NUOVE NORME ANTINCENDIO, I COMITATI: L’IMPIANTO DELLA SEP È IN REGOLA?

L'impianto della Sep in Via Marittima, zona industriale di Mazzocchio (Pontinia)

I lavori di adeguamento dello stabilimento sono antecedenti all’entrata in vigore della legge. I comitati: “Visto quanto accaduto nell’agosto 2020 ci chiediamo se serviranno altri soldi pubblici”

Una nuova tegola potrebbe colpire l’impianto di compostaggio Sep di Mazzocchio (Pontinia). Il 26 luglio 2022 è stato approvato il Decreto ministeriale n. 22A04489 che introduce nuove norme tecniche di prevenzione incendi per gli stabilimenti e impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti.

Le norme entreranno in vigore a partire dal 9 novembre e tutti gli impianti dovranno apportare le modifiche richieste entro 5 anni dalla data di entrata in vigore del decreto.

Si tratta di norme molto tecniche che richiedono anche adeguamenti strutturali: si comanda ad esempio l’utilizzo di particolari tettoie per proteggere gli stabilimenti dagli agenti atmosferici; si obbligano i responsabili degli impianti ad adoperare particolari materiali per la costruzione delle pareti delle aree di stoccaggio; addirittura si prevedono limiti di altezza ed estensione per i cumuli di rifiuti stoccati e regole ferree regoleranno anche l’ampiezza dello spazio lasciato tra un cumulo e l’altro.

Visto il malfunzionamento della Sep che si traduce in continui miasmi – spiegano i rappresentanti dei comitati di Mazzocchio, Boschetto Gricilli Macallè e il Fontanile – ci sembra legittimo chiedere all’amministratore giudiziario Carmen Silvestri e al legale rappresentante dello stabilimento Massimo Merluzzi, se l’impianto sia già in regola con la più recente normativa. Se così non fosse saremmo di fronte a una doppia beffa – spiegano ancora i cittadini -. Da una parte avremmo un impianto da ammodernare dopo che sono stati spesi quasi 2 milioni di euro pubblici nel corso dell’ultimo anno. Dall’altra saremmo di fronte a uno stabilimento che produce miasmi, che solo nell’agosto 2020 ha preso fuoco e che risulterebbe non in regola con la più recente normativa antincendio. Visti gli ultimi casi di compost prima sparso su terreni privati e poi riportato nello stabilimento dopo il sopralluogo dei carabinieri forestali – concludono i cittadini riferendosi ai fatti di via Piscina Scura del luglio scorso – non siamo poi certi che tutto il compost prodotto dallo stabilimento possa essere considerato tale e che quindi non sia potenzialmente soggetto a facile combustione, il che aggraverebbe ancor di più la situazione”.

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