OLEODOTTO A CAMPOVERDE: NESSUN RESPONSABILE DELL’INQUINAMENTO

Oleodotto Eni “Gaeta-Pomezia” ad Aprilia: approvato il progetto di bonifica, non si trova il responsabile dell’inquinamento

La storia si perde negli anni, eppure solo ieri 19 gennaio la Provincia di Latina ha preso atto che per quanto riguarda il responsabile della contaminazione sul sito a Campoverde, dove passa l’oleodotto Eni Gaeta-Pomezia, non vi è traccia.

Eppure qualcosa si era mosso. Il 23 ottobre 2020, il dirigente Marco Paccosi del Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Aprilia, a seguito di Conferenza dei servizi, aveva firmato la determina per il progetto di bonifica, nell’ambito del proposito dell’amministrazione di aver dato vita, con una delibera votata a ottobre 2019, a una unità temporanea di progetto finalizzata, tra le altre cose, ai procedimenti di bonifica ambientale.

L’area di Campoverde, interessata dall’inquinamento derivante dall’oleodotto, dovrebbe essere oggetto di interventi di bonifica per la durata di 2 anni: bonifica suolo superficiale: prevista rimozione terreno; bonifica suolo profondo e acque sotterranee.

Il costo stimato dell’intervento approvato ammonta a quasi mezzo milione di euro496.296 per l’esattezza: suddivisi in 156mila euro per il suolo superficiale, 104mila euro per il suolo profondo e 235mila euro per le acque sotterranee.

Ma cosa era accaduto a Campoverde? A spiegarlo fu l’Eni che con una nota risalente al novembre 2015 avverti di un “evento di potenziale contaminazione” segnalando la presenza di gasolio con pericolo di potenziale superamento delle soglie di inquinamento.

A dover realizzare le attività di bonifica sarebbe la società Eni Rewind Spa ma al contempo la Provincia, lo scorso 9 dicembre, ha avviato il procedimento amministrativo per individuare il soggetto responsabile della contaminazione dell’area di Campoverde in corrispondenza della Palina n.899. L’Eni, però, risponde che non ha ricevuto alcuna notifica dall’Autorità giudiziaria nonostante nel maggio 2016 fu oggetto di una denuncia presentata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina.

Nessuno, quindi, né tantomeno Eni, ha prodotto documenti che attestano chi sia il soggetto responsabile dell’inquinamento, tanto più che il Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina ha dovuto dichiarare di non essere a conoscenza di indagini da parte della Procura della Repubblica di Latina. Nessuna indagine, nessun colpevole.

E allora chi ha in carico la responsabilità della bonifica sui terreni che risultano di proprietà dell’Arsial (Agenzia Regionale Sviluppo Innovazione Agricoltura Lazio)? La pubblica amministrazione competente, ossia la Provincia di Latina, che solo in seguito potrà rivalersi sull’Arsial in quanto proprietario del sito inquinato.

NOTA DELL’ENI – In merito all’articolo dal titolo “OLEODOTTO A CAMPOVERDE: NESSUN RESPONSABILE DELL’INQUINAMENTO” pubblicato il 20 gennaio scorso, Eni precisa che a seguito della denuncia regolarmente presentata per l’effrazione subita all’oleodotto Gaeta-Pomezia il 10 novembre 2015 in località Campoverde di Aprilia (Latina), la società non ha avuto evidenza dell’individuazione del responsabile, né da parte dell’Autorità Giudiziaria né dalla Provincia competente.

Le attività di bonifica dell’area interessata sono state comunque avviate ed eseguite nel tempo a totale cura e spese di Eni, che proattivamente sin dal giorno stesso dell’evento se ne è fatta carico, seppure come soggetto non responsabile, per garantire la migliore tutela ambientale.

La bonifica dell’area si è peraltro recentemente conclusa, come attestato dal provvedimento di chiusura del procedimento di bonifica, emesso dalla Provincia di Latina il 20 gennaio scorso.

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