Centrale nucleare del Garigliano, il sopralluogo dell’ex sindaco di Formia Paola Villa: “Iniziano le operazioni che continuano lo smantellamento”
“Questa mattina, 10 luglio 2024, ci sarà la “gettata di cemento” che costituirà la platea di fondazione per il secondo deposito, il D2, di materiale nucleare presso la centrale nucleare del Garigliano. Il D2 con un volume di circa 38.000mq arriverà a contenere 1800mq di rifiuti nucleari, tutti provenienti dallo smantellamento della centrale del Garigliano e resteranno in loco fino a quando non saranno individuati siti di “stoccaggio di materiale nucleare” nazionali.
Ieri abbiamo fatto un sopralluogo di quasi 4 ore insieme e grazie alla associazione Big Brother, che da sempre si occupa di monitorare ciò che avviene all’esterno e all’interno della centrale, abbiamo parlato con l’ing. Savino direttore responsabile della centrale e con i suoi collaboratori, gli ingegneri Doti e Giugliano e alla responsabile delle relazioni con gli enti locali, la dott.ssa Fiorenza Cocco. Abbiamo fatto domande e cercato risposte.
La centrale, venne bloccata nel 1978 per una “cricca” (lesione) nel serbatoio secondario e anche dopo la riparazione non ritornò mai più all’attività, perché nel novembre 1980 arrivò il terremoto dell’Irpinia, ed Enel definì antieconomico l’adeguamento sismico della centrale, che aveva iniziato la sua produzione di energia nel 1964, all’epoca producendo 12,5 miliardi di KWh, era considerata la più potente del mondo.
Dal 2012 la Sogin, società pubblica finanziata dal bilancio dello Stato, si occupa della “decommissioning” della centrale, in questi anni è stato smantellato il camino, rimosse le grandi quantità di amianto, realizzato un primo deposito, il D1, ed oggi inizia si realizza il D2. Il materiale radioattivo resta in loco, smantellato e messo in sicurezza, ma resta in loco.
Attualmente in centrale lavorano 56 persone, occupa un’area di 140 ettari, chi è responsabile del suo smantellamento la vede alla fine del processo come un sito dove impiantare fotovoltaico e un museo di ingegneria nucleare e archeologia industriale. La famosa “palla bianca” progettata dall’ingegnere Morandi, è considerata un unicum nell’architettura industriale.
Assolutamente esclusa la possibilità di una “riapertura” come follemente proposto lo scorso marzo dal senatore Claudio Fazzone, addirittura depositando una proposta di legge in senato. Questa proposta, che non ha alcuna fondatezza di fattibilità, è stata definita una vera “ca@@ate” da chi oggi è in centrale e ci lavora”.
Così, in una nota, la consigliera comunale Paola Villa.