PIANO PAESISTICO REGIONALE VICINO AL PASTICCIO IN ATTESA DELLA CONSULTA. PERNARELLA: RISCHIO CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA

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Ptpr, Pernarella (M5S): “Subito al voto in Aula”. L’intervento della Consigliera regionale dopo l’impugnativa del Ministero dei Beni Culturali di fronte alla Corte Costituzionale 

Il Consiglio dei Ministri, secondo quanto richiesto dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, su proposta del Ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, ha deliberato, il 6 aprile, di sollevare ricorso per conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Regione Lazio in relazione alla delibera del Consiglio regionale n. 5 del 2 agosto 2019, concernente l’approvazione del “Piano territoriale paesistico regionale (PTPR)”, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio il 13 febbraio 2020.
 
Uno scenario che, secondo la consigliera regionale del Lazio, Gaia Pernarella, era ampiamente prevedibile con l’aggravante che, ad ora, si crea un vulnus in cui potrebbero incunearsi interessi di ogni genere a danno di un ambiente, quello laziale, già sconquassato da anni di consumo del suolo e piani a detrimento della vivibilità dei cittadini.
 
Ecco perché l’auspicio è che si possa quanto prima mettere in agenda la discussione del Testo, poiché il pericolo, almeno sul versante del rispetto delle regole generali e dell’ambiente, è che in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale vengano applicate le norme del PTPR medesimo così da dare il via a progetti non proprio rispettosi del territorio.
Il Ptpr, infatti, è un piano urbanistico-territoriale, redatto dalle Regioni congiuntamente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (o almeno così dovrebbe essere), che si prefigge la tutela, sia in qualità di conservazione e preservazione che di uso e valorizzazione di specifiche categorie di beni territoriali: dai monti ai laghi, dai territori costieri ai boschi.
 
Considerato che da più parti, nel Lazio, forti sono state le critiche sul Piano regionale approvato, non è peregrino pensare che questo stallo possa produrre una deregulation da cui poi tornare indietro non sarebbe facile.
A dimostrazione che questo Piano, inoltre, non ha avuto, per così dire, un percorso condiviso ed “ecumenico”, è sufficiente risalire a quanto accadde al momento dell’approvazione avvenuta all’alba, dopo giorni di accese discussioni e ben 4 maxi sub emendamenti che consentirono di bypassare più di duemila proposte di correzione sostenute dalle opposizioni.
 
“La discussione sul Testo proposto dalla Giunta inerente l’accordo tra Regione Lazio e Mibact sulle norme del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale va calendarizzata quanto prima in Commissione e votata in Aula”. A dichiararlo è, infatti, Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle che proprio nella giornata di ieri ha formalizzato al Presidente della X Commissione e a tutti i suoi membri una richiesta ufficiale in tal senso oltre a essere prossima a presentare alla Giunta Regionale un’interrogazione sul tema.

“Ritengo che sia nostra responsabilità esprimere al più presto il parere di merito in modo da velocizzare i lavori anche per il Consiglio che dovrà approvarlo – si legge nella richiesta della Consigliera 5 Stelle -. Credo infatti – prosegue -, che non serva essere statisti o giuristi per capire che una volta superati i rilievi sollevati dal Ministero, decadrebbero i presupposti per l’impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale e – sottolinea -, ritengo inoltre che non dovremmo dar adito a chi accusa questo Consiglio di inerzia volontaria”. E a margine ricorda: “Quanto avevamo previsto in fase di approvazione nell’agosto scorso, quando avevamo presentato una pregiudiziale e una sospensiva sollevando sull’atto dubbi di incostituzionalità, si è puntualmente avverato: intervenire velocemente e mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista del suo patrimonio naturale, artistico, culturale e paesaggistico è ora una priorità. Lasciare le cose così come sono nell’attesa dell’intervento della Corte Costituzionale – conclude -, condannerebbe la nostra regione a un insostenibile stallo / vacatio che avrebbe il “merito” di favorire il proliferare di impianti industriali, inceneritori, consumo di suolo attraverso una selvaggia cementificazione. Insomma, tutto ciò che il Lazio non può permettersi”.

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