Omicidio Bondanese: da un costola del procedimento principale, sotto accusa due giovani presenti nella maledetta sera in cui morì Romeo
Erano presenti quando Romeo Bondanese, 17enne di Formia, fu ucciso il martedì grasso del 16 febbraio 2021 vicino al Mc Donald’s di via Vitruvio a Formia. Ora, due giovani formiani, assistiti dagli avvocati Pasquale Di Gabriele e Erasmo Nasta, dovranno affrontare un processo per rissa che si è aperto ieri, 23 settembre, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Cassino, Marco Gioia. Il processo per i due imputati 19enni è stato rinviato al prossimo 30 giugno 2025, giusto il tempo per ammettere prove e testimoni. Una rissa, quella contestata ai due 19enni (estranei alla morte del 17enne formiano), che è avvenuta negli attimi in cui Romeo Bondanese fu aggredito e lasciato a terra.
A novembre dell’anno scorso, l’ultimo capitolo giudiziario della vicenda drammatica che ha portato alla morte di Romeo, dopo che i quattro imputati per omicidio hanno ottenuto la messa alla prova.
Ad essere assolto il cugino di Romeo Bondanese, Osvaldo Vellozzi, per cui il Procuratore Generale presso il Tribunale dei Minorenni di Roma aveva impugnato l’assoluzione in primo grado. Con 10 pagine di atto di appello, il sostituto procuratore presso la Procura dei Minorenni di Roma, Maria Perna, impugnò la sentenza del 18 maggio 2022, con cui il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale Roma, Efisia Gaviano, accogliendo le richieste dei difensori del giovane Vellozzi, aveva assolto il ragazzo per non aver partecipato alla rissa.
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Secondo il G.U.P. capitolino, Vellozzi, all’epoca dei fatti minorenne, intervenne unicamente a difesa del cugino Romeo, nel tentativo di salvare la vita al cugino, aggredito la sera del 16 febbraio 2021 da un gruppo di ragazzi provenienti dalla provincia di Caserta. Nella sentenza di primo grado che assolve Vellozzi, pubblicata a luglio 2022, veniva scritto a chiare lettere che, nelle fasi drammatiche del litigio, delle minacce e infine della colluttazione sfociata poi nella coltellata fatale contro Romeo Bondanese, Osvaldo Vellozzi “è stato il primo tra gli altri del gruppo a capire che stava succedendo qualcosa ed a raggiungere Romeo sulla terrazza, superando gli altri sulle scale”.
Di diverso avviso il Pubblico Ministero, che decise di fare appello contro la sentenza assolutoria, lamentando la contradditorietà e la illogicità della sentenza di primo grado.
Lo scorso 22 novembre 2023, si era tenuta l’udienza di discussione dinanzi la Corte d’Appello di Roma. Il Procuratore Generale aveva insistito per l’accoglimento dei motivi di appello e la riforma della sentenza assolutoria, chiedendo di condannare il Vellozzi alla pena ritenuta di giustizia. Di avviso diametralmente opposto i difensori dell’imputato, gli avvocati Vincenzo Macari e Matteo Macari, i quali ricostruirono la drammatica dinamica dei fatti sulla base delle numerosissime testimonianze acquisite dagli agenti del commissariato di Polizia di Formia nel corso delle indagini.
Dopo due ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Roma – presidente Pagliari, a latere Triocca e relatrice Giarrusso – diede lettura della sentenza, rigettando l’appello del Pubblico Ministero e confermando la sentenza assolutoria di primo grado del Giudice per l’udienza preliminare.
A maggio 2022, sempre il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale per i Minorenni di Roma, Efisia Gaviano, aveva accolto le richieste di messa alla prova nei confronti dei 4 imputati – Camillo B., 17 anni (il giovane che ha inferto il colpo mortale contro Romeo Bondanese), G. M., 17 anni, N.P, 17enne e N.C., diventato maggiorenne a settembre scorso – accusati di rissa. Tutti, come noto, della provincia di Caserta. Infine, a ottobre 2022, l’accoglimento definitivo della messa alla prova per i 4 imputati. Un verdetto che ha generato scalpore considerato che per il “baby killer”, alla fine, saranno sufficienti appena 24 mesi di messa alla prova, mentre per gli altri un anno.