PROCESSO “ASSEDIO” AD APRILIA, “FOLLOW” GANGEMI: DA LUI SI È ARRIVATI AL GRUPPO FORNITI

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Mafia apriliana, prosegue il processo presso il Tribunale di Latina riguardante il sodalizio criminale di Forniti e le infiltrazioni mafiose nel Comune

È ripreso ed entrato nel vivo il processo, dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Nadile-Zani-Trapuzzano Molinaro, derivante dall’imponente operazione di DDA, DIA, Carabinieri e Polizia di Stato denominata “Assedio” che ha portato al commissariamento per infiltrazione mafiosa del Comune di Aprilia. Parti civili, oltreché all’ente comunale, difeso dall’avvocato Massimo Sesselego, l’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, difesa dall’avvocato Benedetta Manasseri, l’associazione “Rete di Giustizia. Il Sociale contro le mafie”, assistita dall’avvocato Fabio Federici e, infine, Libera, difesa dagli avvocati Vincenza Rando e Demetrio Villani. A rappresentare l’accusa il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Alessandro Picchi.

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Sono 19 gli imputati – mancando Patrizio Forniti e la moglie Monica Montenero ancora latitanti dal luglio 2024 quando scattarono gli arresti – che devono affrontare il processo, a cominciare dall’ex sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi. Tra di loro anche Luca De Luca, considerato una figura perno della malavita pontina e, dalla DDA, braccio destro di Patrizio Forniti per il quale, essendo latitante, si procede separatamente così come per la moglie Monica Montenero e Luigi Morra.

Tra gli imputati anche l’imprenditore di Latina, Antonio Fusco, a cui viene contestata l’usura ma anche l’associazione mafiosa, e Sergio Gangemi, l’uomo vicino alla ‘ndrangheta di Reggio Calabria e molto attivo, da anni, in diversi campi di interesse, tra Aprilia, Latina e Roma. Quest’ultimo, però, insieme ai co-imputati Gianluca Vinci e Gianluca Mangiapelo, ha chiesto di essere giudicato col rito abbreviato.

A giudizio anche l’imprenditore apriliano Marco Antolini, Ivan Casentini (nipote del boss Forniti), Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo detto Roberto Venditti (del bar la Primula), Sergio Gangemi, Simone Amarilli, Sergio Caddeo, Massimo Picone, Matteo Aitoro, Gianluca Micheli, Gianluca Ambrosini e Giulia De Rosa. Accusati di associazione mafiosa Luca De Luca, Marco Antolini, Invan Casentini, Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo Venditti, oltreché a Patrizio Forniti, Monica Montenero e Maurizio Dei Giudici.

Dovrà rispondere del reato del 416bis, anche l’ex primo cittadino Lanfranco Principi. Nel decreto di giudizio immediato, il Gip Patrone ricorda perché, specificando che i fatti a lui contestati vanno dal 2018 fino al luglio 2024 quando è stato arrestato.

Sergio Gangemi
Sergio Gangemi

Oggi, 3 settembre, ha iniziato a relazionare la funzionaria della Direzione Investigativa Antimafia che, in realtà, si è occupata del troncone romano dell’imponente indagine “Assedio”, pur partecipando alla relazione di porzioni delle due imponenti informative che sono alla base del processo: una del 2020 e l’altra del 2021.

L’investigatrice ha parlato generalmente della genesi dell’inchiesta e di 20 intercettazioni già trascritte per cui si è potuto procedere, oltreché all’esame del pm Picchi, anche al controesame del nutrito collegio difensivo composto dagli avvocati Giuseppe Cincioni, Massimo Biffa, Francesco Mercadante, Oreste Palmieri, Donato Felline, Pietro Pomanti, Gianluca La Penna, Fabrizio D’Amico, Gianluca Tognozzi, Andrea Barbesin, Emilio Siviero, Gianluca Agostini, Pierpaolo Dell’Anno e Francesco Vasaturo.

L’indagine vera e propria parte nel 2018. Gli investigatori si concentrano sulla famiglia Gangemi perché per gli investigatori sono imprenditori asserviti alle cosche, tra cui quelle calabre di ‘ndrangheta dei De Stefano e degli Araniti. La comparsa sulla scena di Patrizio Forniti induce gli investigatori della Dia a interpellare i Carabinieri: di Aprilia “Una situazione delicata per cui era facile scoprirsi”, spiega la testimone.

Il contatto che incuriosisce molto gli investigatori è quello di Gangemi e i Senese (il cartello della camorra romana più potente nella Città Eterna), senza contare che Forniti era dipendente di una delle società di Gangemi: la Spazio Food Uno. Peraltro, nella stessa società, c’era un secondo dipendente, Pasquale Lombardi, definito come l’alter ego del figlio di Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana.

La New Royal Trade, invece, è la società di logistica dei Gangemi che si muove tra Milano, Aprilia e Reggio Calabria, dove c’è la connessione con la cosca dei Mordà. Ad essere menzionato dalla investigatrice è l’arresto dei fratelli Gangemi, Patrizio Forniti e Mirko Morgani nell’ambito della estorsione ai danni di due imprenditori tra Pomezia e Torvajanica. Come noto, tra le contestazioni all’allora vicesindaco Lanfranco Principi, c’è quella di aver brigato per far sì che il Comune di Aprilia si costituisse parte civile in quel processo dove emergevano estorsioni milionarie a colpi di kalashnikov. Dopo non poca fatica e un’intensa pressione dell’informazione locale, alla fine l’ente apriliano, guidato dal sindaco Antonio Terra, si costituì parte civile.

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Su Aprilia – ha ricordato la funzionaria DIA – vengono registrate numerose intercettazioni che riguardavano l’imprenditore Marco Antolini che fa parte del vertice del gruppo Forniti (almeno secondo l’accusa), insieme anche a Ivan Casentini e Luca De Luca. Ad essere menzionato è anche l’imprenditore, ex dirigente del Latina Calcio, Davide Lemma il quale, minacciato dal clan Travali, si rivolge a Sergio Gangemi che, a sua voltam lo mette in contatto con Patrizio Forniti. Alla fine c’è un accordo: non più minacce a Lemma e, al contempo, Forniti diventa fornitore di droga del clan di origine rom Travali/Di Silvio. Dei fatti inerenti a Lemma sono i due collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese a riferire agli investigatori. Tutti e tre – Riccardo, Pugliese e Lemma – saranno testimoni nella prossima udienza del 21 ottobre.

L’udienza odierna, invece, oltreché a mettere in luce alcuni aspetti curiosi – la moglie Monia Montenero avrebbe ventilato il divorzio da Forniti perché troppo vicino a Gangemi che lo metteva nei guai -, ha confermato la figura di Sergio Gangemi. Il 51enne, imprenditore calabro trapiantato tra Aprilia, Roma e Latina, da tempo in carcere, era al centro delle attenzioni della Dia sin dal 2018. È in quell’anno che gli investigatori appurano la sua illimitata capacità economica, pur essendo stato già colpito da indagini, arresti, sorveglianze speciali e sequestri divenuti confische. Una figura tentacolare che ha rapporti con il mondo romano di Senese e Nicoletti e non disdegna le relazioni con il gruppo apriliano di Patrizio Forniti. Anche lui avrebbe dovuto sedere sul banco degli imputato, ma Gangemi ha puntato sul rito abbreviato che si celebrerà tra due settimane a Roma.

Gli investigatori hanno scandagliato gli allora indagati tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, oltreché all’utilizzo del Trojan all’interno del cellulare dell’allora vicesindaco, poi sindaco, Lanfranco Principi. Tra le conversazioni emerse oggi, c’è una che ha riguardato un ristorante su cui Gangemi aveva mess gli occhi. È Principi a spiegare a una terza persona di aver incontrato due dipendenti i quali, se in un primo momento non avrebbero voluto licenziarsi, successivamente, a seguito di un’interlocuzione con Gangemi, hanno accettato di farlo.

E tra le intercettazioni citate anche quelle tra De Luca e Antolini che discorrono dei problemi a sostenere le famiglie dei detenuti del gruppo. Proprio sulle conversazioni, le difese non avrebbero voluto fare il contro-esame in quanto molte di esse ancora non sono state trascritte. Alla fine, il Tribunale ha deciso che il contro-esame sarebbe stato comunque possibile svolgerlo, nell’attesa che, tra tre mesi, ci saranno tutte le intercettazioni.

Alla fine di una udienza durata in tutto circa 3 ore, il collegio ha stabilito anche altre due date, oltreché a quella del 21 ottobre: 7 novembre e 5 dicembre, nelle quali verrà ascoltato il colonnello dei Carabinieri che ha firmato le parti di informativa che hanno riguardato specificatamente la città di Aprilia. È ad un certo punto del lungo percorso investigativo che la DIA, seguendo Gangemi, si ritrova catapultata nella città del nord pontino, decidendo di interpellare i Carabinieri i quali hanno approfondito su Forniti e il resto del gruppo. Quasi 90mila abitanti, Aprilia, agli occhi degli investigatori, non è stata più la città degli Alvaro, ma quella del narcotrafficante Forniti e dei tentacoli del suo gruppo tra criminalità e imprenditoria.

Non sarà un processo semplice per via della tensione che si respirava. Presenti in aula anche molti famigliari degli imputati, qualche imputato e in una pausa anche il noto pluri-pregiudicato di Latina, Costantino “Cha Cha” Di Silvio.

IL PROCESSO – A febbraio 2025, è stato stabilito il giudizio immediato per tutti colori i quali sono stati raggiunti, lo scorso luglio 2024, dalle misure restrittive più gravi: carcere e domiciliari. È stata questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Francesco Patrone che ha accolto la richiesta presentata alla fine dello scorso anno dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli e Francesco Cascini. Come noto, si tratta del processo che scaturisce dall’operazione denominata “Assedio” che, nella provincia di Latina, ha terremotato l’amministrazione comunale di Aprilia, arrivando a contestare l’associazione mafiosa al gruppo autoctono retto dal boss Patrizio Forniti e interessando l’ex sindaco Principi, accusato di reati aggravati dal 416bis.

“Nella sua qualità di Vicesindaco del comune di Aprilia, con deleghe al Bilancio, Finanza e Tributi, Rapporti con le aziende e gli enti derivati, Affari Generali ed Amministrativi, Personale, Servizi demografici, inforrnato del pervenimento di una richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Aprilia presentata dalle associazioni “Reti di Giustizia” e “La frusta politica” – scrive il Gip Patrone – nel procedimento nr. 23829/’17 RGNR che vedeva imputati davanti al Tribunale di Velletri i fratelli Gangemi Sergio e Giampiero nonché Forniti Patrizio, contribuiva al rafforzamento dell’associazione di stampo mafioso capeggiata da Patrizio Forniti inducendo il Sindaco Antonio Terra a rinunciare alla richiesta di costituzione di parte civile con le frasi “noi non ci costituiamo per un cazzo, questa è una vicenda privata che a noi non ci riguarda”; “ehi, fermati…”, gli ho detto “stai buono, non ti inventare un cazzo”, ho detto “è ii Capo dei Capi gli ho detto io” ed altresì intervenendo presso Omar Ruberti, consigliere comunale di Aprilia e presidente della Commissione Bilancio, Tributi e Affari Generali, che doveva pronunciarsi sull’istanza, con le seguenti frasi “l’ultimo che ti ho delta è il “Capo dei Capi”, ma è cattivo, cattivo per dire cattivo, e facendo riferimento a possibili vendette o rappresaglie da parte loro: “Ma questi personaggi già sanno che questi hanno fatto queste cose che è…no? E stanno aspettando che facciamo qualche mossa, allora dico”. E infine con argomenti di analogo tenore nei confronti di singoli consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione così che la predetta commissione comunale respingeva la richiesta avanzata dalle associazioni di costituzione di parte civile. Contributo al sodalizio del quale informava, in corso d’opera, il capo clan Patrizio Forniti ed i sodali Luca De Luca, Luigi Morra, Ivan Casentini e Maurizio Dei Giudici, direttamente o per il tramite di Luigino Benvenuti”.

Principi, inoltre, “contribuiva al rafforzamento e al consolidamento dell’associazione di stampo mafioso, anche in adempimento del patto di scambio politico mafioso tramite: l’affidamento diretto il 13 novembre 2018 alla ditta SI.CO di Ivan Casentini, partecipe al sodalizio, del “servizio di pulizia caditoie stradali del comune di Aprilia” per l’importo di 48.678 euro; permettendo il tempestivo pagamento da parte del Comune di Aprilia delle fatture emesse dalla predetta società e dalla V&GA di Marco Antolini , partecipe al sodalizio, riguardo ai “lavori di manutenzione per interventi edili da eseguirsi su immobili comunali” per un importi a base d’asta part a 187.138,93 euro aggiudicato dalla precedente Amministrazione; assicurando il proprio sostegno per ogni bisogno e pretesa da parte dei membri della consorteria quali: l’assunzione del figlio di Marco Antolini, partecipe al sodalizio, l’autorizzazione alla installazione di video wall pubblicitari e di dispencer di acqua presso edifici pubblici da parte di ditta riconducibile a Antonino Ziino, partecipe al sodalizio, la sanatoria edilizia della casa abusiva di Luigi Morra, partecipe al sodalizio, la destinazione di un immobile in agro di Campoverde di Aprilia denominato ex farmaceutica acquisito da Antonio Fusco, Fabrizio e Marco Antolini, quest’ultimo partecipe al sodalizio, la partecipazione ai lavori per la costruzione dei parcheggi pubblici di Aprilia ed altri lavori edili appaltati dal comune di Aprilia alle ditte facenti capo a Marco Antolini, Ivan Casentini, tutti partecipi al sodalizio, sebbene accadimenti non verificatisi ad Aprilia dal mese di marzo 2018 e in data antecedente e prossima sino at mese di luglio 2024″.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Cincioni, Massimo Biffa, Francesco Mercadante, Oreste Palmieri, Donato Felline, Pietro Pomanti, Gianluca La Penna, Fabrizio D’Amico, Gianluca Tognozzi, Andrea Barbesin, Emilio Siviero, Gianluca Agostini, Pierpaolo Dell’Anno, Francesco Vasaturo, Stefano Iucci, Luca Giudetti e Guerrino Maestri.

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