Omicidio di Luigi Magrino: è stato interrogato l’imprenditore che ha sparato e ucciso il 41enne freddato “formiano”
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’imprenditore 67enne Giancarlo Pagliaro, fermato dai Carabinieri con l’accusa di avere ucciso con due colpi di pistola il 41enne campano, ma residente a Formia, Luigi Magrino. L’uomo, difeso dagli avvocati Antonio Miraglia e Alfonso Quarto, ha, però, rilasciato dichiarazioni spontanee al giudice per le indagini preliminari Rosaria Dello Stritto.
“Ho temuto per la mia vita e per quella dei miei familiari, sono stato minacciato da lì è partita la colluttazione e ho fatto fuoco”, ha detto Pagliaro, 67enne titolare del mobilificio “Franchino Home Design”, nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto.
Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato la custodia cautelare in carcere, escludendo però le aggravanti contestate al killer il quale, ora, deve rispondere di omicidio volontario d’impeto e non volontario.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due si trovavano nell’abitacolo del Suv di proprietà di Magrino dove è iniziata una discussione degenerata nei colpi d’arma da fuoco. Il colpo che ha ucciso Magrino ha preso l’uomo al collo per uscire dalla nuca. Dopo l’omicidio, i Carabinieri del reparto territoriale hanno trovato due bossoli e il caricatore della pistola con un colpo inesploso. La pistola è scomparsa.
In sostanza, Pagliaro ha confermato la versione riferita ai Carabinieri e al pubblico ministero una volta che era stato fermato. Anche in quell’occasione, l’uomo ha spiegato che la pistola non era sua, ma di Magrino, il quale avrebbe tentato di aggredirlo. Lui, Pagliaro, si sarebbe solo difeso, per poi sparare due colpi di pistola e uccidere l’uomo.
Magrino, come noto, è stato ucciso lunedì 28 aprile, in una stazione di rifornimento di benzina Agip, a Mondragone, in provincia di Caserta. Tutto è successo dopo le ore 10: il commerciante di auto, residente a Formia dal 2021 (in precedenza residente a Minturno) si trovava in auto e Giancarlo Pagliaro, lo ha ucciso sparandogli con una pistola per poi allontanarsi.
Sul proprio profilo Facebook, Magrino, che si occupava di auto e noleggio, aveva come foto di copertina un’immagine del boss Michele Zagaria e condivideva anche altre immagini di personaggi legati al crimine, come quelle di Massimo Carminati. Magrino, originario di Teano, viveva a Formia e aveva interessi nella città del sud pontino. Non solo criminali noti a livello nazionale. Tra le foto postate sul suo profilo anche quella di un camion riconducibile alla ditta “Zangrillo Truck&Service srl”, ossia una delle società che p finita nella mega confisca, da anni sub judice in Corte d’Appello, che ha visto come destinatario Vincenzo Zangrillo, l’imprenditore formiano, classe 1959, ritenuto dalla Direzione Investigativa Antimafia legato alla camorra dei Casalesi-fazione Bidognetti.
Non manca sul profilo Facebook di Magrino, anche una foto che ritrae l’uomo ucciso quest’oggi con lo stesso Vincenzo Zangrillo. La foto è stata postata su Facebook il 9 gennaio 2022.
L’omicidio di Magrino è avvenuto davanti al gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Dopo aver fatto fuoco, l’uomo si è allontanato. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno avviato le indagini. I due uomini si erano dati appuntamento lì. I militari dell’Arma hanno fermato, sin da subito, l’imprenditore accusato dell’omicidio all’area di servizio di Mondragone. Alla base del delitto vi sarebbe stato un litigio tra i due uomini, scoppiato per precedenti contrasti economici.
Magrino sarebbe stato autore di una truffa di centinaia migliaia di euro nei confronti di Pagliaro. Ecco perché si erano visti in quanto avrebbero dovuto vedersi per chiarire. Il commerciante avrebbe avuto bisogno di una rilevante somma di denaro, circa mezzo milione di euro, per pagare un debito e si sarebbe rivolto a Luigi Magrino. Quest’ultimo, dopo averlo rassicurato in un primo momento di poter dare la somma richiesta, gli avrebbe poi negato i soldi, o comunque parte di essi.
Luigi Magrino, al momento del suo omicidio, indossava anche un braccialetto anti-stalking per un provvedimento preso dalla magistratura. Dalle prime verifiche è emerso che aveva precedenti penali per reati di estorsione e truffa.
Da ultimo, ad eseguire l’esame tecnico irripetibile sul cadavere di Magrino è stato il medico legale, Antonio Palmieri, nominato dalla Procura. Né la famiglia della vittima, né la difesa di Pagliaro hanno nominato un proprio consulente medico-legale.