Falsificavano gli esami per la patente dietro il pagamento di somme di denaro: in sei agli arresti domiciliari. L’operazione eseguita dalla Polizia di Stato di Latina
Sono in sei finiti agli arresti domiciliari su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, che ha preso in carico l’indagine coordinata dal pubblico ministero Valerio De Luca ed eseguita dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale del capoluogo pontino. Si tratta di: Giovanni Chiariello di Latina (classe 1948); Claudio Caiani di Latina (classe 1951); Antonio Villani, originario di Sezze, ma residente a Terracina (classe 1964); Carmine Omaggio di Napoli (classe 1968); Salvatore Amore di Giuliano in Campania (classe 1976) e Adrian Dinu, rumeno, residente a Latina (classe 1998).
L’ordinanza è stata eseguita stamani 15 gennaio. Le sei persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare sono indiziati di associazione per delinquere.
Le sei ordinanze restrittive riguardano diciotto indagati, sei dei quali accusati di aver costituito un’associazione per delinquere che aveva la finalità di falsificare gli esami per le patenti di guida.
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L’indagine si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni video e di copioso carteggio acquisito relativo ai fascicoli degli esami teorici. Diversi mesi di indagini, condotte tra ottobre 2022 e giugno 2023, hanno permesso di svelare un sistema radicato di illeciti, corruzione e falsificazioni degli esami per il conseguimento della patente di guida, soprattutto a cittadini di origine indiana, in cambio di somme di denaro.
Il sistema illecito coinvolgeva alcune autoscuole della provincia pontina e una di Mugnano di Napoli, un dipendente della Motorizzazione di Latina e un addetto alla vigilanza in servizio presso la MCTC (Motorizzazione Civile) di Latina.
Le indagini hanno portato alla luce un sistema fraudolento, che garantiva in maniera pressoché totale l’idoneità nelle prove d’esame per il conseguimento delle patenti presso la MCTC di Latina, grazie all’utilizzo di sofisticati sistemi di comunicazione. I candidati erano dotati di microtelecamere occultate sugli indumenti, che consentivano loro di ricevere assistenza a distanza mediante impulsi durante gli esami teorici. Il tutto avveniva con la complicità dell’addetto alla vigilanza, che ometteva di segnalare tali irregolarità.
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Secondo la Procura di Latina, erano Claudio Caiani, titolare dell’autoscuola “La Vittoria 2”, con sede in Via Fabio Filzi, a Latina, e Antonio Villani, dipendente della Motorizzazione di Latina, ad essere i promotori del sistema illecito. Caiani – già coinvolto nell’operazione di qualche anno fa denominata “Pay to Drive”, per cui il processo ha dichiarato l’intervenuta prescrizione – avrebbe percepito tra 3mila e 3500 euro a esame, attraverso i contatti avuti con Villani e con Adrian Dinu, addetto alla vigilanza in servizio presso l’edificio della Motorizzazione di Latina. A percepire le somme, secondo l’accusa, anche il Villani stesso e Dinu.
A finire ai domiciliari, come detto, anche Giovanni Chiariello, detto “Gianni”, titolare dell’autoscuola “C.A.P. Coop Autoscuole Pontine” di Sezze Scalo, gestita in coabitazione con Caiani. Chiariello e Caiani avrebbero diviso le spese e l’utilizzo del materiale destinato ai loro candidati che si apprestavano a fare l’esame. Infine, agli arresti vanno anche i due campani Salvatore Amore e Carmine Omaggio, titolari dell’autoscuola di Mugnano di Napoli, in quanto avrebbero rifornito i colleghi pontini, ossia Caiani e Chiariello, dell’apparecchiatura elettronica che i candidati indossavano durante le sessioni d’esame per comunicare con l’esterno e ricevere i suggerimenti e le risposte ai quiz.
Di particolare rilievo il ruolo di Dinu, l’addetto alla vigilanza e al controllo dei candidati all’ingresso della Motorizzazione e all’interno della sale d’esame per le patenti. Secondo l’accusa, dietro compenso di circa 500 euro a candidato, Dinu permetteva l’accesso all’interno della struttura di Strada Congiunte Destre a tutti i nominativi segnalati dai titolari delle autoscuole. I candidati, che dovevano prendere la patente, avevano la sicurezza di poter entrare con l’apparecchio per ricevere le risposte ai quizi della prova teorica, senza la paura di essere controllati e quindi scoperti.
Un’indagine corposa con una ventina di capi d’imputazione nei quali Chiariello, Caiani e gli altri hanno fatto superare la prova teorica ai vari candidati, tutti indagati, tra cui, per lo più, uomini e donne di nazionalità italiana, rumena e nordafricana. Nessuno di loro, in tutto 18, aveva in realtà svolto l’esame, avendo ricevuto prima i quiz attraverso gli strumenti di comunicazione messi in piedi da Amore e Omaggio. Gli indagati sono accusati soprattutto di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, ma che in un paio di casi di corruzione come quando Villani, dipendente statale, avrebbe ricevuto da due candidati, in due diverse circostanze, la somma di circa 3500 euro per alterare l’esito dell’esame di guida. I fatti sono accaduti tutti a Latina, presso la motorizzazione, tra l’ottobre 2022 e il giugno 2023.
Tra le autoscuole menzionate nell’indagine c’è anche quella denominata “Autoscuola Giordani Mauro” di Aprilia, il cui titolare, però, Mauro Giordani, non è stato destinatario di alcuna richiesta di misura cautelare da parte del pubblico ministero.
Il sistema era piuttosto collaudato ed è stato rivisitato al termine delle restrizioni anti-Covid, segno che andava avanti da tempo al di là dell’indagine. Il candidato veniva munito di un micro-auricolare e una mascherina all’interno del quale c’era una micro-telecamera che consentiva di inquadrare il monitor, sul quale erano indicate le domande del quiz teorico così da ottenere e ricevere le risposte tramite un suggeritore esterno all’edificio della motorizzazione. Gli incontri di preparazione avveniva proprio nel piazzale antistante la motorizzazione di Latina.
Le tecniche per eludere lo studio dei test si sono anche raffinate. Il micro-auricolare, con cui suggerire le risposte, è stato sostituito da piccoli elettrodi adesivi applicati sulla pelle del candidato, all’altezza delle caviglie, coperte dai pantaloni. Gli elettrodi vibravano in base alla risposta corretta da digitare.
Gli incontri per arrivare alle patenti facili avvenivano di martedì o giovedì alla presenza di Caiani e Chiariello, circa un’ora prima dell’orario dei quiz. I due titolari di autoscuole si incontravano nel piazzale con i candidati; successivamente, dopo essersi allontanati tutti, i candidati rispuntavano, immortalati dalle telecamere fissate dagli investigatori, con una polo scura. Dopo aver fatto l’esame, i candidati si cambiavano la maglia e indossavano l’indumento con cui erano venuti a fare l’esame. La polo scura era necessaria per far indossare ai candidati la strumentazione idonea per ricevere le risposte giuste ai quiz attraverso gli impulsi elettrici. A mettere a punto il materiale elettrico sono i due campani Omaggio e Amore, mentre a farla utilizzare maggiormente sono, secondo l’indagine, Caiani e Chiariello i quali la prestavano anche ad altri gestori come Giordani e Marafini.
Il vigilantes rumeno, Adrian Dinu, dipendente della Macrì srl, risulta necessario: senza il suo falso controllo, nessuno dei candidati avrebbe potuto passare con l’apparecchiatura indossata sotto la polo nera. Per farlo, come detto, Dinu prendeva 500 euro a candidato.
Non solo Caiani è stato già coinvolto in passato nelle indagini, ma anche il dipendente della motorizzazione, Antonio Villani, e l’altro gestore, Gianni Chiariello. Si tratta per l’appunto dell’indagine “Pay to Drive”.
In una conversazione del giugno 2023, Antonio Villani stigmatizza con altri interlocutori i tempi difficili odierni dove è più difficile arrivare alle patenti facili, rispetto, invece, agli anni “belli” dove gli affari illeciti sarebbero stati realizzati a iosa. È lo stesso Villani a raccontare il suo cursus honorum di spregiudicato funzionario dello Stato. Addirittura, sin dal 2006. “Però quello è associazione a delinquere e frode allo Stato…io nel 2006 ho iniziato“. E ancora: “Tu sai quello che ho potuto combinare in sette anni – spiega a un interlocutore – ma nel 2013 sono stato fermo un annetto e mezzo, poi semo rimacinato, poi ci hanno rifermato nel 2018…poi ci siamo fermati, poi è arrivato il covid…è ripartito il covid siamo stati fermi ancora un annetto, ma mo stongo a macina’ un’altra volta, a me non mi frega un cazzo e lui lo sa“.
Villani si vantava di essere scampato all’indagine “Pay to drive”, nel quale risulta menzionato ma non indagato, tanto che i soldi accumulati nel tempo mai sono stati trovati dagli inquirenti. I soldi, infatti, li avrebbe nascosti in casa.
Il Gip Cortegiano parla nella sua ordinanza di “compagine criminale ben strutturata”. Una compagine che non voleva allargare il giro ad altre atuoscuole per non dare nell’occhio. L’ordinanza viene disposta dal magistrato per il pericolo di reiterazione del reato, oltreché al pericolo di inquinamento probatorio. Peraltro, a indagine conclusa, nel luglio dell’anno scorso, la Polizia Giudiziaria ha segnalato che due candidati stranieri dell’autoscola “Vittoria 2” di Claudio Caiani sono stati trovati in possesso del materiale elettronico per ricevere i suggerimenti dall’esterno. I due soggetti si sono dati alla fuga.