Le associazioni di Aprilia intervengono sulle scelte del Commissario che ha individuato i tre siti della discarica nell’area nord della provincia
“È un caso che, nella perenne emergenza romana legata allo smaltimento dei rifiuti, si sia inserita una modalità che impone soluzioni “d’urgenza” prive di qualunque ratio scientifica, normativa, democratica, territoriale?
La decisione assunta dal commissario straordinario, che ha indicato tre siti per la provincia di Latina ove poter realizzare una discarica, tutti nell’area nord, oltrepassa ogni regola e norma di tutela democratica. A determinare questo scenario è stata l’incapacità dei sindaci ad individuare, di comune accordo, un’area idonea, forse per non scontentare l’elettorato; sindaci prontissimi, invece, a recepire con rassegnazione tutte le emergenze procurate da Roma, primo fra tutti il sindaco di Aprilia che, diversamente da quello di Cisterna, non ha apertamente preso una posizione sulla indicazione commissariale di invidiare in zona Pontoni ad Aprilia un invaso.
Ricordiamo che il Consiglio regionale (organo esecutivo) nel 2020 ha votato e voluto un piano (PRGR), contenente indirizzi che dovrebbero attenersi ad interessi pubblici stabiliti dalle leggi nazionali ed europee (green deal), secondo il quale inceneritori, discariche e TMB sarebbero fuori gioco. In realtà, la Regione Lazio non impone la trasformazione di tutti questi impianti in REMAT (Recupero Materiale), non rispetta le politiche e gli indirizzi normativi e comunitari; anzi alimenta la produzione e il consumo di rifiuti autorizzando impianti destinato alle discariche. Ci riferiamo ad impianti insalubri e pericolosi i cui effetti, in caso di incendio (vedi Malagrotta 15 giugno), sarebbero da assoggettare a normativa Seveso.
Ricordiamo pure che la Conferenza dei sindaci della Provincia di Latina ha approvato un protocollo d’intesa con finalità le Buone Pratiche: “Rifiuti Zero”, che con la costituzione di un Tavolo permanente sul tema della Gestione del Ciclo dei Rifiuti avrebbe dovuto trovare soluzioni comuni a problematiche impiantistiche e gestionali relative all’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di Latina. In sostanza i Comuni avrebbero attestato la comune volontà di collaborare, nell’ambito delle rispettive competenze, per costituire un Consorzio Pubblico per la realizzazione di una Economia Circolare legata ai rifiuti e tutto ciò per “addivenire alla scelta delle aree nelle quali realizzare gli impianti necessari al ciclo dei rifiuti e collaborare alla condivisione con la popolazione locale”. Un protocollo che ha validità 24 mesi e che si infrange, in tutta la sua inconsistenza e velleità, sull’ordinanza commissariale.
Questo è quello che ha prodotto la conferenza dei sindaci ove, malgrado Aprilia nell’ultima consiliatura abbia avuto addirittura il Presidente della Provincia e come consigliere – anch’egli membro della commissione ambiente – l’attuale sindaco Terra, ha ottenuto l’eccellente, si fa per dire, risultato di ritrovarsi nella rosa dei siti prescelti. Ci auguriamo che il comune di Aprilia proponga ricorso, e che in questo lo segua anche la Provincia di Latina, corresponsabile del commissariamento, come del resto ci aspettiamo facciano i proprietari dei siti prescelti. Aprilia da un lato vorrebbe diventare, attraverso i Pinqua, una città proiettata verso il rispetto ambientale e recupero del degrado e dall’altro si prepara a ricevere lo scettro di Città laziale dell’immondizia. Se non è bipolare questo atteggiamento, come altro potremo definirlo?”
Lo dichiarano in una nota le associazione ambientaliste “Aprilia Libera”, “Aprilia Città degli Alberi” e Cittadini pentastellati-Grillini Apriliani.