Accusata di omissioni di atti d’ufficio, una postina di Cisterna di Latina viene assolta dal Tribunale di Latina
Era accusata di rifiuto o omissione di atti d’ufficio e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, A.R. (le sue iniziali), la postina di 63 anni, originaria di Cisterna, che è stata giudicata oggi, 4 dicembre, dinanzi al I collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana.
Secondo l’accusa, oggi rappresenta dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, la donna avrebbe omesso di notificare una raccomandata dall’ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti (UNEP) di Latina verso un uomo di nome “Domenico”, il cui stesso nome era stato scritto malamente sulla raccomandata: “Domenicp”.
La raccomandata conteneva un atto di citazione emesso dalla Procura di Latina. Ad ogni modo, la dipendente di Poste Italiane, visto l’errore, ha barrato sull’avviso di ricevimento la voce di “irreperibilità” del destinatario, riportando anche che al civico non corrispondeva il nome di “Domenicp”, bensì quello di “Domenico”.
La donna, difesa dall’avvocato Antonio Leone, era accusata anche di falso poiché secondo il GPS, a data ora, non risultava al civico dell’utente summenzionato. Secondo la Polizia Postale, che ha svolto l’indagine, il giorno 28 ottobre 2019 la postina non certificò l’irreperibilità al civico della persona in questione, ma lo fece dall’Ufficio Postale di Cisterna di Latina in via Porta Agrippina. Dati che risultavano dal report presente sul palmare in dotazione alla dipendente.
Lo stesso pubblico ministero Giuseppe Miliano ha chiesto l’assoluzione della donna, mentre la difesa ha spiegato che la donna, obbligata a fare a mano la notifica, non ha potuto rilasciare l’avviso al destinatario come ha correttamente relazionato.
Prima della sentenza finale, sono stati ascoltati l’ispettore della Polizia Postale che ha svolto le indagini e la direttrice dell’Ufficio Postale di Cisterna. Alla fine, dopo la camera di consiglio, il I collegio della terna di giudici Soana-Bernabei-Brenda ha assolto la donna.