“PEDIATRIC SIMULATION GAMES” A LATINA: VINCE L’UNIVERSITÀ DI TRIESTE

A portare a casa la coppa è stato il team dell’ateneo triestino, che nella finalissima ha trionfato nel derby tutto friulano contro l’Università di Udine. Nella finale per il terzo e il quarto posto si sono scontrate le squadre dell’Università di Firenze-Meyer e quella dell’Università degli studi di Bologna Alma Mater Studiorum, che si sono piazzate rispettivamente terza e quarta.

Durante la cerimonia di premiazione, sono stati anche assegnati i riconoscimenti per le varie specialità: a vincere quello per il “Miglior CPR (Migliore gestione della Rianimazione Cardiopolmonare)” è stata l’Università di Milano La Statale – Clinica De Marchi; per il “Miglior lavoro di squadra” la medaglia è andata all’Università degli Studi di Perugia; ad aggiudicarsi la “Migliore gestione delle vie aeree” è stata l’Università degli Studi di Verona. Novità dell’edizione di quest’anno il premio per il “Miglior visiting team”, che è andato agli spagnoli dell’Hospital Universitario Miguel Servet de Zaragoza.

La squadra di Trieste con la Coppa
La squadra di Trieste con la Coppa

Quattro giorni di simulazioni, quasi 200 scenari e 35 squadre in gioco. Si è chiusa sabato 6 settembre la settima edizione dei “Pediatric Simulation Games”, l’evento in cui giovani medici specializzandi italiani e stranieri competono tra loro in simulazioni di emergenze di pronto soccorso pediatrico. I giochi, ideati nel 2017 dal Prof. Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale “Santa Maria Goretti” e docente all’Università “La Sapienza” di Roma, quest’anno sono stati ospitati da una nuova sede, l’Istituto d’Istruzione Superiore Einaudi, in piazza Aldo Manuzio 10 a Latina: «Siamo molto felici di come sia andata questa

edizione – commenta soddisfatto Lubrano – che conferma il trend, già osservato in passato, di una crescita nel modo in cui le squadre aNrontano gli scenari, che a loro volta diventano sempre più complessi. Quest’anno ci sono stati anche dei casi clinici legati ad intossicazioni o con complicazioni acute delle malattie reumatiche-traumatiche: ogni anno inseriamo qualcosa in più, per stimolare i ragazzi a tornare a casa e studiare. Anche perché, normalmente, i tutor delle squadre del futuro sono gli specializzandi che hanno già partecipato, che li preparano anche sulla base della loro esperienza». È proprio questo, infatti, lo scopo principale dei PSG, quello di uniformare la preparazione in pediatria d’emergenza in tutto il nostro territorio nazionale e in alcune università estere grazie a un livello scientifico altissimo, aNinché ogni bambino in condizioni critiche possa ricevere ovunque gli stessi livelli di assistenza. I circa 350 specializzandi lo hanno fatto utilizzando dei manichini Laerdal ad alta fedeltà di ultima generazione che, grazie a speciali sensori, hanno potuto simulare il comportamento e le reazioni di un bambino reale, trattando urgenze come le reazioni allergiche, l’arresto respiratorio, l’arresto cardiaco o il trauma cranico. Gli specializzandi, provenienti da 31 università italiane e 4 divise tra Spagna, Francia e Portogallo, si sono aNrontati seguendo lo spirito che da sempre contraddistingue i giochi, “imparare a giocare, giocare per imparare”, come recita il motto dei PSG. Per loro stessa ammissione, l’aspetto competitivo è passato in secondo piano, superato dall’opportunità di imparare da alcuni dei professionisti più competenti nel settore della pediatria e dalla gioia di condividere l’esperienza con i loro compagni. Particolarmente apprezzati i momenti dei debriefing in cui, insieme ai giudici, si soNermavano sul loro operato esaminandolo nei dettagli, sfruttandolo come una preziosa risorsa formativa. Tutto sempre accompagnato da applausi e sorrisi, il vero leitmotiv dei 4 giorni. Da quest’anno, inoltre, tutte le sfide sono state consultabili dalla nuova app dei giochi, che ha reso ancora più facile per le squadre conoscere l’orario e l’aula in cui si sarebbe tenuto il loro scenario, «un po’ come avviene per le app con cui seguiamo le partite delle nostre squadre di calcio preferite» spiega Edoardo Ginghina, ideatore e

programmatore dell’app. «Per l’anno prossimo vorremmo continuare a migliorare la qualità dell’evento – anticipa il Prof. Lubrano – spingendo maggiormente sulle ventilazioni non invasive, perseguendo una crescita dal punto di vista tecnico. Dall’altra parte, vorremmo evitare di essere auto-referenziali ma, anzi, aumentare il confronto con altre realtà. Stiamo per questo lavorando per aumentare il numero delle squadre partecipanti provenienti dall’estero. I giochi sono un continuo work in progress, perché per noi l’importante non è chi vince, ma che si alzi il livello tecnico e culturale della pediatria d’emergenza italiana».

I giudici

Quest’anno la giuria che ha valutato gli specializzandi è stata formata da 9 giudici rispetto ai 5 dell’anno scorso, ed è stata composta da una nutrita delegazione del Children Hospital of Philadelphia, uno dei più importanti ospedali pediatrici al mondo fondato nel 1855 negli Stati Uniti. In generale, si tratta di esperti caratterizzati da un profilo professionale di eccellenza. Inoltre, il fatto che siano tutti stranieri garantisce inoltre l’imparzialità nel giudizio, fattore essenziale nei giochi. Ecco l’elenco:

  • –  Prof.ssa Monika Kleinman (Boston Children’s Hospital), veterana dei PSG con diverse presenze all’attivo nella giuria: ricopre nell’ospedale pediatrico di Philadelphia i ruoli di Associate Chief, Division of Critical Care Medicine; Chief Safety ONicer, Program for Patient Safety and Quality; Co-Chair, Resuscitation Quality Program, oltre ad essere Associate Professor of Anesthesia (Pediatrics), Harvard Medical School;
  • –  Prof. Allan R. de Caen (Stollery Children’s Hospital Edmonton), anche lui già presente nelle passate edizioni dei giochi, Medical Director of the Pediatric Intensive Care (PICU) Transport Team Stollery Children’s Hospital Edmonton, avendo guidato in passato iniziative come i Pediatric Rapid Response and Outreach Teams, assicurando ai bambini cure specialistiche ovunque si trovassero, oltre a vantare una collaborazione con l’università di Alberta;
  • –  Prof. Marc Berg (Stanford University), Medical Director, Revive Initiative for Pediatric Resuscitation Excellence at Packard Children’s Hospital–Stanford e Clinical Professor, Pediatrics – Critical Care;
  • –  Prof.ssa Janice Tijssen, Adjunct Scientist (Full Status) at Western Life Stage Research Program-ICES (Institute for Clinical Evaluative Sciences – Western), Assistant Professor at Schulich School of Medicine & Dentistry – Western University, Associate Scientist at Lawson Health Research Institute & Children’s Health Research Institute, Pediatric Intensivist at London Health Sciences Centre – Children’s Hospital. Dall’ospedale pediatrico della città della Pennsylvania arrivano:
  • –  il Prof. Vinay Nadkarni (Children Hospital of Philadelphia) MD, MS, Founding Director of the Center for Simulation, Advanced Education and Innovation and Academy for Resuscitation;
  • –  la Prof.ssa Lindsay Shepard (MD Children Hospital of Philadelphia) MD, FAAP, attending physician in the Department of Anesthesiology and Critical Care Medicine;
  • –  la Prof.ssa Madiha Raees (MD Children Hospital of Philadelphia) MD, attending physician in the Division of Critical Care Medicine at Children’s Hospital of Philadelphia;
  • –  la Prof.ssa Daniela Davis (MD Children Hospital of Philadelphia) MD, MSCE, FCCM, attending physician in the Division of Critical Care Medicine and the Endowed Chair in Anesthesiology and Critical Care Quality and Patient Safety;
  • –  il Prof. Michael DuX (RRT Children Hospital of Philadelphia) AAS, RRT, NPS, ECMO Specialist.
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