NUOVI GUAI PER L’ESTETISTA DI LATINA: DOPO IL SEQUESTRO, IL COMUNE CHIUDE IL CENTRO TATUAGGI

Aveva l’abilitazione solo per fare i tatuaggi, l’estetista indagata dalla Procura di Latina e raggiunta dal sequestro del suo centro

Il Comune di Latina, tramite ordinanza del Suap, ha intimato la chiusura del centro tatuaggi “Rof Beauty Studio Advance” in Viale Nervi, utilizzato come centro estetico dalla donna raggiunta dal provvedimento della magistratura pontina nei giorni scorsi. Secondo il sopralluogo del Nas di Latina, trasmesso al Comune, la donna ha avviato un centro per tatuaggi senza aver mai effettuato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività per l’esercizio della professione di tatuatore.

La donna che si faceva passate per estetista, in realtà, era solo un tatuatrice abilitata dalla Regione Lazio. Il centro estetico sequestrato dai Nas di Latina, guidati dal maggiore Felice Egidio, era un luogo dove potevano solo essere fatti i tatuaggi. In realtà, come scoperto dagli inquirenti, la donna indagata praticava alle clienti anche diagnosi e iniezioni di filler e botox. Ora, però, con l’ordinanza del Comune esce fuori che non era abilitato neanche il centro tatuaggi.

Sulla scorta di quanto accertato, lo scorso 13 marzo, è stato eseguito il sequestro del centro, perché la donna praticava trattamenti estetici invasivi senza alcuna abilitazione medica, effettuando valutazioni cliniche, diagnosi e iniezioni di filler e botox su pazienti.

Il sistema adottato ricalcava in tutto e per tutto le pratiche tipiche di un medico estetico: prima di procedere con i trattamenti, faceva compilare ai clienti una scheda sanitaria per raccogliere informazioni su eventuali patologie, allergie o farmaci assunti, un’attività riservata esclusivamente ai professionisti sanitari. Inoltre, promuoveva la propria attività attraverso siti web e social network, attirando clienti con tariffe nettamente inferiori rispetto a quelle dei medici qualificati.

“Tali condotte – hanno sottolineato i Nas – non solo costituivano un esercizio abusivo della professione medica, ma esponevano i pazienti a seri rischi per la salute. La somministrazione non controllata di sostanze come botox e filler può provocare reazioni avverse, infezioni e complicazioni permanenti, con conseguenze anche gravi per chi si sottopone a questi trattamenti senza adeguate garanzie di sicurezza”.

Per questi illeciti, l’indagata è stata deferita all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’articolo 348 del Codice Penale, che punisce l’esercizio abusivo di una professione regolamentata. La Procura della Repubblica di Latina ha emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza della struttura utilizzata, il cui valore è stato stimato in circa 500.000 euro, decreto che è stato successivamente convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano.

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