Omicidio di Leonardo Muratovic: la richiesta di rito abbreviato da parte dei tre imputati è stato di nuovo respinta dal Tribunale
Respinta, per la seconda volta, la richiesta del rito abbreviato da parte dei tre imputati per l’omicidio di Leonardo Muratovic, il pugile di 25 anni residente ad Aprilia ucciso dopo una lite nel locale “Bodeguita” ad Anzio il 17 luglio 2022.
Così ha deciso oggi, 18 gennaio, la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, dove si sta svolgendo il processo. A vedersi respinta la richiesta di rito abbreviato i tre imputati: i due fratelli El Drissi, Adam e Ahmed (22 e 27 anni), e Amor Hadj Osema (29 anni). Il processo è stato rinviato al prossimo 4 marzo quando inizieranno a filare i testimoni di accusa e difesa: in tutto sono 60, tanto che sono state predisposte due udienze al mese.
Costituiti come parte civile i famigliari di Leonardo Muratovic, difesi dagli avvocati Francesco Potini e Francesco Mercadante. Il collegio difensivo, invece, è composto dagli avvocati Porcelli, D’Aloisi, Fabrizi e Gasperini.
Il 17 luglio 2022, Leonardo Muratovic, giovane 25enne di Aprilia, di origine croata, fu colpito con un unico fendente all’addome in un locale ubicato sulla Riviera Mallozzi, non lontano da Largo Bragaglia: si tratta del “Bodeguita”, uno di quei locali che costituiscono la movida sul litorale sud-romano di Anzio, molto frequentato da giovani anche dalla provincia di Latina. Leonardo Muratovic era un atleta. Il giovane praticava il pugilato ed era stato una giovane promessa nel panorama locale pontino e laziale.
Dopo pochi giorni dall’accoltellamento fatale, al termine del litigio iniziato dentro il locale, i tre giovani, di cui i due fratelli di origine maghrebina, residenti nella stessa Anzio e uno di loro ad Ardea, si sono presentati alle Forze dell’Ordine. Colui che avrebbe confessato di aver scagliato il fendente fatale nel petto di Muratovic è il 22enne: Adam Edrissi, nato ad Aprilia ma residente al quartiere Zodiaco di Anzio. Arrestato subito anche il fratello 27enne Ahmed Edrissi, quest’ultimo già gravato di precedenti (anche per accoltellamento del fidanzato della sorella) e compagno della figlia di Angelo Gallace, legato all’omonima cosca di ‘ndrangheta trapiantata tra Anzio e Nettuno.
L’indagine è stata condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, Vincenzo Antonio Bufano, e dalla Squadra Mobile di Roma.