Nonnismo all’Aeroporto Comani di Latina: si è concluso il processo a carico dei militari accusati delle violenze contro l’ex allieva pilota Giulia Schiff
Tutti assolti, con la formula perché il fatto non sussiste, dal giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, gli otto militari accusati delle violenze ai danni dell’allora allieva pilota Giulia Schiff. Il reato di lesioni è stato derubricato in percosse e non procedibile per tardività della querela. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
È la conclusione di un processo che ha riguardato l’Arma Azzurra del Comani di Latina alle prese, proprio in questi giorni, con la tragedia accaduta nel bosco del Parco Nazionale del Circeo dove, mercoledì 1 ottobre (oggi la camera ardente), è precipitato l’areo biposto: a morire il comandante e colonnello del 70esimo stormo del Comani (per l’appunto lo stesso di Schiff e degli allievi). “Un’assoluzione del nome dell’Aeronautica Miliare, proprio in questo giorni di dolore”, dichiara soddisfatto l’avvocato dello Stato, Maurizio Greco. “A Latina, c’è un giudice a Berlino”, dichiarano altri avvocati del collegio difensivo.
Un processo difficile e molto combattuto tra le parti che ha messo sicuramente a nudo una pratica discutibile che si compie all’Arma Azzurra. Dopo il caso Schiff, infatti, il battesimo di volo non si è più svolto in una maniera che, ad occhi esterni, può risultare violenta, ad di là degli aspetti penali. È iniziato a novembre del 2021 il processo a carico degli otto militari a lesioni e violenza privata commesse ai danni dell’allora collega Giulia Schiff, durante il battesimo di voto avvenuto il 4 aprile 2018 , ossia il rito a cui gli allievi ufficiali dell’Arma Azzurra si sottopongono tra pacche su spalle, testa e didietro, oltreché a frustate con rami di legno.
A dover rispondere dei reati gli ex compagni di corso della 26enne Giulia Schiff alla scuola di volo per allievi ufficiali piloti. L’ex allieva ufficiale è difesa dall’avvocato Massimiliano Strampelli. Sul banco degli imputati, come noto, ci sono Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Ida Picone, di Vicenza, Andrea Angelelli, di Copertino, Leonardo Facchetti, di Manerbio, Joseph Garzisi, di Patrica, Luca Mignanti, di Montalto di Castro, Andrea Farulli, di Gessate, e Gabriele Onori, di Tivoli. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Scafetta, Siracusano, Guida, Dulvi, Siciliano, Floccher e Chiabotto. Considerato responsabile civile il Ministero della Difesa, assistito dall’avvocato di Stato, Maurizio Greco.
Al centro del procedimento penale il cosiddetto battesimo volo che si compie una volta che l’allievo pilota ha concluso il suo esame ed è sceso giù dall’aereo. L’allievo, sceso dall’areo dopo l’esame, viene sollevato dai suoi colleghi e fatto girare a terra, simulando il suo percorso di volo appena realizzato: da pinguino si trasforma in acquila. Il giro è inframmezzato dalle cosiddette “pacche goliardiche”: per l’accusa, in una inchiesta realizzata dal pubblico ministero Antonio Sgarrella, non era goliardia, bensì violenza.
Lo scorso 12 settembre, è durata circa mezz’ora la requisitoria del pubblico ministero Antonio Sgarrella che ha ricostruito la vicenda di Giulia Schiff, la 26enne originaria di Mira, in provincia di Venezia, ritenuta vittima del nonnismo da parte di altri colleghi allievi ufficiali all’aeroporto Comani di Latina. Il pubblico ministero ha ripercorso le fasi del cosiddetto rito goliardico del pingue (da pinguino, in quanto un allievo ufficiale dell’aeronautica prima di superare l’esame è come un pinguino che non sa volare), di come si è sentita Schiff e del turbamento provato. Si vede nel video ripreso dagli stessi allievi ufficilali – ha detto il pubblico ministero – come Schiff sia stata sbattuta nella fontana e presa a pacche sul corpo: “Cos’altro avrebbe dovuto fare Giulia, se non dire “basta”, per esprimere il suo dissenso per evitare i colpi e le frustrate?”.
La pubblica accusa ha invitato più volte il giudice monocratico Mario La Rosa, chiamato a giudicare gli imputati, di vedere il video: “Ci sono pacche forti, a mano aperta. Giudichi lei se sono accettabili? È una pratica lecita o meno colpire una persona con i fuscelli? La Schiff era entusiasta o meno di ciò le capitava?”. Il pubblico ministero aveva chiesto per gli otto imputati una condanna a 1 anno ciascuno. La parte civile, rappresentata dall’avvoca Strampelli, aveva detto a chiare lettere che “Giulia era stata massacrata”.
Le difese, invece, nella scorsa udienza del 22 settembre, hanno spiegato che “non esiste nessun elemento per arrivare ad una condanna oltre ogni ragionevole dubbio. Il battesimo di volo è un fatto giocoso“. L’avvocato di Stato per contro del Ministero della Difesa aveva ribadito, mostrando un frammento di video. “Si vede una persona che volontariamente si appoggia, a Roma si direbbe sale “a cavacecio”. Non è stata sollevata da sempre, né tenuta ferma: è lei che si butta sopra i colleghi, non esprimendo nessun dissenso. Il video è chiarissimo“.
Marcata la difesa dell’avvocato Michela Scafetta che ha delineato la figura di Schlein come una di una persona vendicativa contro i suoi ex colleghi, senza contare che, in caso di condanna, la loro carriere sarebbe fortemente rimaneggiata, con un costo per lo Stato italiano: “La condanna toglierebbe loro la possibilità di farli volare, non avrebbero più le certificazioni valide e finirebbe la loro carriera. Un danno per lo Stato che ha formato piloti per farli finire dietro una scrivania. Va disposta un’assoluzione perché il fatto non costituisce reato”.
Del caso si erano interessate due Procure, quella di Latina e quella militare di Roma. Il procuratore militare Antonio Sabino aveva così scritto nel capo d’accusa: “Tutti i sergenti, nel contesto di una celebrazione di tradizione goliardica denominata “tuffo nella piscina del pingue“, sollevavano da terra e trasportavano in posizione orizzontale, la paricorso sergente allievo ufficiale Schiff e, tenendola ferma per le gambe e le braccia, con dei fustelli di legno le infliggevano violenti colpi sul fondoschiena e pugni; quindi, le facevano urtare la testa contro la semi-ala in mostra statica posta in prossimità di una piscina, dove, infine, la gettavano: con tale condotta usavano violenza nei confronti della predetta sergente Schiff, cagionandole plurime escoriazioni ed ecchimosi ai glutei”.
A Latina, invece, Il sostituto procuratore Valentina Giammaria aveva chiuso le indagini e come il collega della Procura militare aveva chiesto il rinvio a giudizio per gli otto sergenti.
Come noto, il processo, dopo il rinvio a giudizio, era stato accorpato e si è celebrato a Latina, cambiando due giudici monocratici: dapprincipio Laura Morselli, successivamente Mario La Rosa. A inizio processo furono anche le richieste per la costituzione di parte civile formulate da Partito Radicale, Doppia Difesa, ovvero l’associazione di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno e il Pdm (Partito per la tutela dei Diritti dei militari e delle forze di polizia). Tutte respinte. L’unica ad essere accolta, naturalmente, è stata quella della parte offesa: Giulia Schiff. Oggi, la conclusione di un processo durato quattro anni. Dopo la lettura della sentenza, la 26enne di Mira è andata via senza rilasciare alcuna dichiarazione.