PRESENTATA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE A LATINA

Giornata Internazionale dell’Infermiere, presentato dall’Opi Latina l’evento del 12 maggio in piazza del Popolo

Dalle 18 varie attività di promozione della salute e alle 20,30 la proiezione del pluripremiato docufilm “Io Resto”. La presidente Nancy Piccaro: “Promuoviamo la cultura della prevenzione e puntiamo a valorizzare l’Infermiere come professionista della Salute, a stretto contatto con i cittadini”

Il Circolo Cittadino di piazza del Popolo ha ospitato questa mattina la presentazione dell’evento organizzato per giovedì 12 maggio dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Latina. In occasione della “Giornata internazionale dell’Infermiere” l’Opi ha deciso di proporre nel cuore del capoluogo, a partire dalle 18, una serie di attività di educazione sanitaria e di promozione della salute rivolte alla cittadinanza. Si proseguirà alle 20.30 con la proiezione, su un maxischermo allestito in piazza dalla “ZeroEvent”, del docufilm “Io Resto”, di Michele Aiello. 

I dettagli dell’evento sono stati illustrati dalla presidente dell’Ordine, Nancy Piccaro, dal segretario Alessio Reginelli e dal tesoriere Antonio Melfi. Intervenute anche la segretaria della Commissione Albo Infermieri, Monia Terrazzino, e la presidente della Commissione Albo Infermieri Pediatrici Luisina Agostini.

Ha fatto gli onori di casa la presidente Nancy Piccaro: “La pandemia non è ancora sconfitta ma la campagna vaccinale ci permette ora di stare insieme e di riattivare quelle forme di relazione con i cittadini interrotte in questi ultimi anni. Per presentare la nostra iniziativa prendiamo spunto da <Ovunque per il bene di tutti>, lo slogan del congresso nazionale Opi tuttora in corso: l’infermiere è una figura professionale che agisce sul territorio e vicino al cittadino, è l’anello fondamentale della catena del sistema sanitario. Tre fasi ci contraddistinguono: l’infermiere è vita, perché dove non c’è aumenta la mortalità del 33%; l’infermiere è relazione, perché più di altri è in grado di stare vicino al paziente, prendendo in carico la persona in carico nella sua interezza, compresi il carico emotivo ed il contesto sociale e familiare; l’infermiere è futuro, perché in sua assenza il nostro sistema sanitario non avrebbe possibilità di crescere. Su quest’ultimo aspetto voglio evidenziare la sfida lanciata dai progetti del Pnrr, che puntano sullo sviluppo dell’assistenza, della telemedicina e della presa in carico. In questa prospettiva si afferma la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, un professionista della salute in grado di avvicinarsi il più possibile alla sfera personale del paziente e in grado di diffondere la cultura della prevenzione promuovendo l’adozione di corretti stili di vita. Per questo intendiamo rafforzare il patto con i cittadini, con questo intento abbiamo organizzato l’evento”. 

Tali concetti sono stati ribaditi dal segretario Alessio Reginelli e dal tesoriere Antonio Melfi: “Nei nostri stand offriremo gratuitamente la rilevazione di parametri vitali, glicemia e livelli di emoglobina, fornendo informazioni e dimostrazioni su manovre di primo soccorso, disostruzione e rianimazione cardiopolmonare. Rilasceremo un prospetto con tutti i dati rilevati, da far visionare poi dal proprio medico di famiglia. La presenza delle infermiere pediatriche, inoltre, sarà l’occasione per genitori e neo mamme di ricevere preziosi consigli sulla cura dei bambini. Con tali iniziative mettiamo in atto l’Art. 7 del codice deontologico, che testualmente cita: Cultura della salute – L’Infermiere promuove la cultura della salute favorendo stili di vita sani e la tutela ambientale nell’ottica dei determinanti della salute e della riduzione delle disuguaglianze, e progettando specifici interventi educativi e informativi a singoli, gruppi e collettività. Faremo tutto questo con il supporto degli studenti del Corso di Laurea Infermieristica di Latina e di Terracina, Formia e Gaeta e in sinergia con alcune associazioni, Avis in primis”. 

Durante la conferenza è intervenuto in videocollegamento il regista di “Io Resto”, Michele Aiello. L’opera, premiata in svariati festival cinematografici internazionali, è stata realizzata utilizzando come set reale l’Ospedale Civile di Brescia, uno dei più grandi d’Europa: “Il titolo al singolare, Io Resto, è per il modo di vivere in maniera intima e personale la scelta di rimanere in ospedale e continuare a svolgere il proprio lavoro. La figura dell’infermiere è spesso marginale nel racconto degli ospedali ma merita invece la massima considerazione per quello che sa offrire e per ciò che sa trasmettere. Mi è stata data la possibilità di poter vedere dentro il reparto e ho potuto quindi realizzare un film che non è uno spot e non ha nulla di promozionale: è uno sguardo esterno e indipendente, che racconta quanto accaduto durante la prima ondata pandemica”. 

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