OMICIDIO MORETTO, DUBBI SULL’ESAME STUB: CHIESTA SCARCERAZIONE DI “TOPOLINO” D’ARIENZO

Fabrizio Moretto
Fabrizio Moretto

Omicidio Moretto: la difesa di Ermanno D’Arienzo chiede la sua scarcerazione, davanti al Gip il perito non dà certezze sugli Stub

A dicembre 2022, dopo l’arresto eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e da quelli della Stazione di Sabaudia, aveva negato tutto, Ermanno D’Arienzo, detto Topolino, rispetto all’omicidio di Fabrizio Moretto di cui è accusato essere stato l’autore materiale e volontario.

A maggio scorso, il collegio dei giudici del Riesame di Roma, chiamato a giudicare sulla misura restrittiva del carcere decisa dall’allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota (finita a sua volta arrestata nello scandalo sulla corruzione in Tribunale), ha deciso che la stessa ha operato bene nel respingere la richiesta della difesa per una misura meno afflittiva.

Il Riesame capitolino, infatti, non aveva accolto la richiesta della difesa di D’Arienzo che metteva in dubbio l’esame stub, che si fa per verificare se qualcuno abbia sparato o meno, controllando la presenza di polvere da sparo su braccia e mani, e aveva confermato la validità della custodia cautelare in carcere per “Topolino”.

Dinanzi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, che ha firmato l’ordinanza d’arresto, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, “Topolino” aveva sostenuto che non era stato lui il killer anche perché non avrebbe ritenuto fosse stato Fabrizio Moretto l’autore dell’omicidio del figlio Erik, picchiato brutalmente a morte la notte tra il 29 e il 30 agosto 2020.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina e coordinate dalla Procura della Repubblica avevano consentito, invece, da un lato di ricostruire le fasi della preparazione e della consumazione dell’agguato contro Moretto attinto, il 21 dicembre 2020, da un colpo di arma da fuoco nei pressi della propria abitazione a Sabaudia; dall’altro di accertare il movente nel proposito di vendicare la morte violenta del 28enne di Borgo San Donato, Erik D’Arienzo.

Quando sembrava vicina la chiusura dell’inchiesta e soprattutto la richiesta del rinvio a giudizio di Ermanno D’Arienzo e degli altri tre indagati per favoreggiamento, è arrivato un nuovo elemento che potrebbe determinare un’altra conclusione giudiziaria.

Infatti, stamani, 6 settembre, nel corso dell’incidente probatorio, davanti al Pubblico Ministero Martina Taglione e al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, il perito nominato dallo stesso Gip, Marco Allevi, ha sostenuto sì che gli stub hanno rilevato la positività per tutti e quattro gli indagati, compreso D’Arienzo, ma che probabilmente vi è stata contaminazione nella polvere da sparo durante gli esami e che non si può accertare con esattezza se il principale indagato, per omicidio volontario, detenzione abusiva e porto illegale di arma, fosse sul luogo dell’esecuzione di Moretto. Stesso discorso vale per gli altri tre indagati: la moglie di D’Arienzo e i fratelli Antonio e Fabrizio Mazzucco, quest’ultimi personaggi noti alle cronache giudiziarie pontine.

Ecco perché gli avvocati difensori Giancarlo Vitelli e Oreste Palmieri hanno reiterato la richiesta di scarcerazione del proprio assistito, sulla quale il Gup si è riservato di decidere. Presente nel collegio difensivo anche l’avvocato Bruno Luberti.

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