forniti). Quest’ultimo spiegava all’allora vice sindaco: “Sapete qual è il sistema”.
Scandagliate da parte di Barbera i lavori pubblici affidati alla V&GA di Marco Antolini e all’impresa Ivan Casentini. In particolare, è stata posta l’attenzione sulle interlocuzioni tra imprenditori e parti politiche in modo da accelerare le pratiche di pagamento, con l’ombra delle mazzette. In uno dei passaggi, viene citato il leghista Roberto Boi, all’epoca, nel 2018, consigliere comunale, il quale aveva iniziato una battaglia politica per i lavori affidati alla V&GA. Secondo il Carabiniere, sulla scorta delle intercettazioni, Boi fu fatto contattare, per volere di Marco Antolini, da un ex politico Fabrizio Enderle. Per inciso, Boi, nella successiva consiliatura, che vide Principi diventare Sindaco, Boi fu nominato assessore.
Nel racconto di Barbera, viene citata anche la figura di Filippo Francesca, non indagato e dipendente comunale vicinissimo all’allora sindaco Antonio Terra, che gli inquirenti non esitano a definire “uomo di collegamento tra imprenditori, sindaco (nda: Terra) e criminalità organizzata”. Diversi i nomi citati nel processo: Pasquale De Majo e Giorgio Nardin. Quest’ultimo, secondo la ricostruzione del Carabiniere, sarebbe stato vittima di un attentato, sulla base di una conversazione intercettata in cui parlava Marco Antolini. L’imprenditore imputato menzionò Nardin perché subì un attentato a colpi d’arma da fuoco nei confronti di un locale a lui riconducibile: un esempio che chi non si comportava in un certo modo subiva ritorsioni, nonostante la pax mafiosa garantita dal sodalizio Forniti.
Lo stesso Nardin avrebbe agevolato l’appalto del Palazzetto dello Sport, poi affidato alle imprese dei fratelli Antolini, interessati ad accaparrarsi i lavori in subappalto della stuttura nella zona di Via Carroceto. I lavori erano stati affidati alla società So.Ge.Im. spa, la società firmataria della convenzione. Il subentro nei lavori in subappalto degli Antolini, secondo il testimone, avvenne grazie ai “buoni uffici” del sindaco Antonio Terra che si sarebbe fatto presentare rappresentare presso la So.Ge.Im. spa dall’ex consigliere comunale Giorgio Nardin (prima elezione nel 1990), già membro del Consorzio Industriale Roma-Latina. La vicenda si dipana dal maggio 2018 al marzo 2019 per un’opera prevista da una convenzione urbanistica di lottizzazione prevista dal 26 luglio 2005. Per festeggiare l’obiettivo raggiunto, Nardin e i fratelli Antolini invitano l’amministratore di So.Ge.Im Spa al locale della cosca, la Primula di Riccardo Venditti detto anche “il muto” o “Roberto”. È durante il pranzo che Nardin, dicendo di parlare a nome di Terra, presenta gli Antolini all’amministratore di Sogeim Paolo Corgna. In poche parole, li raccomanda: “È fondamentale che oggi usciamo da qui e rimane qui quello che è successo oggi, punto”.
Per quanto riguarda i rapporti con altri soggetti della criminalità organizzata, Barbera ha ricordato di come De Luca abbia sostenuto di avere avuto rapporti con personaggi della Banda della Magliana, in particolare con Danilo Abbruciati detto “Er Camaleonte”, ucciso durante l’attentato al vice presidente del Banco Ambrosiano a Milano. Il sodalizio, inoltre, ha avuto rapporti con la cosca Gallace di Anzio-Nettuno, per di più con esponenti apicali. Rapporti partitetici, puntualizza il colonnello, anche con esponenti della cosca Alvaro. Ci sono menzioni anche al clan di camorra Polverino.
Sia De Luca che Antolini parlando dei loro contatti con l’allora comandante della stazione di Aprilia, Ciro Pellegrino, dal 2003 al 2013. Pellegrino si sarebbe rivolto a De Luca quando, ad Aprilia, avvenivano episodi cruenti e lo faceva per riportare ordine nella città. Il 3 agosto 2018, presso la Primula, Marco Antolini e Ciro Pellegrino (in quel momento era in pensione) parlano. L’ex carabiniere avrebbe detto ad Antolini che era sottoposto ad indagini: “Gli dice che tutto il loro gruppo era intercettato”. Barbera spiega in aula che in quel momento, anno 2018, Pellegrino, pur essendo in pensione, aveva mantenuto rapporti con gran parte dei militari presenti nella Stazione di Aprilia. È lo stesso Pellegrino a dire: “Ci sono quattro stronzi che hanno il suo nome sulla bocca”, riferendosi ai Carabinieri che stavano indagando su Patrizio Forniti. Si torna in aula il prossimo 23 gennaio per proseguire l’esame del colonnello Barbera.
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IL PROCESSO – A febbraio 2025, è stato stabilito il giudizio immediato per tutti colori i quali sono stati raggiunti, lo scorso luglio 2024, dalle misure restrittive più gravi: carcere e domiciliari. È stata questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Francesco Patrone che ha accolto la richiesta presentata alla fine dello scorso anno dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli e Francesco Cascini. Come noto, si tratta del processo che scaturisce dall’operazione denominata “Assedio” che, nella provincia di Latina, ha terremotato l’amministrazione comunale di Aprilia, arrivando a contestare l’associazione mafiosa al gruppo autoctono retto dal boss Patrizio Forniti e interessando l’ex sindaco Principi, accusato di reati aggravati dal 416bis.
“Nella sua qualità di Vicesindaco del comune di Aprilia, con deleghe al Bilancio, Finanza e Tributi, Rapporti con le aziende e gli enti derivati, Affari Generali ed Amministrativi, Personale, Servizi demografici, inforrnato del pervenimento di una richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Aprilia presentata dalle associazioni “Reti di Giustizia” e “La frusta politica” – scrive il Gip Patrone – nel procedimento nr. 23829/’17 RGNR che vedeva imputati davanti al Tribunale di Velletri i fratelli Gangemi Sergio e Giampiero nonché Forniti Patrizio, contribuiva al rafforzamento dell’associazione di stampo mafioso capeggiata da Patrizio Forniti inducendo il Sindaco Antonio Terra a rinunciare alla richiesta di costituzione di parte civile con le frasi “noi non ci costituiamo per un cazzo, questa è una vicenda privata che a noi non ci riguarda”; “ehi, fermati…”, gli ho detto “stai buono, non ti inventare un cazzo”, ho detto “è ii Capo dei Capi gli ho detto io” ed altresì intervenendo presso Omar Ruberti, consigliere comunale di Aprilia e presidente della Commissione Bilancio, Tributi e Affari Generali, che doveva pronunciarsi sull’istanza, con le seguenti frasi “l’ultimo che ti ho delta è il “Capo dei Capi”, ma è cattivo, cattivo per dire cattivo, e facendo riferimento a possibili vendette o rappresaglie da parte loro: “Ma questi personaggi già sanno che questi hanno fatto queste cose che è…no? E stanno aspettando che facciamo qualche mossa, allora dico”. E infine con argomenti di analogo tenore nei confronti di singoli consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione così che la predetta commissione comunale respingeva la richiesta avanzata dalle associazioni di costituzione di parte civile. Contributo al sodalizio del quale informava, in corso d’opera, il capo clan Patrizio Forniti ed i sodali Luca De Luca, Luigi Morra, Ivan Casentini e Maurizio Dei Giudici, direttamente o per il tramite di Luigino Benvenuti”.
Principi, inoltre, “contribuiva al rafforzamento e al consolidamento dell’associazione di stampo mafioso, anche in adempimento del patto di scambio politico mafioso tramite: l’affidamento diretto il 13 novembre 2018 alla ditta SI.CO di Ivan Casentini, partecipe al sodalizio, del “servizio di pulizia caditoie stradali del comune di Aprilia” per l’importo di 48.678 euro; permettendo il tempestivo pagamento da parte del Comune di Aprilia delle fatture emesse dalla predetta società e dalla V&GA di Marco Antolini , partecipe al sodalizio, riguardo ai “lavori di manutenzione per interventi edili da eseguirsi su immobili comunali” per un importi a base d’asta part a 187.138,93 euro aggiudicato dalla precedente Amministrazione; assicurando il proprio sostegno per ogni bisogno e pretesa da parte dei membri della consorteria quali: l’assunzione del figlio di Marco Antolini, partecipe al sodalizio, l’autorizzazione alla installazione di video wall pubblicitari e di dispencer di acqua presso edifici pubblici da parte di ditta riconducibile a Antonino Ziino, partecipe al sodalizio, la sanatoria edilizia della casa abusiva di Luigi Morra, partecipe al sodalizio, la destinazione di un immobile in agro di Campoverde di Aprilia denominato ex farmaceutica acquisito da Antonio Fusco, Fabrizio e Marco Antolini, quest’ultimo partecipe al sodalizio, la partecipazione ai lavori per la costruzione dei parcheggi pubblici di Aprilia ed altri lavori edili appaltati dal comune di Aprilia alle ditte facenti capo a Marco Antolini, Ivan Casentini, tutti partecipi al sodalizio, sebbene accadimenti non verificatisi ad Aprilia dal mese di marzo 2018 e in data antecedente e prossima sino at mese di luglio 2024″.
