Caso cimitero a Sezze, pm chiede di nuovo formalmente il rinvio a giudizio. Gli avvocati difensori presentano le eccezioni. Sono 29 gli indagati dell’inchiesta “Omnia 2”
Dopo diversi rinvii, si è svolta davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, l’udienza che vede come indagati ben 29 persone. Saltate diverse udienze per alcuni difetti di notifica nei confronti degli indagati e un’ultima per legittimo impedimento, il destino processuale per gli indagati è stato rinviato in questi mesi per il fatto che il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina era Giorgia Castriota, arrestata per corruzione ad aprile per ordine del Tribunale di Perugia. Dopodiché l’udienza preliminare non si è conclusa neanche a due nuovi Gup, Mario La Rosa e Giuseppe Molfese.
Cambiato il quarto Gup, oggi Barbara Cortegiano, pare la volta buona per capire chi verrà rinviato a giudizio. Il pubblico ministero Martina Taglione ha oggi reiterato da parte dell’accusa la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Dopodiché sono iniziate le eccezioni formulate dagli avvocati difensori, una delle quali potrebbe far nascere criticità. A formularla l’avvocato Francesca Apponi che con l’avvocato Orlando Mariani difende quattro dei 29 indagati. Ad essere messa in discussione l’utilizzabilità di parte delle intercettazioni, dal momento che, come noto, l’inchiesta “Omnia 2”, che ha posto al centro dell’attenzione il cimitero di Sezze, nasce da una maxi indagine denominata “Omnia”, in cui vi erano peraltro episodio di prostituzione minorile, in seguito archiviata. Secondo la difesa, le intercettazioni captate a Roma dalla Procura capitolina non possono essere inserite nel procedimento della Procura pontina. Un aspetto sul quale il Gup Cortegiano sarà chiamata a sciogliere la riserva il prossimo 14 gennaio, data di rinvio dell’udienza preliminare.
Nell’anno nuovo, inoltre, dopo che i legali concluderanno le discussioni per i propri assistiti, il Gup Cortegiano deciderà sui rinvii a giudizio e verrà celebrato il rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena, per tre degli indagati che hanno optato per esso: si tratta di Alfredo De Angelis, Alfredo Redi e Fausto Perciballe. Il Pubblico Ministero Valerio De Luca aveva chiesto ad aprile 2023 una condanna per tutti tre a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Il Gup La Rosa, però, si era dichiarato incompetente per poter giudicare gli indagati, in quanto, nelle fasi delle indagini preliminari, ha firmato il decreto che predisponeva le intercettazioni.
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Il caso del cimitero di Sezze, come noto, si origina dal procedimento penale scaturito dall’indagine Omnia 2 che a marzo 2021 portò a una serie di misure cautelari, tra cui due arresti in carcere per l’ex custode del cimitero Fausto Castaldi e l’ex dipendente comunale dell’Ufficio Tecnico di Sezze Maurizio Panfilio. L’indagine dei Carabinieri e della Procura di Latina – nata in realtà dalla Procura capitolina sulle tracce di un caso di prostituzione minorile (e un giro che aveva coinvolto più minorenni) –, nella primavera del 2021, causò la fine dell’amministrazione guidata dall’ex primo cittadino Sergio Di Raimo.
Ad aver ricevuto l’avviso di conclusione indagine, oltreché Castaldi e Panfilio, il figlio dell’ex custode e titolare di un’impresa edile Antonio Castaldi (classe ’80) e i titolari delle agenzie funebri Gianni (classe ’69) e Giusino Cerilli (classe ’57), Alfredo De Angelis (classe ’61), Fausto Perciballe (classe ’65) e Gianluca Ciarlo (classe ’72). E ancora i marmisti Francesco (classe ’74) e Antonio Fanella (classe ’72), più l’imprenditore di Santa Maria Capua Vetere Andrea Redi (classe ’67).
A ricevere l’avviso conclusione indagine anche Antonio Piccolo (ex consigliere comunale), Angelo Tomei (finanziere), Amerigo Francesco Ficaccio, Antonio Di Prospero (ex vice sindaco di Sezze), Giuseppe “Pino” Reginaldi, Paolo Rosella (vigile urbano), Giulia Mastrantoni, Mattia Benvenuto (ex Comandante dei Carabinieri a Sezze), Adelfo Nardecchia, Luigi Tasciotti, Antonio Perciballe, Antonio Feudo, Alberto Testa, Massimo Tomei, Maria Letizia Pozzi, Loredana Maria Margani e Daniela Cocco.
I reati di cui devono rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
A Castaldi, viene attribuita anche l’ipotesi di reato di favoreggiamento della prostituzione, poiché, secondo l’accusa, in più occasioni, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avrebbe agevolato la prostituzione di una donna, organizzandole incontri sessuali con uomini (tra cui un indagato destinatario dell’avviso di conclusione indagine) presso la sua abitazione nella casa cimiteriale che le lasciava a disposizione.
A fare richiesta di costituzione di parte civile sono stati il Comune di Sezze e due privati cittadini: si tratta del proprietario di un loculo nel cimitero setino e la donna che riceveva uomini nella casa del custode Fausto Castaldi per prestazioni sessuali. Quest’ultima si sente danneggiata dal clamore mediatico che la vicenda del cimitero di Sezze ha avuto su di lei.
L’Associazione “Antonino Caponnetto”, invece, ha rinunciato a costituirsi parte civile inviando una nota al Tribunale di Latina. Il nutrito collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesca Apponi, Orlando Mariani, Italo Montini, Renato Archidiacono, Antonio Orlacchio, Dino Lucchetti, Giancarlo Vitelli, Marta Censi, Angelo Farau, Alessandro Rossi e Sinhue Luccone.
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