Il candidato alla Camera nel collegio Terracina-Cassino, Nicola Ottaviani (Lega), interviene sulle dichiarazioni del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Suo attacco pessimo esempio per i giovani e per il sud”
“Di Maio, con le sue solite invettive – ha dichiarato il due volte sindaco di Frosinone, candidato alla Camera per il centrodestra, Nicola Ottaviani – pur essendo, ancora per poco, il titolare della Farnesina, continua nella sua ambiguità internazionale, oltre che nostrana. Adesso, senza alcuna spiegazione seria e comprensibile, accusa Matteo Salvini di spingere l’Italia verso la Russia, solo per mascherare i fallimenti della nostra politica estera negli ultimi anni. Sulla tragedia della Libia, davanti alle nostre coste del Mediterraneo, l’Italia è stata relegata al ruolo di mera spettatrice rispetto ad altri Paesi che hanno ben chiaro il riassetto globale della politica energetica. E da lui, solo qualche sorrisetto, da Alice nel paese delle meraviglie. Sul conflitto russo-ucraino, tutti ricordiamo come, a febbraio, quando ancora vi era lo spazio per attivare una forte pressione diplomatica dall’Europa e, soprattutto dall’Italia, in modo pilatesco e infantile, il grillino dichiarò che “non possono esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione”. Una posizione contraria a ogni serio approccio internazionale, che produsse la reazione scontata del Ministro russo, che commentò “Una strana idea di diplomazia”, secondo Sergej Viktorovič Lavrov, “La diplomazia è stata inventata solo per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”.
“I nostri giovani, nelle università italiane, soprattutto nei grandi atenei del sud come Napoli, Bari, Catania e Palermo, studiano queste regole essenziali in una materia, quella del diritto internazionale, che evidentemente risulta ancora sconosciuta a Di Maio. Per il futuro, il centrodestra investirà sui giovani che si formano in queste e nelle altre università del Sud, per ridare immagine al Paese e alla nostra classe dirigente, che sarà la nuova protagonista anche sui tavoli internazionali.”