La storia di una signora di Pontinia che nel mezzo dell’estate scorsa si è vista espropriare un terreno dal Comune senza alcun indennizzo
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marietta Rosina Parlapiano, una signora di Pontinia che dà conto di una storia che sembrerebbe inverosimile ma che è realmente accaduta. Un Comune, quello di Pontinia, che espropria un terreno (in foto), all’insaputa del proprietario, e non prevede un indennizzo. Una Delibera votata in piena estate e, poi, ritirata nel giorno della presentazione di un ricorso amministrativo. Insomma un condensato di pressapochismo amministrativo per l’esigenza del campo sportivo che tutti vogliono ma per cui nessuno riesce a sbrogliare la matassa.
“Mi chiamo Marietta Rosina Parlapiano e sono una cittadina di serie B. Vengo a raccontare i fatti che mi hanno riguardata negli ultimi mesi e, lo faccio, dopo aver terminato le formalità legali. Il comune di Pontinia con delibera di giunta n. 129 del 13 Agosto ha disposto l’occupazione d’urgenza preordinata all’esproprio del terreno di mia proprietà sito in zona Peep nei pressi di via Aldo Moro per la realizzazione di un campo sportivo. In merito direi che dimostrare l’urgenza per la realizzazione di un campo sportivo dovrebbe essere già di per se cosa ardua. In questa delibera comunque, il Comune andava ad espropriare a “titolo gratuito” il terreno di mia proprietà in chiara violazione dell’articolo 42 della costituzione e di numerose altre leggi.
Lo stesso assessore ai lavori pubblici in un suo intervento su Facebook (sulla pagina “Sei di Pontinia se”) dichiarava: “il 13 agosto abbiamo espropriato a titolo gratuito il lotto di terreno che doveva, per norme tecniche, essere ceduto al comune dal proprietario […] Quindi al comune non costa nulla e se il proprietario farà ricorso e un giudice deciderà per il pagamento il comune diventerebbe proprietario della stessa cubatura. Conoscendo bene la nomea preferisco che un giudice ingiunga il pagamento e non la Corte dei Conti che condanna il Comune per danno all’erario per pagamento non dovuto”.
Faccio notare che non esistono norme tecniche che impongono alcuna cessione e che il danno erariale non lo paga il Comune, ma i cattivi amministratori!
Detto questo, vorrei aggiungere che sono una Signora di 75 anni, come si può evincere dai dati sensibili che avventatamente sono stati pubblicati dal Comune in quella sopra richiamata e in tutte le altre delibere che mi riguardano. Cosa anche questa di legalità estremamente opinabile. Una Signora di 75 anni che vive della propria pensione e che viene a conoscenza di tale delibera grazie all’interessamento di suo nipote poiché il Comune, amministrato da ingegneri e avvocati, così come non ha messo a bilancio le somme destinate alla indennità di espropriazione dovute, allo stesso modo ha ritenuto di agire legittimamente non comunicando alla proprietaria la procedura di esproprio a suo danno.
A mie spese, quindi, mi sono vista costretta a nominare un avvocato il quale mi ha confermato che non siamo nella Bulgaria del regime comunista, ma in Italia. Per tali ragioni è stata inviata una richiesta di annullamento in autotutela della delibera n. 129 e, in seguito a un incontro avvenuto il 15/10/2019, gli amministratori hanno ritenuto opportuno dover approfondire la questione dell’esproprio a indennizzo zero. Il medesimo approfondimento è stato fatto richiedendo al mio avvocato il materiale legislativo del caso, chiaramente sarebbe stata troppa fatica studiarlo da soli.
Lo stesso avvocato andava così a presentare il giorno 31/10/2019 il ricorso al T.A.R. e, guarda caso, lo stesso giorno il Comune di Pontinia con la “solita” delibera di giunta (in questo caso è la n. 161) andava a revocare la deliberazione n, 129. Ovviamente, ancora una volta, tutti i miei dati sensibili venivano messi in pubblico in tutta tranquillità.
Ora mi chiedo: non sarebbe stato più corretto studiare l’iter degli espropri prima di espropriare illegittimamente a titolo gratuito?
È corretto tale atteggiamento verso una Signora di 75 anni da parte della pubblica amministrazione? Forse gli anziani in Italia non sono più una categoria da proteggere? Esiste ancora in Italia lo stato di diritto? Esistono le leggi, le procedure, il rispetto, l’etica e la morale?
Il sindaco e gli amministratori che non hanno avuto il coraggio, così come auspicato dall’assessore ai lavori pubblici, di porsi sotto il giudizio di un giudice pensano sia corretto restituirmi le spese legali che ho dovuto sostenere per “mancati approfondimenti” da parte di persone che dovrebbero essere edotte e che vengono pagate per ben amministrare la cosa pubblica?
Sono giunta all’età di 75 anni per avere la certezza che a Pontinia sono una cittadina di serie b, una cittadina a cui sono stati negati i suoi diritti più elementari. Con rammarico scopro di vivere in un paese in cui le istituzioni non hanno tutelato la mia libertà, la mia proprietà e il mio diritto di vivere in Santa Pace.
In ultimo, segnalo che in concomitanza con la vicenda sopra riferita, a mia insaputa e senza alcuna mia autorizzazione sul mio terreno sono stati sversati numerosi mucchi di terreno.
Questo è quanto volevo testimoniare, e sia chiaro: non accetto scuse da questi amministratori pro tempore, poiché la base per essere uomini politici è avere una corretta morale e quindi una corretta etica”.