OPERAZIONE ALBA BIANCA, LA BASE DEL NARCOTRAFFICO A GIULIANELLO: 8 ARRESTI

COCAINA

Operazione antidroga “Alba Bianca”: eseguite 10 misure cautelari per traffico di cocaina. 14 gli indagati tra Cori, Velletri, Sicilia, Campania e Marche

Nelle prime ore della mattinata i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, a Cori, Velletri, Napoli, Butera (Caltanissetta) e Porto San Giorgio (Fermo), hanno arrestato otto persone e notificato altre due misure cautelari emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia

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Le accuse rivolte agli indagati sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di cocaina.

L’indagine, denominata “Alba Bianca” e avviata dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia due anni fa, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito al narcotraffico di cocaina principalmente nel comune di Cori, dove agisce praticamente in regime di monopolio, ma con propaggini anche nella provincia di Roma.

È stato accertato il ruolo di capi – promotori di tre fratelli, di origine albanese ma da anni trasferitisi in provincia di Latina, i quali si occupano delle forniture di stupefacenti e del “reclutamento”, in Italia ma soprattutto in Albania, di nuovi giovani pusher da inserire nell’associazione al fine di soddisfare le numerose richieste dei clienti.

La base logistica del sodalizio è a Giulianello di Cori, zona periferica della provincia di Latina, luogo strategico poiché posto al confine con la provincia di Roma e dotato di vie di accesso facilmente controllabili da parte dei membri del sodalizio.

Le indagini, effettuate mediante servizi sul territorio della Stazione Carabinieri di Cori, intercettazioni e sequestri, hanno accertato la disponibilità in capo agli indagati non solo di significative quantità di cocaina ma anche di ingenti quantitativi di denaro.

OPERAZIONE SOTTOVUOTO – Intanto, sempre nelle prime ore del mattino di oggi, 9 febbraio, la Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Roma – a seguito di indagini coordinate da Pm del gruppo reati contro il patrimonio e gli stupefacenti della Procura della Repubblica di Roma – ha eseguito 8 misure cautelari delle 11 emesse da Gip Tribunale di Roma su richiesta della Procura all’esito delle attività investigative, che hanno consentito di smantellare un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti operante nella Capitale, Pomezia e il litorale, con base ad Ardea.

Le indagini condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile traggono la loro origine dall’arresto di un cittadino italiano incensurato, Francesco Sarcona di 37 anni, per detenzione ai fini di spaccio di 9,415 chili lordi di sostanza stupefacente di tipo marijuana, suddivisa in 9 confezioni del peso di 1 Kg. cadauno, trasportati a bordo dell’autoveicolo condotto e di proprietà dell’uomo.

Considerata la non esigua quantità sequestrata, confrontata con la personalità dell’arrestato, è apparso fin da subito chiaro che il predetto stesse effettuando il trasporto di droga per conto di terze persone.

I successivi approfondimenti investigativi consentivano di individuare un gruppo composto da soggetti di nazionalità italiana ed albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti.

A capo del gruppo criminale vi era un albanese, Mucaj Mariglen, meglio conosciuto con il nome di “Lele”, soggetto di notevole caratura delinquenziale il quale ad ogni trattativa di droga si recava armato di pistole con colpo in canna non esimendo, pertanto, il ricorso alle stesse in caso di necessità e mostrandola agli altri indagati al fine di suscitare terrore e timore negli stessi.

In particolare “Lele” si serviva di altri due soggetti albanesi, Florian e Giorgio, i quali si occupavano di tutta la fase logistica delle trattative, in particolare fornire i mezzi per il trasporto della sostanza, fare da tramite con i fornitori ed individuare i luoghi di custodia degli stupefacenti.

Tra i vari luoghi di custodia era stata individuata un’azienda agricola in zona Laurentina i cui titolari si erano resi disponibili a fare da “rette” per gli albanesi.

L’indagine ha consentito anche di individuare il soggetto dal quale lo stesso Lele si riforniva, noto come Ermal, il quale era orbitante nella zona di Viterbo e poteva assicurare notevoli disponibilità di qualsiasi tipo di stupefacente, l’unico soggetto che lo stesso Lele temeva e che era in grado di intimorirlo come si evince dalle parole riferite dallo stesso Lele: “Io stavo per spararmi con quello di Viterbo per questo mi sono raffreddato”.

In particolare sono state poste in esecuzione le seguenti misure:

  • 2 ordinanze di custodie cautelari in carcere nei confronti di Robeshi Ismail 38 anni e Mucaj Mariglen di 37 anni entrambi cittadini albanesi e già detenuti per analoghi reati;
  • 2 ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di due cittadini italiani, il predetto Francesco Sarcona 37 anni e Antonio Milana di 61 anni;
  • 7 ordinanze di misura cautelare consistente nell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, anche queste a carico di cittadini italiani: Angelo Di Francesco 59 anni e il fratello Sabantonio Di Francesco 67 anni, Mirko Milana 29 anni, nonché i cittadini albanesi Lianaj Erjano 25 anni, Florian Avdulaj 34 anni, Emilijano Nazeraj 33 anni e il fratello Aleksander Nazeraj 31 anni, questi ultimi attivamente ricercati.

Complessivamente, l’attività d’indagine ha permesso di sequestrare 1 pistola semiautomatica, compendio di furto, 30 kg. di marijuana, oltre ½ kg. di eroina, 37 grammi di hashish, nonché materiale per il peso ed il confezionamento delle singole dosi.

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