Le foto della 26enne Patricia sbranata dai cani fatte circolare su Whatsapp: la Polizia indaga sugli infermieri che la soccorsero
Non è stato ancora risolto il giallo delle foto, dieci immagini in tutto, della 26enne Patricia Masithela, la giovane donna di Latina sbranata e uccisa dai cani lo scorso gennaio. I poliziotti della Squadra Mobile che hanno in carico l’indagine vogliono far luce sul giallo e, per tale ragione, sono stati ascoltati almeno tre infermieri che quella notte soccorsero la povera Patricia. Da capire chi abbia inoltrato in un chat quelle foto del corpo dilaniato di Patricia e chi, successivamente, le abbia fatte circolare.
Si trovava a casa di un amico a Latina, nel quartiere Piccarello, alla periferia sud est di Latina. La ragazza, 26 anni, di origine sudafricana, ma residente a Latina da anni, si era recata a trovare l’amico 41enne, Luca Desideri, presso la sua villa in Strada Piccarello al civico 12. Patricia aveva un figlio di appena cinque anni. È successo tutto la notte del 12 gennaio quanto la ragazza, avvicinatasi al cancello della casa, è entrata all’interno per poi essere letteralmente assalita dai cani, in tutto cinque esemplari lasciati dentro la casa non proprio in ottime condizioni.
Poco nutriti e curati, i cani – incroci di razza corso e pitbull – sono saltati addosso alla giovane. Le urla sono state percepite da alcuni residenti della zona che hanno dato l’allarme. Peraltro, nella stessa abitazione, circa una settimana prima, si era verificata una simile aggressione ai danni di un’altra ragazza – 26 anni, di origine ucraina – sempre amica dell’uomo quarantenne. In quel caso, anche lui era stato aggredito, ma era riuscito a placarli conoscendoli ed essendo, in teoria, il proprietario.
Quella notte, Patricia era da sola e non ha potuto proteggersi adeguatamente. L’intervento dei poliziotti della Squadra Volante c’era stato intorno alle ore 3,30 della notte del 13 gennaio. La ragazza era a terra, in mezzo al suo stesso sangue, con ferite molto profonde in tutte le parti del corpo. Ancora vigile, la donna chiedeva aiuto con un filo di voce.
I sanitari del 118 erano arrivati presso la villetta del Piccarello, non prima che i poliziotti sparassero in aria per cacciare i cani. Almeno un esemplare, il più rabbioso di tutti, è stato ucciso per permettere agli operatori di intervenire. Altri due cani del branco sono scappati e poi ripresi dal servizio veterinario dell’Asl qualche ora dopo, mentre l’ultimo di essi è rimasto sul posto mettendosi da parte. Tutti gli animali a quattro zampe, così come avevano evinto i veterinari dell’Asl di Latina, erano in condizioni selvagge, per niente inclini alle relazioni con l’uomo. Di razza meticcia, almeno due di loro erano incroci da corsi e pitbull.
Inutile il trasporto della ragazza all’ospedale. Deceduta, il suo corpo era stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il padrone degli animali – di professione operaio, con precedenti penali e un tempo titolare di un bar in Corso Matteotti – risulta tuttora indagato per omicidio colposo