Arrestato in Spagna: era andato nella clinica odontoiatrica per un impianto a un molare. Così è finita la latitanza di Massimiliano Del Vecchio
Un risultato importante quello conseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, i quali, con l’aiuto dirimente della Guardia Civil spagnola, hanno arresto il latitante 42enne di Fondi, Massimiliano Del Vecchio, a capo del cartello criminale votato al narcotraffico e alla droga imperversante nella città della Piana e con mire di allargamento nel capoluogo e in altri centri della provincia pontina, fino al sud pontino.

Si trovava in una clinica dentale, nel quartiere centrale “Gràcia” a Barcellona, Massimiliano Del Vecchio. Il suo appuntamento – come hanno spiegato nella conferenza stampa (vedi video alla fine dell’articolo) il comandante provinciale Christian Angelillo e il comandante del nucleo investigativo, Antonio De Lise, alla presenza del comandante della compagnia di Terracina, Saverio Loiacono – era fissato alle ore 11,15 di ieri, 6 luglio. È entrato nella clinica che le forze di polizia spagnole avevano già individuato: da subito è scattata il riconoscimento facciale. Dopo l’operazione, ancora anestetizzato, Del Vecchio si è visto circondato dagli agenti della Guardia Civil e dai Carabinieri pontini, compreso il comandante De Lise.
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Non era ancora cosciente di ciò che stava avvenendo, complice l’anestetico necessario per l’impianto al molare. I suoi denti erano bianchissimi e, con sé, Del Vecchio aveva uno zaino: all’interno 100mila euro in contanti, un telefonino e alcuni fogli con appunti scritti a penna recanti nomi e luoghi interessantissimi dal punto di vista delle indagini che proseguono per ricostruire eventuali complici che hanno favorito la sua latitanza e nuovi affari che il 42enne aveva in Spagna.
Trovato in un luogo molto avvezzo a ospitare latitanti e boss, Del Vecchio, quando è uscito dalla clinica, stava guardando il cellulare. Ha alzato lo sguardo e ha riconosciuto subito il comandante De Lise, pur non avendolo mai visto di persona. “Stavo meglio prima”, avrebbe detto ai militari che lo hanno arrestato.
Tra le carte è stato trovato anche un documento falso: il nome era quello di un uomo di origine calabrese, su cui saranno svolti approfondimenti. La data di nascita era più o meno vicina alla sua: 1983. Arrestato già due anni fa in Spagna (aveva anche in quel caso un documento d’identità contraffatto), successivamente, nel 2023, Del Vecchio era andato di nuovo fuori dal territorio nazionale. Poi, da novembre 2024, era latitante, scampato alla maxi operazione che ha portato a 16 arresti tra Fondi e Latina, tra cui il suo ex amico Johnny Lauretti, diventato collaboratore di giustizia. Per i suoi sodali sono state già chieste condanne esemplari nel rito abbreviato che si concluderà in autunno.
Ora, i militari, che dopo l’arresto di Del Vecchio hanno compiuto perquisizioni tra Fondi, la provincia di Latina e quella di Frosinone, saranno impegnati a ricostruire le tappe della latitanza di Del Vecchio: se sia stato sempre nella zona di Barcellona o se abbia cambiato più città nel corso di circa due anni di primula rossa; chi ha favorito la sua latitanza; come si è sostentato; chi ha pagato. La cattura, intanto, è avvenuta anche grazia al tracciamento dei segnali web lasciati dal narcos e dai suoi accoliti. La meticolosa indagine dei Carabinieri ha fatto il resto.
Di sicuro c’è che il suo arresto testimonia ancora una volta il legame tra i narcos nostrani – ossia ciò che era diventato Del Vecchio che aveva legami con il gruppo Forniti di Aprilia e personaggi della camorra romana – e la terra iberica. La stessa terra da dove pochi mesi fa è stato estradato un altro narcos pontino di livello: Gian Luca Ciprian.