OMICIDIO NELLA RSA DI LATINA, NOMINATI I PERITI CHE STABILIRANNO L’EVENTUALE RESPONSABILITÀ DEI TRE MEDICI

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Pestaggio e morte nell’Rsa: non si è ancora conclusa l’indagine a carico dei tre medici che si occuparono del killer

Non luogo a procedere perché l’imputato è incapace di intendere e di volere. Si era concluso così, a dicembre 2023, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, il rito abbreviato che vedeva imputato il 77enne Franco Zamperiollo, accusato di aver ucciso, a maggio 2021, all’interno di una Rsa de capoluogo, l’ex poliziotto e pm onorario Enrico Tamburrino. A settembre 2023, il Gup La Rosa, su richiesta della difesa, aveva nominato il consulente psichiatrico, Lorenzo Contini, per produrre la perizia sulle condizioni dell’imputato e la sua capacità di essere processato.

L’esito della perizia era stato netto: l’imputato non poteva essere processato perché è incapace a poterlo affrontare. Ecco perché lo stesso pubblico ministero, Marco Giancristofaro, che rappresentava l’accusa, aveva dovuto chiedere il non luogo a procedere per l’imputato, gravato sia da demenza senile che da altri problemi di salute. Una richiesta a cui aveva aderito naturalmente la difesa di Zamperiollo, assistito dagli avvocati Lauretti e Marinelli. Il Gup La Rosa si era quindi pronunciato con una sentenza di non luogo a procedere per il 77enne.Giancristofaro chiede opposizione

Tuttavia, la vicenda dolorosa e tragica di Enrico Tamburrino non è ancora terminata. Rimangono indagati, infatti, i tre medici che si occuparono di Zampierollo e delle sue cure sanitarie. Fu, infatti, sempre il Gip La Rosa a disporre nuove indagini e accogliere l’opposizione all’archiviazione dei famigliari di Tamburrino, difesi dall’avvocato del Foro di Roma, Manrico Pensa. La Rosa stabilì che fossero fatte nuove indagini dando mandato al pubblico ministero Marco Giancristofaro che aveva chiesto l’archiviazione dell’indagini, all’epoca, a carico di ignoti.

Ne è seguita l’inchiesta da cui sono risultati indagati per omicidio colposo tre medici, Gerardo Lanza, Antonella Canali e Bianca Andrea Quarata, difesi rispettivamente dagli avvocati Benedetto Faralli, Maria Concetta Belli e Adriana Anzeloni.

È stato lo stesso pm Giancristofaro, che ha iscritto sul registro degli indagati i tre medici, a chiedere al nuovo giudice per le indagini preliminari, Laura Morselli, che si occupa del caso, un incidente probatorio per assumere una perizia medico legale volta ad accertare eventuali responsabilità sanitari dei succitati medici per la morte d Enrico Tamburrino. C’è da capire, secondo il pubblico ministero, quali responsabilità possano avere avuto i tre medici da una possibile non corretta gestione del paziente psichiatrico Franco Zampierollo il quale, trovandosi nella Rsa, il 14 maggio 2021 colpì a morte Tamburrino. Sono state idonee le terapie a cui è stato sottoposto Zampierollo? Erano utili a contenere la sua pericolosità o si doveva trasferirlo in altra struttura sanitaria più adatta alla sua patologia sanitaria?

La perizia richiesta dal pubblico ministero è volta a verificare la condotta tenuta dai tre medici a fronte della prevedibilità o meno dell’aggressione mortale di Tamburrino da parte di Zamperiollo. Un approfondimento reso necessario anche perché le consulenze tecniche medico legale della dottoressa Setacci, nominata dal pubblico ministero, e del consulente dei famigliari, sono state divergenti. La prima escludeva la responsabilità di tipo sanitario, mentre la seconda era di avviso diverso.

Saranno i due periti nominati oggi, 31 marzo, dal giudice per le indagini preliminari Laura Morselli, a depositare una relazione in cui si capirà se i tre indagati abbiano avuto responsabilità e, nel caso, avessero dovuto disporre il trasferimento di Zampierollo. Ad essere nominati la professoressa Raffaella Rinaldi e lo psicologo Matteo Lippi che avranno 90 giorni di tempo per depositare la relazione. Il loro esame, con le parti, è stato fissato il prossimo 7 ottobre.

L’arresto di Zamperiollo era arrivato il 27 luglio 2022. Su disposizione del sostituto procuratore di Latina Marco Giancristofaro, la Squadra Mobile di Latina e i Carabinieri del NAS di Latina avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Latina, Pierpaolo Bortone, sottoponendo agli arresti domiciliari, presso idoneo luogo di cura, Zampierollo, paziente psichiatrico, in relazione al quale emergevano gravi indizi di responsabilità per l’omicidio di Enrico Tamburrino, all’epoca del decesso 84enne.

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I fatti si riferivano a quanto accertato dagli agenti della Squadra Mobile di Latina la mattina del 14 maggio 2021, quando la vittima, ospite da pochi giorni presso una RSA in Via Faggiana, era stata aggredita con diversi pugni al volto, senza alcun motivo apparente, da un altro paziente, ospite psichiatrico della medesima struttura.

A seguito dell’aggressione, Tamburrino fu ricoverato con diverse fratture presso l’ospedale Santa Maria Goretti, dove successivamente è morto il 27 maggio 2021 per insufficienza cardiorespiratoria dovuta alle lesioni riportate. Secondo il medico legale Cristina Setacci, nominata dalla Procura, “se il trauma avesse agito su un soggetto sano non lo avrebbe condotto alla morte”. Il problema, fatale per Tamburrino, era che l’uomo aveva delle comorbilità che si erano rivelate decisive dopo l’aggressione.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi avevano evidenziato che il 77enne aveva avuto un atteggiamento aggressivo fin dall’ingresso in RSA e qualche settimana prima dei fatti aveva manifestato un comportamento analogo a quello avuto con la vittima. Tamburrino si trovava nella Rsa Residenza Pontina (Gruppo Giomi) dopo il suo trasferimento da un’altra struttura a Cori.

L’indagine era stata corroborata dalla denuncia dei tre figli di Tamburrino. Successivamente, nel corso della stessa, erano stati ascoltati un’infermiera e un operatore socio sanitario della Rsa che, trovandosi al primo piano, erano stati chiamati dopo l’aggressione. In loco i sanitari, la mattina del 14 maggio, avevano trovato Tamburrino che presentava segni sul viso, un’ematoma all’occhio sinistro e una lesione al labbro con perdita di sangue dalla bocca e dal naso.

Al contempo, Zampierollo, disteso a letto e cosparso di schizzi di sangue, ammetteva ai sanitari di aver colpito Tamburrino perché, a suo dire, era stato insultato, ribadendo che sarebbe stato pronto ad aggredire di nuovo: “Non c’è due senza tre”, avrebbe detto ai sanitari il 76enne. Zampierollo, sottolineavano gli inquirenti, era affetto da schizofrenia paranoide.

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