Ampliamento del locale di ristorazione a Ponza, i consiglieri comunali di opposizione mettono sotto la lente le azioni del Comune
“Nessun dubbio che ci troviamo di fronte ad uno scempio inaudito, che non può essere tollerato“. Così, in una nota, i consigliere comunali di minoranza Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli.
L’attenzione dell’opposizione si è concentrata su una nota attività de luogo, un ristorante che, secondo gli esponenti politici, avrebbe ottenuto dal Comune spazi ulteriori al proprio esercizio commerciale. Tutto da verificare ovviamente ma i. consigliere ne sono convinti: “Per fare questo bel capolavoro, il Comune ha violato leggi e regolamenti comunali“.
“Tutti i Ponzesi che percorrono via Dante – spiegano i consiglieri – vedono che il marciapiede è transennato ed è oggetto di lavori. Il Comune, infatti, ha concesso all’attività di rifarsi il look e di rifare il look a questa parte del marciapiede di Sant’Antonio. Cosa c’è di male in questa decisione dell’amministrazione Ferraiuolo?Di male c’è che il suolo pubblico del marciapiede di Sant’Antonio è stato acquisito al patrimonio comunale nel 2015 (prima era del Demanio) e i manufatti che erano sul marciapiede, come l’attività di ristorazione, per il principio di accessione di cui all’art. 934 del Codice Civile, dal 2015 sono quindi diventati proprietà del Comune“.
“Il Comune, invece, ha di fatto regalato la sua proprietà così svendendo il patrimonio comunale convenendo con l’attività di ristorazione un contratto d’affitto ridicolo, di appena 20.000 euro l’anno, e che ha un’assurda durata di venti anni più dieci (totale: 30 anni)”.
Secondo i consiglieri “il tutto è stato deciso dalla Giunta, mentre per legge è il Consiglio Comunale che stabilisce la destinazione e l’uso del suolo e del patrimonio pubblico; la ditta incaricata dei lavori andava individuata a seguito di gara pubblica”.
I rappresentanti politici sostengono che la vicenda sia materia per la Procura della Repubblica e dell’Autorità Anticorruzione (ANAC), menzionando un episodio che a loro dire sarebbe ancor più grave come la richiesta presentata dal titolare dell’attività di ampliare la superficie del ristorante di altri 310 metri quadrati, con la realizzazione di una pedana di legno, poggiata su palafitte, lato mare.
Tuttavia, secondo i consiglieri “la “relazione tecnica” spiega che il ristorante con i tavoli che già occupano il marciapiede, quasi impedendo alla gente di camminare, non ce la fa proprio a reggere le richieste della clientela. Ora, come si può vedere nella planimetria presentata al Comune, la superficie del marciapiede (quella in rosa) finora occupata dai tavoli del ristorante, è pari a 73,96 metri quadrati. E sono già tanti. L’area davanti al bancone è di 17 mq, la sala del ristorante al chiuso è di 49,27 mq e l’area esterna è di altri 7,65 mq. Totale: 73,96 mq”.
La superficie del progetto, invece, a detta dell’opposizione, “invade” la spiaggia e il mare, con la pedana su palafitte, inoltrandosi verso il mare per 10 metri, poi si estende in lunghezza per ben 47 metri lineari e si chiude, lato tunnel, con 6 metri di profondità dentro il mare. Sapete a quanto ammonta la “sorpresa”? Sono esattamente 310 metri quadrati in più degli attuali 73,96. È la moltiplicazione per quattro volte della superficie“.
Il 29 gennaio 2021 – ricordano i consiglieri di opposizione – fu presentata un’interrogazione al Sindaco, nella quale “denunciavamo tutte le manovre del Comune per favorire sfacciatamente l’attività. In seguito, abbiamo monitorato tutti gli sviluppi della situazione, mese per mese, e rincarato la denuncia delle illegalità che erano commesse. Ricordiamo anche che non siamo stati i soli a denunciare queste magagne, perché i consiglieri di maggioranza Carlo Marcone e Mimma Califano hanno espresso pubblicamente le nostre stesse critiche, anche aggiungendo argomenti molto puntuali”.