Oscurato dalla Polizia Postale il sito Sanctioned Suicide dove, secondo la Procura di Roma, i giovani venivano istigati al suicidio, tra di loro il ragazzo 19enne di Latina
Il sito spiegava, in sostanza, come suicidarsi, fornendo indicazioni e suggerimenti agghiaccianti come questi: “Prendi una stanza in hotel dove stare tranquillo e sentirti ancora più estraneo. Mangia un cioccolatino per coprire il sapore del veleno. Associalo con un medicinale antivomito“. Frasi da brivido trovate nelle chat dei ragazzi che si sono suicidati come Fabio Gianfreda di Latina e altra due giovani, uno di Roma e l’altro di Palermo, tra il febbraio del 2020 e il dicembre scorso.
Gli inquirenti per ora hanno oscurato il sito e ora puntano a trovare i responsabili della piattaforma. Il fascicolo è affidato alla Pm Giulia Guccione.
La Procura della Repubblica di Roma – si legge in una nota della Questura capitolina – ha effettuato in questi giorni l’oscuramento di un sito internet che ospitava una community con oltre 17000 inscritti in tutto il mondo, tra cui anche ragazzi italiani, tutti legati dal comune interesse di trovare supporto concreto e morale nel portare a compimento propositi suicidari.
Tale supporto – continua la nota – veniva offerto agli inscritti registrati alla piattaforma, attraverso l’interlocuzione diretta con soggetti in grado di fornire indicazioni utili su come trovare la morte mediante ingestione di salnitro, sostanza in libera vendita che, assunta in determinate quantità, diventa tossica per il corpo umano causando la morte in quanto inibisce il trasporto di ossigeno. Le indagini, affidate alla Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Polizia di Stato e al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Lazio”, sono state avviate a seguito dei decessi di due ragazzi di 19 anni verificatisi a febbraio e dicembre dell’anno scorso, all’interno di due strutture ricettive della Capitale, proprio dopo aver ingerito un preparato a base di nitrito di sodio.
Dalle indagini in corso è emerso il peculiare dato che entrambi i giovani, che allo stato non risultano essersi conosciuti, erano inscritti ad un sito internet frequentato anche da una persona in grado di offrire una letale consulenza sul supporto farmacologico e la dieta da intraprendere qualche giorno prima dell’atto finale, per non rimettere la sostanza tossica ingerita e consentire alla stessa di sviluppare tutto il suo effetto venefico, accompagnando via chat le vittime sino agli istanti immediatamente precedenti la morte, assicurando alle vittime il sicuro “successo” ottenuto da altri ragazzi che avevano trovato la morte nello stesso modo. Sulla scorta di quanto sino ad ora emerso – conclude la Questura romana – la Procura ha quindi emesso il provvedimento che, almeno nel territorio italiano, inibisce a chiunque l’accesso al sito. Proseguono le indagini, anche di natura tecnica, al fine di risalire all’identità di tutti coloro che a vario titolo, sono coinvolti nella mortale attività”.
Ad oggi, la Polizia Postale sta portando avanti accertamenti per verificare l’identità di gestori o moderatori della community.