OMICIDIO MORO, IN SLENZIO DAL GIP MACÙ E ANTONIOGIORGIO CIARELLI

I funerali di Massimiliano Moro (foto da Leggo.it)
Anno 2010: i funerali di Massimiliano Moro (foto da Leggo.it)

Omicidio Moro: interrogati i due appartenente al Clan Ciarelli, davanti al giudice decidono di rimanere in silenzio

Sono stati ascoltati nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia Ferdinando Ciarelli detto “Macù” e lo zio Antoniogiorgio Ciarelli, rispettivamente figlio e fratello del capo-famiglia Carmine “Porchettone” Ciarelli.

Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Roma Francesco Patrone che ha firmato sia la prima che l’ultima ordinanza di custodia cautelare in carcere per quello che è ritenuto l’omicidio con aggravante mafiosa di Massimiliano Moro, commesso il 25 gennaio 2010. Come noto, quel giorno i clan Ciarelli e Di Silvio decisero di dare vita a quella linea stragista contro i rivali della mala non rom di Latina. Una stagione conosciuta come “guerra criminale pontina”.

Ad essere indagati per l’omicidio mafioso Ferdinando “Furt” Ciarelli, Ferdinando “Macù” Ciarelli, Antoniogiorgio Ciarelli, Andrea Pradissitto, Simone Grenga e Ferdinando “Pupetto” Di Silvio.

La primissima indagine fu affidata al sostituto procuratore di Latina Marco Giancristofaro ma finì archiviata nel 2015 per assenza di prove sufficienti. La svolta si è avuta con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo e, da ultimo, dell’uomo intraneo ai Ciarelli Andrea Pradissitto. Dichiarazioni che riscontrate dal lavoro della Squadra Mobile di Latina sui tabulati telefonici hanno portato ai nuovi arresti a febbraio e nella scorsa settimana.

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