Caso cimitero a Sezze: oggi ennesimo rinvio per l’udienza preliminare in Tribunale di Latina. Sono 29 gli indagati dell’inchiesta “Omnia 2”
Era in programma oggi 17 maggio una nuova tappa della lunga udienza preliminare per il procedimento che vede come destinatari dell’avviso di conclusione indagini ben 29 persone. Saltate diverse udienze per alcuni difetti di notifica nei confronti degli indagati, il destino processuale per gli indagati è stato rinviato in questi mesi per il fatto che il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina era Giorgia Castriota, arrestata per corruzione ad aprile per ordine del Tribunale di Perugia.
Davanti al nuovo giudice per l’udienza preliminare, Mario La Rosa, avrebbero dovuto essere discusse le posizioni dei tre indagati che hanno scelto il rito abbreviato che prevede uno sconto di un terzo della pena. Si tratta di Alfredo De Angelis, Alfredo Redi e Fausto Perciballe. Il Pubblico Ministero Valerio De Luca aveva chiesto ad aprile scorso una condanna per tutti tre a 2 anni e 8 mesi di reclusione, al contempo aveva avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli altri indagati.
Il Gup La Rosa, però, si era dichiarato incompetente per poter giudicare gli indagati, in quanto, nelle fasi delle indagini preliminari, ha firmato il decreto che predisponeva le intercettazioni. Ecco perché era stato rinviato tutto a oggi, 17 maggio, dove a presiedere l’udienza c’è il nuovo Gup Giuseppe Molfese.
Anche il magistrato ha, però, rinviato al prossimo 15 novembre, quando il Pubblico Ministero dovrà ripetere le sue richieste di condanna e di rinvio a giudizio, dal momento che è cambiato il giudice per l’udienza preliminare. Il Gup Molfese ha stabilito che il pubblico ministero avrà dieci minuti di tempo, mentre saranno appena 2 i minuti per gli avvocati difensori chiamati ad assistere i rispettivi indagati di cui curano gli interessi.
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Il caso del cimitero di Sezze, come noto, si origina dal procedimento penale scaturito dall’indagine Omnia 2 che a marzo 2021 portò a una serie di misure cautelari, tra cui due arresti in carcere per l’ex custode del cimitero Fausto Castaldi e l’ex dipendente comunale dell’Ufficio Tecnico di Sezze Maurizio Panfilio. L’indagine dei Carabinieri e della Procura di Latina – nata in realtà dalla Procura capitolina sulle tracce di un caso di prostituzione minorile (e un giro che aveva coinvolto più minorenni) –, nella primavera del 2021, causò la fine dell’amministrazione guidata dall’ex primo cittadino Sergio Di Raimo.
Ad aver ricevuto l’avviso di conclusione indagine, oltreché Castaldi e Panfilio, il figlio dell’ex custode e titolare di un’impresa edile Antonio Castaldi (classe ’80) e i titolari delle agenzie funebri Gianni (classe ’69) e Giusino Cerilli (classe ’57), Alfredo De Angelis (classe ’61), Fausto Perciballe (classe ’65) e Gianluca Ciarlo (classe ’72). E ancora i marmisti Francesco (classe ’74) e Antonio Fanella (classe ’72), più l’imprenditore di Santa Maria Capua Vetere Andrea Redi (classe ’67).
A ricevere l’avviso conclusione indagine anche Antonio Piccolo (ex consigliere comunale), Angelo Tomei (finanziere), Amerigo Francesco Ficaccio, Antonio Di Prospero (ex vice sindaco di Sezze), Giuseppe “Pino” Reginaldi, Paolo Rosella (vigile urbano), Giulia Mastrantoni, Mattia Benvenuto (ex Comandante dei Carabinieri a Sezze), Adelfo Nardecchia, Luigi Tasciotti, Antonio Perciballe, Antonio Feudo, Alberto Testa, Massimo Tomei, Maria Letizia Pozzi, Loredana Maria Margani e Daniela Cocco.
I reati di cui devono rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
A Castaldi, viene attribuita anche l’ipotesi di reato di favoreggiamento della prostituzione, poiché, secondo l’accusa, in più occasioni, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avrebbe agevolato la prostituzione di una donna, organizzandole incontri sessuali con uomini (tra cui un indagato destinatario dell’avviso di conclusione indagine) presso la sua abitazione nella casa cimiteriale che le lasciava a disposizione.
A fare richiesta di costituzione di parte civile sono stati il Comune di Sezze e due privati cittadini: si tratta del proprietario di un loculo nel cimitero setino e la donna che riceveva uomini nella casa del custode Fausto Castaldi per prestazioni sessuali. Quest’ultima si sente danneggiata dal clamore mediatico che la vicenda del cimitero di Sezze ha avuto su di lei.
L’Associazione “Antonino Caponnetto”, invece, ha rinunciato a costituirsi parte civile inviando una nota al Tribunale di Latina. Il nutrito collegio difensivo è composto dagli avvocati Montini, Archidiacono, Orlacchio, Lucchetti, Vitelli, Censi, Farau, Mariani, Apponi, Rossi e Luccone.
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