OMICIDIO A BORGO MONTELLO, IL PRESUNTO CAPO DEL COMMANDO NEGA TUTTO

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Singh Jaseer, il 29enne ucciso a Borgo Montello in seguito alle bastonate subite

Omicidio di Borgo Montello: è stato interrogato dal Giudice per le indagini preliminari il 38enne accusato del delitto di Singh Jaseer

Convalidato l’arresto per Sing Jiwan, accusato di essere stato alla testa del commando che, la sera di sabato 30 ottobre, si è recato, con spranghe, bastoni e almeno una pistola (parrebbe dai bossoli ritrovati una 9X21), presso. la festa di connazionali all’ex podere “Piciacchia” per portare a termine una spedizione punitiva dove è stato ucciso il 29enne Singh Jaseer. Il giovane, come noto, stava festeggiando insieme ad altri amici la nascita di suo figlio in India, avvenuta un mese prima.

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Jiwan, commerciante e titolare di un negozio alimentari a Borgo Bainsizza, in stato di fermo da domenica 31 novembre (praticamente a poche ore dal massacro di Borgo Montello) si era presentato presso l’ospedale di Velletri per farsi medicare dicendo di aver subito un’aggressione. Lì è stato fermato come indiziato di omicidio.

Singh Jiwan, il 38enne indiano, commerciante a Borgo Bainsizza, dove gestisce con la famiglia un negozio di alimentari.

L’uomo, accusato di omicidio volontario, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate, è stato sentito nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia dal Gip Giuseppe Cario e ha deciso di rispondere alle domande del magistrato.

Secondo la sua versione, si sarebbe recato insieme ad altri amici di nazionalità indiana alla festa a Borgo Montello, a pochi passi dalla discarica di Via Monfalcone, ma di essere andato via quando gli animi si stavano surriscaldando. Tornato poco dopo – ha raccontato l’uomo difeso dall’avvocato Amleto Coronella – sarebbe stato anche lui aggredito con una bastonata che gli ha provocato la frattura di un braccio.

Singh Jiwan ha spiegato di aver sentito anche gli spari ma ha ribadito di non essere in alcun modo il responsabile della morte di Jaseer. Peraltro, ha sostenuto di non aver neanche partecipato alla mattanza. Il Gip Cario lo ha lasciato in carcere ritenendo in essere il pericolo di fuga dell’accusato.

Per ora, in merito al delitto di Via Monfalcone, c’è un accusato – per l’appunto Singh Jiwan – e una ventina di indagati che avrebbero fatto parte del commando punitivo. Chi ha partecipato alla festa tragica, però, giura che erano almeno una trentina gli uomini facenti parte della banda. Molti dei testimoni sono stati già ascoltati in Questura dove continuano le indagini da parte della Squadra Mobile.

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