OMICIDIO DI PRIVERNO: D’ATINO NON PARLA AL GIUDICE, RESTA IN CARCERE

Luigi-DAtino
Luigi D'Atino

Omicidio di Priverno, si è svolto l’interrogatorio di garanzia a carico del 33enne accusato di aver ucciso il compagno della madre

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 33enne di Priverno, Luigi D’Atino, arrestato dai Carabinieri di Terracina e del Nucleo Investigativo di Latina come responsabile dell’omicidio del compagno della madre, Germano Ricconi, 49 anni, di Priverno, e del tentato omicidio della madre stessa, Adele Coluzzi Adele, 57 anni, attualmente ricoverata presso l’Ospedale San Camillo di Roma, in gravi condizioni ma non in pericolo di vita: si trova intubata, in prognosi riservata e ricoverata in terapia intensiva con un trauma cranio-facciale. La donna è in attesa anche di un intervento di chirurgia.

L’uomo, difeso dall’avvocato Conca, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, il quale, al termine, ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere per D’Atino. D’altra parte, la stessa difesa del 33enne non ha presentato richiesta di sostituzione di misura cautelare.

Un atteggiamento quello di D’Atino in continuità con quello tenuto dopo l’arresto quando ha rifiutato di rispondere alle domande di Carabinieri e del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo. Nel frattempo, sempre oggi, si è svolta anche l’autopsia sul corpo di Riccioni, ad opera del medico legale Maria Cristina Setacci, nominata dalla Procura.

Gli elementi a carico di D’Atino, soggetto noto in città e ai servizi sociali del Comune come consumatore di sostanze stupefacenti, sono emersi grazie alle testimonianze raccolte e agli esiti del sopralluogo. Il 33enne, al termine delle formalità di rito, su disposizione della Procura di Latina, è stato accompagnato presso la locale casa circondariale e lì rimarrà fino a che la Procura deciderà per una suo giudizio, che con ogni probabilità sarà immediato.

Come noto, il delitto è maturato in seno a una lite famigliare tra il 33enne, la madre e il compagno Germano Riccioni. Le indagini si sono indirizzate sin da subito sul figlio della donna, Luigi D’Atino, che avrebbe riempito di botte e colpito il compagno della donna ferendolo a morte con una foriera di gesso e forse con un tubo di ferro, per poi scagliarsi sulla madre e colpirla con un mattone sul viso. Nelle vicinanze della casa, praticamente sull’uscio, è stato trovato il cadavere di Riccioni, che forse stava tentando di scappare dalla furia del 33enne, e il vaso rotto. Tra le ipotesi c’è che il 33enne abbia colpito con violenza il 49enne lasciandolo esanime a terra, per una lite iniziata dentro l’appartamento e finita tragicamente al suo esterno, mentre la madre è stata colpita in seguito e lasciata agonizzante dentro la casa, successivamente posta sotto sequestro dai Carabinieri.

Da ciò che emerge, il delitto si sarebbe consumato per via di una richiesta di denaro, finalizzati forse per l’acquisto della droga, che ha dato il là a un lite famigliare, degenerata fino agli accoltellamenti. Al di là di questo, il figlio 33enne era tornato da poco a casa della madre che conviveva con Riccioni, dopo aver vissuto, occupandola, in un immobile appartenuto a un parente del padre, Antonio D’Atino, deceduto due anni fa, ad agosto, in seguito a un incidente stradale. In realtà, l’immobile sarebbe stato occupato da Luigi D’Atino, tanto che lo zio, proprietario della casa in Via Mazzini a Priverno, è stato costretto a denunciare il nipote. Peraltro il 33enne è finito anche all’attenzione delle forze dell’ordine, come uno di coloro che avrebbe partecipato al pestaggio, per motivi di droga, in cui è incorso uno straniero alla fine di ottobre, lasciato sul ciglio della strada agonizzante.

I rapporti tra il figlio e il nuovo compagno della madre, Germano Riccioni, non erano buoni, come contrastato sarebbe anche la relazione della 33enne con la madre. In questo contesto, non certo tranquillo e sereno, per di più reso difficile dal consumo di sostanze stupefacenti (anche la vittima aveva precedenti in materia di sostanze stupefacenti), sarebbe maturato il delitto di via Madonna del Calle. Da tempo, come hanno riferito i vicini di casa, le liti in casa si susseguivano abbastanza spesso. Poi, le urla che hanno attirato le attenzioni dei medesimi vicini e la tragica scoperta dei Carabinieri della locale Stazione.

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