PREVENZIONE INCENDI: LA PROPOSTA AMBIENTALISTA IGNORATA DAI COMUNI

Itri incendi

Nei mesi di aprile e maggio scorsi le associazioni Circolo Intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio” APS, Presidio Libera Sud Pontino “Don Cesare Boschin” e WWF Litorale Laziale hanno inviato agli enti preposti una prima richiesta (1 aprile) ed una sollecitazione (9 maggio) per la convocazione di un incontro intercomunale finalizzato all’istituzione di un tavolo permanente sulla prevenzione e il contrasto agli incendi boschivi

Nella richiesta sono state indicate alcune proposte destinate al Presidente della Provincia di Latina, ai Sindaci dei Comuni di Fondi, Monte San Biagio, Itri, Lenola,  Sperlonga e  Campodimele, al Comandante Provinciale dei Carabinieri Forestali, al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, ai Presidenti e ai Direttori del Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, del Parco Naturale Regionale Monti Aurunci, del Parco Naturale Regionale Riviera di Ulisse, al Commissario della XVII Comunità Montana “Monti Aurunci”, al Commissario della XXII Comunità Montana degli Aurunci e Ausoni, al Presidente e al Direttore dell’Arsial, al Presidente e al Direttore dell’ATC/LT2, alla Protezione Civile, al Comando di Polizia Locale.

“Le associazioni – dichiara Paola Marcoccia, presidente del Circolo Legambiente – hanno chiesto di convocare prima dell’estate una riunione intercomunale sugli incendi, con particolare riferimento a quelli boschivi, focalizzandosi sulle attività di prevenzione, controllo, contrasto intervento e coordinamento, secondo le rispettive competenze e in sinergia e con il coinvolgimento degli operatori economici interessati, delle associazioni venatorie e delle altre associazioni del territorio. Abbiamo indicato nella lettera alcune proposte che pensavamo di poter sottoporre all’attenzione degli enti preposti”. Tra le proposte che le associazioni avevano formulato: 

  • l’aggiornamento del catasto incendi, la verifica dell’applicazione dei vincoli delle Legge 353/2000 e delle sanzioni, amministrative o penali, a seconda della gravità della trasgressione ; 
  • l’individuazione di stalle di sosta intercomunali per il sequestro del bestiame trovato a pascolare sulle aree vincolate dagli incendi,  in considerazione della presenza diffusa dei fenomeni per i quali è previsto il sequestro amministrativo o giudiziario; 
  • i controlli del pascolo in zone percorse da incendio, spesso impervie e non facilmente raggiungibili, con la dotazione di idonea attrezzatura fotografica e droni per rilevare la marcatura degli animali; 
  • il contrasto al bracconaggio tramite una continua verifica sulle licenze e l’adozione di meccanismi di rotazione annuale nell’assegnazione delle zone fisse di caccia al cinghiale;
  • l’adozione di “contratti di responsabilità” sperimentati nel Parco dell’Aspromonte e in altre aree protette come possibile strumento per coinvolgere il volontariato ma anche i proprietari di fondi, gli agricoltori, i pastori, i cacciatori e la comunità intera stabilendo il riconoscimento di una premialità, inversamente proporzionale al risultato conseguito (meno incendi uguale premio maggiore);
  • la tecnica del fuoco prescritto, mediante l’utilizzo preventivo e controllato del fuoco ad opera di personale specializzato in aree definite da piani di gestione pastorale;
  • la tecnica del pascolo prescritto con cui le specie pascolanti (bovini, ovini e caprini), privilegiando la scelta delle razze locali, possono essere utilmente impiegate, con il sostegno del Comune, in zone assegnate e mediante recinto mobile contribuiscono a tenere puliti i terreni e quindi ad abbassare il rischio incendi;
  • tenere sempre attiva una campagna costante di sensibilizzazione, informazione, formazione e pianificazione informando sulle sanzioni penali cui incorre chiunque provochi, anche involontariamente, un incendio; 
  • incentivare l’uso di app dedicate o chat tra istituzioni, volontari e operatori per le segnalazioni da utilizzare anche per incendi o fuochi in aree a rischio o in periodo di divieto (serre, depositi di materiale vario, giardini); 
  • informare sul corretto smaltimento delle ramaglie; 
  • attivare nelle aree più a rischio o di maggiore pregio ambientale (come Parchi, SIC – siti di interesse comunitario della rete Natura 2000) punti di avvistamento permanenti nel periodo dichiarato ad elevato rischio di incendi boschivi; 
  • migliorare la toponomastica delle strade collinari; 
  • effettuare la manutenzione straordinaria ed ordinaria di strade, strade bianche e strade vicinali; 
  • installare la segnaletica verticale dei sentieri CAI; 
  • obbligare i proprietari alla pulizia dei fondi; 
  • anticipare di qualche settimana la pubblicazione delle ordinanze sindacali sul divieto dei fuochi; 
  • controllare e sanzionare per i picnic in zone vietate; 
  • istruire i cittadini su come riconoscere il pericolo incendi e rispondere con comportamenti adeguati nelle situazioni di emergenza; 
  • informare sul corretto smaltimento degli imballaggi delle attività agricole; 
  • incrementare la telesorveglianza; 
  • per le aree percorse dal fuoco escludere l’automatismo degli interventi di riforestazione, privilegiando piuttosto interventi di bonifica che favoriscano la rinaturalizzazione spontanea della vegetazione.

“Purtroppo – continua Paola Marcoccia – non è stato ancora convocato il tavolo, probabilmente a causa delle difficoltà di coordinamento di un numero così elevato di soggetti interessati, e purtroppo anche l’estate 2022 sarà ricordata come una delle peggiori per gli incendi e i danni che l’intera collettività dovrà pagare nei prossimi mesi in termini di dissesto idrogeologico e perdita di biodiversità. Vogliamo però ribadire che il tavolo proposto è permanente e che da subito è possibile far ripartire ogni iniziativa per ridurre drasticamente il numero di incendi sul nostro territorio, che diventa sempre più desolato anno dopo anno con grave danno sulla salute dei cittadini e per tutti i settori economici, a partire da quello turistico. Come ogni fenomeno umano, anche la piaga degli incendi boschivi può essere combattuta e debellata. Chiediamo agli enti, soprattutto quelli sovracomunali,  che hanno ricevuto la nostra richiesta di istituire un tavolo intercomunale e farla propria modificandola secondo le proprie competenze e sensibilità”.

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