OMICIDIO CAPRIO: L’ANZIANO ACCUSATO DEL DELITTO “SUL LIBRO MASTRO DELLA VITTIMA”

Pietro Caprio
Pietro Caprio

Omicidio dell’insegnante di Minturno Pietro Caprio, a parlare nel processo uno dei Carabinieri che ha svolto le indagini

Entra nel vivo il processo che vede come imputato l’anziano di 85 anni, Angelo Gentile. L’uomo deve rispondere in Corte d’Assise a Santa Maria Capua Vetere dell’omicidio di Pietro Caprio, insegnante di scienze motorie 58enne, originario di Cellole, in servizio a Minturno e socio di una cooperativa di salvataggio attiva sul Litorale Domizio. Caprio, come noto, è stato ritrovato carbonizzato a bordo di una Dacia Duster in prossimità della Pineta di Cellole, in località Pietre Bianche, nella mattinata del 4 novembre 2023.

Secondo gli inquirenti campani, l’ottantenne Angelo Gentile non avrebbe ucciso Pietro Caprio in maniera premeditata, ma sarebbe stato lui, comunque, a compiere il delitto. È in questo modo che La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva chiuso le indagini nate per il delitto avvenuto in località Pantano nel comune di Cellole.

Angelo Gentile, difeso dall’avvocato Gabriele Gallo, è accusato di aver ucciso il professore di educazione fisica, dopodiché avrebbe distrutto il cadavere dando alle fiamme l’auto.

A parlare in aula, il maresciallo Fabio Colamatteo del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Sessa Aurunca. “Nella scuola dove insegnava Caprio, sequestrammo il pc e un quadernone dove all’ultima pagina era riportato uno schema con l’indicazione di nomi, anche di commercianti e una colonna con somme di denaro. Erano i crediti che Caprio vantava tra cui quello dell’imputato”.

“Pietro Caprio – ha proseguito il militare dell’Arma, come riporta Casertanews – era socio volontario di una cooperativa di salvataggio e le indicazioni di Parco Hotel e Villagio Italy all’interno del quadernone si riferivano ai servizi che la cooperativa aveva prestato presso queste strutture che non avevano pagato alcune prestazioni quindi tali importi erano i conti in sospeso. Altre nominativi erano quelli di Gabbiano due, locale gestito dal cugino della vittima con cui aveva un debito di 5000 euro, Agenzia Aniello, amico della vittima, Antonio Gentile, collega della vittima che vantava un debito di 300mila euro e l’indicazione di Gentile Baia registrato in rubrica anche come imprenditore Baia e verificammo quindi che aveva contratto un debito con Caprio”.

“La mattina del 4 novembre 2023 ci giunse la richiesta di intervento delle guardie volontarie che durante un loro giro di perlustrazione avevano trovato un’ auto carbonizzata in località Pantano a Cellole. Si trattava di una Dacia Duster al cui interno trovammo dei resti umani, ossa perlopiù. Dinanzi alla vettura semi carbonizzata c’era una targa e da quella risalimmo alla madre della vittima intestataria della vettura. Dal femore rinvenuto nell’abitacolo con una protesi poi accertammo l’identità della vittima”.

Identificato il professore, “acquisimmo i filmati delle telecamere cittadine. Ben 9 di cui 7 ricadenti nel comune di Sessa Aurunca e 2 nel comune di Cellole che ripercorrevano il passaggio delle vetture della vittima e dell’imputato. La vittima era sola in auto. Segui la vettura di Gentile nella stradina interpoderale che accedeva al luogo in cui fu ritrovato il corpo. Entrarono quindi insieme e uscì da quella strada solo la vettura dell’imputato, una Fiat Palio. Dall’ingresso di entrambe le auto e l’uscita dell’auto di Gentile intercorsero solo 17 minuti. Nel video Gentile indossava un cappellino. Lo stesso cappellino lo rinvenimmo a casa di Gentile insieme ad altri 3. Solo uno risultò positivo allo stub. Effettuammo nei giorni seguenti all’omicidio 3 sopralluoghi per la verifica di eventuali vie di fuga e c’erano altre 3 strade che conducevano al luogo del delitto solo che erano impraticabili per via dell’abbondante pioggia, erano allagate”.

Il processo riprenderà a giugno. Costituiti come parti civili i famigliari di Angelo Caprio, assistiti dall’avvocato Gianluca Di Matteo.

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