Accusate di atti persecutori ai danni dell’ex compagno e dei figli minorenni: rinviate a giudizio una donna e sua madre
Inizierà il prossimo 22 settembre, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, il processo per stalking nei confronti di due imputate: si tratta di una 39enne e di sua madre, 66 anni, entrambe originarie e residenti a Sezze.
Le due donne, S.R. e D.S. (le loro iniziali), difese dall’avvocato Nicolas Osvaldo Girado, sono state rinviate a giudizio dal giudice per l’udienza preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario. La più giovane delle due imputate è attualmente agli arresti domiciliari, in ragione dell’aggravamento della misura che prevedeva il divieto di avvicinamento all’ex compagno (44 anni) e ai due figli minorenni: un ragazzo e una ragazza adolescenti. La madre e nonna dei due ragazzini, invece, deve rispettare anche lei il divieto di avvicinamento alle tre parti offese, nessuna delle quali oggi si è costituita parte civile. Le misure sono state chieste e ottenute dal pubblico ministero e titolare dell’indagine, Giorgia Orlando.
Le accuse a carico di madre e figlia sono quelle di aver messo in pratica una serie di comportamenti violenti a livello verbale contro l’ex compagno della donna e dei due figli avuti dalla loro relazione. I due minorenni, al momento, sono affidati ai servizi sociali del Comune di Sezze contro i quali è in essere un procedimento penale per via di una denuncia presentata dalla madre, oggi imputata per stalking, che lamenta diverse inadempienze. Infatti, secondo la donna, i servizi sociali non avrebbero consentito di poter vedere i due adolescenti, in spregio alla possibilità di permettere la frequentazione, seppure controllata, dei minori.
A far scattare l’indagine e il conseguente procedimento penale che ha avuto oggi l’epilogo nel rinvio a giudizio, è stata una serie di messaggi e interlocuzioni che avrebbero visto le due donne protagoniste tra parolacce e violenze verbali contro il compagno e i due ragazzi. Una storia complicata che andava avanti da anni, peraltro condita da altre denunce vicendevoli tra la più giovane delle imputate e il suo ex compagno.
Al 44enne, le due donne imputano di non poter vedere i due bambini, avuti dalla relazione dell’uomo con la donna di 39 anni. Nel mezzo, ci sono già alcuni contenziosi civili che vedono al centro l’affidamento dei minorenni. L’uomo, ad ogni modo, sarebbe stato pedinato e fatto oggetto di insulti: “Perché non ci fai vedere i bambini?”. È questa la domanda che le due donne hanno rivolto all’uomo nel corso di un litigio in seguito al quale l’autorità giudiziaria ha emesso la misura di divieto di avvicinamento, poi aggravata dal Gip per la 39enne. In particolare era la nonna dei bambini a lamentare il fatto di non poter vedere i nipoti.
Lo scorso 30 settembre, madre e figlia sono state ascoltate nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia tenutosi dinanzi al Gip Mara Mattioli. La più giovane, madre dei due bambini, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre la madre di lei ha negato la circostanza di aver mai perseguitato l’ex genero. Sarà il rito ordinario a stabilire il destino giudiziario di madre e figlia.