OPERAZIONE OMNIA 2, SCANDALO AL CIMITERO DI SEZZE: ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI

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Operazione Omnia 2, scandalo al cimitero di Sezze: i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina hanno eseguito gli arresti dall’alba

Di seguito i nomi degli arrestati.

Tra di loro, il più prevedibile, l’ex custode del cimitero Fausto Castaldi (classe ’56) e il figlio titolare di un’impresa edile Antonio (classe ’80). E poi, il dipendente comunale dell’Ufficio Tecnico Maurizio Panfilio (in pensione, classe ’52), i titolari delle agenzie funebri Gianni (classe ’69) e Giusino Cerilli (classe ’57), Alfredo De Angelis (classe ’61), Fausto Perciballe (classe ’65) e Gianluca Ciarlo (classe ’72). Destinatari di custodia cautelare anche i marmisti Francesco (classe ’74) e Antonio Fanella (classe ’72). Arrestato anche Andrea Redi (classe ’67).

Indagati: Antonio Piccolo (ex consigliere comunale), Angelo Tomei (finanziere), Amerigo Francesco Ficaccio, Antonio Di Prospero (vice sindaco di Sezze), Giuseppe “Pino” Reginaldi, Paolo Rosella (vigile urbano), Giulia Mastrantoni, Mattia Benvenuto (ex Comandante dei Carabinieri a Sezze), Amerigo Francesco Ficaccio, Adelfo Nardecchia, Luigi Tasciotti, Antonio Perciballe, Antonio Feudo, Alberto Testa, Massimo Tomei, Maria Letizia Pozzi, Loredana Maria Margani e Daniela Cocco.

In carcere Fausto Castaldi e Maurizio Panfilio, gli altri coinvolti ai domiciliari. Tutti i destinatari di custodia cautelare sono residenti a Sezze tranne Andrea Redi originario di Santa Maria Capua Vetere.

Tra gli indagati c’è sicuramente un maresciallo dei Carabinieri Mattia Benvenuto (ex Comandante della Stazione di Sezze), il vice sindaco di Sezze con delega al cimitero Antonio Di Prospero, un funzionario della Polizia Locale e un ex consigliere comunale Antonio Piccolo.

Operazione OMNIA 2019 – LA NOTA DEI CARABINIERI

Alle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Latina Giuseppe Cario su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del  Sostituto Procuratore della Repubblica Valerio De Luca, nei confronti di 11 persone (delle quali due sono state associate in carcere e le restanti nove agli arresti domiciliari).  

I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.

L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare: la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata; il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune; la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze; la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie  funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio; le minacce nei confronti di coloro che  avevano manifestato il desiderio di  ristrutturare la propria  tomba  di famiglia  attraverso ditte edili esterne; le responsabilità di tre degli indagati  che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta  nei confronti del  custode del cimitero.

Nello stesso contesto sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poichè ritenute responsabili,  a diverso titolo, dei medesimi delitti. 

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