Ospedale della Comunità di Cori, la denuncia del Comitato civico: disservizi e cittadini lasciati senza guida ad attendere per ore
LA NOTA – Sembra che i disservizi a Cori siano necessari, necessari perché non si fa niente per ovviarti. In base a quale principio in epoca Covid occorre tenere cittadine e cittadini malati, a fare file fin dalle 6.00 della mattina per aspirare a un prelievo, non si sa.
Non si capisce se ci sia un responsabile di tutto, un dingente, un coordinatore, oppure l’anomia sanitaria la faccia da padrona Ripetiamo: è indecente la condizione dei cittadini di Cori, Roccarnassima, Norma, che la mattina si recano presso l’Ospedale di Comunità di Cori, lasciati fuori davanti all’ex Pronto Soccorso, a capire se avranno diritto a fare un prelievo per le analisi, dove si anticipa sempre più la fila prima delle ore 6.00 del mattino, per sperare di stare tra i primi 30 cittadini fortunati e, per non tornare i giorni successivi.
E poi, perché 30 a Cori e 50 a Cisterna, a che è dovuto il contingentamento numerico dei prelievi? Per permettere alla sanità privata di fare più soldi? Persone vecchie e anziane sofferenti lasciate in balia di se stesse, anche se avrebbero diritto ad una via preferenziale, perché nessuno glielo comunica.
Ci chiediamo che ci vuole a prevedere un sistema di prenotazione telefonico e online con appuntamento dedicato, anche in fasce di mezz’ora. Basterebbe anche un semplice canale telegram, o una chat whattsapp, senza dover avere un operatore che non risponde. O veramente i cittadini di Cori, ma anche quelli di Cisterna, Roccamassima. e così via, per la ASL di Latina sono carne da macello?
Avevamo avvisato la stampa, la ASL e l’amministrazione locale che avremmo presidiato l’Ospedale durante la Settimana dell’Amministrazione Aperta: il diritto alla salute è effettivo, se i servizi sanitari vengono gestiti in maniera dignitosa e rispettosa nei confronti di chi, non per scelta, sta male. Qui a Cori non è così, e c’è il malvezzo da parte dei responsabili di tutto ciò di dichiarare che é colpa dei coresi.
Ora l’ex PPI a Cori é in attesa di tornare all’apertura H 24, come dei resto negli altri presidi: ormai con la scusa del Covid è chiuso dalle 20.00 alle 8.00 da oltre un anno e nulla si muove per ripristinare il servizio.
Il Comitato Civico di Cori continuerà a monitorare la situazione finché non ci sarà una condizione di decenza. Denuncia, allo stato attuale, l’indifferenza dei vertici aziendali alla compromessa situazione della sanità nell’ospedale di Comunità di Cori. Per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Ospedale di Comunità dovrebbe diventare un fiore all’occhiello della sanità territoriale, così come la promessa Casa della Salute da parte della Regione Lazio. Ma qui è tutto fermo, gli interessi sono altrove, dov’è quella sanità vicina ai cittadini? Chi compie le scelte nella ASL di Latina, sveli i propri interessi: sono quelli edilizi che fanno gola per il sistema mafioso-imprenditoriale, quello che ha accesso ai piani alti e alla cabina di regia della sanità pontina. È una vergogna e chiediamo al Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, di intervenire quanto prima, se non vuole diventare complice, insieme all’Assessore alla Sanità regionale, di un sistema politico marcio che della sanità per i cittadini se ne è beffato da sempre.