Una procedura selettiva come ce ne sono tante in ogni Comune della provincia pontina, solo che a Formia risalta non tanto il vincitore ma quello escluso, al secolo l’ingegnere Pietro Terreri. Inidoneo questo appare all’esito della selezione della mobilità volontaria per un posto nell’ente formiano da Ingegnere Edile-Civile di Categoria D.
Ma chi è Pietro Terreri? Premesso che non si conoscono i motivi ufficiali della sua non idoneità stabilita dalla commissione giudicante, l’ingegnere, ex dirigente nel Comune di Piedimonte Matese (ma su LinkedIn si definisce funzionario nello stesso ente), non è passato inosservato, sopratutto alle cronache locali casertane. Al di là degli esiti di natura penale, sicuramente la sua storia è stata sviscerata, con dovizia di particolari, e il quadro che ne è emerso parla di intrecci famigliari e legami con soggetti posti ai raggi X dall’Antimafia e finiti persino nelle parole di un pezzo da novanta dei Casalesi, Antonio ‘O Ninno Iovine.
Un personaggio sicuramente in grado di contare nelle amministrazioni del casertano attraverso le quali, parrebbe, si è costruito la fama di potente.
Terreri, ad oggi, è coinvolto nel processo dinnanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere scaturito dall’inchiesta Assopigliatutto, una presunta turbativa d’asta per truccare le gare d’appalto inerenti alla raccolta rifiuti nei comuni casertani di Casagiove, Alvignano e Piedimonte Matese e che aveva portato all’arresto di alcuni sindaci e dell’ex presidente della Provincia di Caserta Angelo Di Costanzo. Al centro delle contestazioni del processo, gli ipotizzati favori concessi alla società Termotetti dagli amministratori comunali. Per il gip Ivana Salvatore, come riporta il sito casertace.net, che firmò a settembre del 2016 7 arresti in carcere e 13 ai domiciliari, i bandi di gara venivano confezionati su misura per scoraggiare eventuali concorrenti della Termotetti, colosso del settore ambiente.
Pietro Terreri viene descritto come appartenente a una famiglia ampia e “tentacolare” rispetto all’economia di Matese e dell’aversano: incarichi, appalti, che finivano molto spesso per premiare affini e discendenti del potente ingegnere.
La sua parente Marilena Terreri, ex dirigente del Comune di Formia, è la consorte di Filippo Romano, residente pure lui a Formia, almeno un tempo impegnato professionalmente con continuità nel comune di Piedimonte Matese, dove firmava progetti per strutture interne al cimitero con Annamaria Terreri, altra cugina di Pietro Terreri, a sua volta cugino di Raffaele Macchione, condannato in primo grado per camorra ma poi prescritto, con l’aggravante del metodo mafioso venuta meno, nell’Appello del Processo Normandia 2 che vedeva al centro la figura di ‘O Ninno Iovine il quale, più volte, lo aveva chiamato in causa.
Così scrivevano nel 2015, sul portale casertano corrierece.it. Parole a cui è difficile aggiungere altro: “A molti può sembrare un caso, ad altri una coincidenza, ma lo “scacchiere” dei lavori pubblici a Piedimonte Matese, vede ruotare sempre le stesse pedine, ovvero le famiglie legate all’ing. Pietro Terreri che ha lavorato anche a Villa di Briano, insieme a Lino Magliulo arrestato per camorra dalla Direzione Distrettuale Antimafia…e fratello del sindaco Dionigi Magliulo (ndr: ex primo cittadino di Piedimonte Matese), anche esso arrestato nello scandalo dell’ospedale civile di Caserta, insieme al segretario cittadino del Pd di Piedimonte Matese, Domenico Ferraiuolo. Ma torniamo per un attimo al Comune di Piedimonte Matese. Dicevamo di Terreri, Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale e fino all’anno scorso in “tandem” col cugino Raffaele Macchione, anche quest’ultimo per anni ha lavorato sul territorio matesino, salvo poi interrompere i rapporti dopo la condanna a quattro anni per camorra (ndr: come detto su, è stato prescritto). Il boss Antonio Iovine, oggi pentito, continua a sviscerare fatti e circostanze. “Macchione l’ho incontrato in qualche occasione, mentre Malinconico era a mia disposizione” ha affermato Iovine nelle dichiarazioni rese agli inquirenti della Dda. Terreri è riuscito a ricoprire le cariche di dirigente tecnico nei Comuni di Piedimonte Matese e Villa di Briano. Da qualche mese però nel secondo Comune non ricopre più incarichi. Malinconico (ndr: consigliere personale nel periodo della latitanza, come ha raccontato più volte, in udienza o davanti agli inquirenti, lo stesso Antonio Iovine) per la cronaca gestisce (sebbene sia intervenuta la curatela fallimentare) il Cimitero di Piedimonte Matese, laddove indovinate un po’ chi ha firmato i progetti per alcune cappelle cimiteriali? L’architetto Filippo Romano, marito di Marilena Terreri dirigente dell’Ufficio Tecnico di Formia (ndr: ex dirigente) e indagata nell’affaire “Le Fosse”.
La professionista, chiaramente, è anche ella cugina di Pietro ed ha messo mano, insieme al marito, alle pratiche delle cappelle cimiteriali. In pratica si tratta di una vera e propria partita giro tra parentele. E se aggiungiamo che il canile comunale è stato progettato da un’altra cugina dello stesso Terreri, Maria Carmela Lombardo, il quadro inizia meglio a delinearsi. Un’altra, ma non ultima chicca, riguarda un altro soggetto arrestato ieri insieme a Nicola Magliulo. Si tratta di Renato Caterino. Ebbene risulta che questi attraverso la società “Ccr General Building snc di Caterino Renato & C”, era socio fino al 2011 con Giovanni Malinconico nella società denominata “Sessa Aurunca società consortile arl”, con sede in Ailano. Il presidente del Consiglio di amministrazione del predetto consorzio era all’epoca dei tempi, Giacomo Caterino figlio di Paolo, (a sua fratello di Renato) ed ex consigliere provinciale.Quest’anno scade l’incarico di gestione affidato alla ditta Malinconico del Cimitero. Il Comune come si regolerà?“.
Fatta salva la premessa iniziale – non si conoscono i motivi della inidoneità di Pietro Terreri – la scelta della commissione, è plausibile, che non genererà polemiche. Almeno alla luce del sole.