PENDOLARI: “CAMPOLEONE-NETTUNO RIMASTA A 70 ANNI FA, SIAMO STANCHI”

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Il Comitato Pendolari FR8a Carrozza: stanchi di essere presi in giro da 12 anni da politici, amministratori e privati

“Nel Lazio esistono ancora pochissime linee ferroviarie a semplice binario, tra queste la tratta Campoleone- Nettuno, rimasta come 70 anni fa. Nel frattempo, i territori da essa serviti hanno visto moltiplicati gli insediamenti: la sola Aprilia ha più di 75 mila abitanti. A regime, si calcolavano oltre 25.000 presenze al giorno sui treni Roma-Nettuno, per un servizio che, a mala pena, è sufficiente alla metà degli utenti e con un bacino di utenti potenziali di circa 200.000 persone (Aprilia, Anzio, Nettuno, Ardea, Lanuvio, Pomezia, Torricola), che, data la scarsa offerta, si riversano in auto-pendolari su Pontina/Nettunense/Appia.

Una inadeguatezza insostenibile per chi viaggia, che ha ricadute gravi su economia, ambiente, viabilità, salute e cultura dell’intero territorio. Lo stesso Mauro Moretti, quando era AD di FS, rivelò pubblicamente come fosse imprescindibile un forte potenziamento di questa linea.

Ad oggi, a parte il restyling di qualche stazioncina, la linea FL8 ha solo perduto servizi e binari, e tutto ciò si è reso possibile grazie al palese disinteresse di chi doveva operare e vigilare: la Regione Lazio, in primo luogo.

Nel 2000, con il DM 138T, lo Stato affidava alle FS la gestione di linee e impianti, con l’obbligo di destinare gli investimenti al potenziamento dell’infrastruttura, prevedendo penali per gravi inadempienze, oltre alla decadenza della concessione …. Chi ha fatto rispettare il DM?

Nel marzo 2002, RFI presenta il bellissimo progetto sui servizi igienici nelle stazioni: era prevista la realizzazione di bagni con lavabo, attrezzati per portatori di handicap, anche nelle semplici fermate. Un progetto svanito nel nulla. Chi ha fatto rispettare l’obbligo di servizi igienici in luoghi pubblici?

Nonostante come comitato pendolari lo abbiamo ripetutamente denunciato, nessuno di chi doveva vigilare si è “accorto” che le stazioni hanno perso fontanelle, servizi igienici, sale d’aspetto, personale atto a garantire supporto a chi deve viaggiare, display funzionanti, sistemi di segnalazione audio, ecc. In più, fuori da esse, non di rado, si paga per parcheggiare l’auto. Questa è la strategia per incentivare l’uso del mezzo meno inquinante?

I proclami

Evidentemente la Regione ha altro a cui pensare. Ci preme però ricordare le promesse scritte nel programma della prima candidatura di Zingaretti, che tra i “PUNTI FERMI del progetto per il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile nel Lazio” indicava la “promozione del diritto dei cittadini a una mobilità sostenibile, attraverso il potenziamento e la maggiore efficienza dei sistemi di trasporto pubblico e a basso impatto ambientale”, prevedendo “i servizi ferroviari per i collegamenti di maggior distanza e a domanda densa”. “Vogliamo rendere l’automobile privata, e i costi a essa legati, una scelta sinergica e non obbligatoria”, scriveva sempre Zingaretti. A giudicare da quanto poi effettivamente fatto dal governo Zingaretti, appare evidente che ci abbia preso in giro!

Bloccata strategicamente nel 2010 la class-action dei pendolari Roma-Nettuno contro Trenitalia per le indegne condizioni del servizio offerto, dopo aver faticosamente ottenuto l’impegno della Regione a raddoppiare la linea FL8 nel 2013 e il contentino temporaneo dell’ottava carrozza (che spesso ci tolgono, lasciandoci ammassati in 6 carrozze), grazie alla rotazione di poltrone intercorse in FS e all’inutile interlocuzione con la Regione, noi pendolari della Roma-Nettuno (FL8) abbiamo progressivamente perso: diversi binari di scambio in tutte le fermate, gli ultimi due treni per Nettuno della sera (sostituiti da treni FL7 fino a Campoleone e poi da bus), le fontanelle in tutte le stazioni della FL8, i servizi igienici, i capistazione, i bigliettai, il punto di ristoro a Campoleone, la fermata di Pomezia, il bus da Campoleone corrispondente al treno FL7 della fascia delle 22:00….

Correva l’anno 2014, mese di luglio, quando i proclami di Regione e RFI annunciavano ufficialmente la “ciclopica” opera di infrastrutturazione, dal roboante titolo “Raddoppio ferrovia Campoleone-Aprilia”: 6 km di una linea di 50 km, 30 dei quali prioritariamente impegnati per la FL7: l’elefante ha partorito un topolino. “…Finalmente la Regione Lazio dà risposte concrete ai pendolari della litoranea (…), comportando entro il 2017 il raddoppio della frequenza dei treni tra Nettuno e Roma! Infatti, il solo raddoppio dei 6 km tra Campoleone e Aprilia previsto entro il 2015, permetterà di aumentare del 50% la disponibilità dei posti…e il raddoppio dell’offerta complessiva”, dichiarava trionfalmente l’allora consigliere regionale del PD Lupi.

Ci si sarebbe quindi aspettato almeno l’inizio dei lavori per il raddoppio della linea che, sempre sovraccarica nelle ore di punta, continua a spingere tanta gente all’uso di un mezzo alternativo privato.

Invece, a cadenza più o meno annuale, questo proclama del raddoppio ha continuato ad illudere lavoratori/studenti/cittadini, che, nel disagio di un servizio inadeguato, insufficiente, discontinuo, non puntuale, hanno continuato ad usare pervicacemente il trasporto su rotaia.

Entro il 2015 doveva essere completato il raddoppio, dicevano. No, entro il 2017…. No, ma nel novembre 2020 annunciano l’inizio lavori…. Ora, a dicembre 2022, dobbiamo ancora sentire che “la Regione dà il via libera al raddoppio”??? Ragazzi, noi ci siamo fatti vecchi su questi binari, abbiamo visto cancellare i nostri diritti di cittadini, di lavoratori, di studenti, calpestata la nostra dignità…e dopo 8 anni, apprendiamo che la Regione non aveva ancora dato il via libera??? Che ci è venuto a raccontare Zingaretti, nella vetrina della stazione di Aprilia nel 2015? Quante menzogne ci hanno raccontato i vari Passanisi sull’inizio di un raddoppio mai avviato?

Lo stato dei fatti

A fronte di tanti tagli sul servizio regionale e risparmio per FS, che ha spogliato le ferrovie regionali per in- vestire sull’Alta Velocità, a noi cosa è venuto? Non lo sbandierato “raddoppino” della FL8. Non l’eliminazione dei passaggi a livello (decine di tallonamenti l’anno, con blocco treni). Non l’aumento del cadenzamento da orario a semi-orario (Roma-Latina ne ha uno ogni mezz’ora). Non il raddoppio dei treni festivi (il nostro territorio “stranamente” non è servito da Cotral nei festivi e l’offerta di 1 treno ogni 3 ore è ridicola). Non il ripristino della fermata di Pomezia (lavoratori costretti a rotture di carico e tempi viaggio maggiori). Non l’eliminazione delle barriere architettoniche nella “stazione di interscambio modale” di Campoleone (i disabili e i passeggini non possono raggiungere i binari successivi al 1°). Non il ripristino dei treni notturni diretti da/per Nettuno, senza rotture di carico.

Cosa fa la Regione Lazio in tutto ciò? Perché, anziché dilapidare suolo e denaro pubblico per un’impattante autostrada privata a pagamento, che nessun pendolare ha richiesto, non esige il raddoppio completo della ROMA-NETTUNO e non programma la FERROVIA PONTINA pubblica, coi fondi PNRR, a servizio (vero) di tutte le Città di Fondazione, fino al Circeo, dalla stazione metro Laurentina (o dal suo prolungamento al GRA) passando per Pomezia, Ardea, Aprilia, Campoverde, Latina, Pontina, Sabaudia, fino a Terracina??? Quanti milioni di auto si leverebbero ogni anno dalla SP Pontina?

Cosa fanno i nostri sindaci, totalmente indifferenti al problema delle scadenti infrastrutture ferroviarie, i cui territori non hanno goduto dello stesso sviluppo di molte altre parti del Lazio e i cui cittadini devono sottoporsi a vere peripezie per raggiungere il posto di lavoro/studio/cura?”.

Così, in una nota, il Comitato dei Pendolari.

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